Il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria, giunta quest’anno all’edizione n° 14. Come riconosce la studiosa Claudia Hassan, il “cinema è memoria. Il cinema sulla Shoah, in particolare, è diventato il paradigma stesso della memoria” (in D.E.Viganò- E. De Blasio, “I film studies”, Carocci 2013). Su questo crinale si muovono i due titoli più recenti prodotti sull’argomento, che stanno cominciando in questi giorni il loro percorso distributivo nelle sale cinematografiche: “Anita B.” che Roberto Faenza ha tratto dal romanzo “Quanta stella c’è nel cielo” di Edith Bruck,è incentrato su Anita, adolescente ungherese che dopo il 1945 va a vivere in casa della zia e fa i conti con una situazione imprevista: la difficoltà di raccontare di se stessa come sopravvissuta ai campi di sterminio. Una inattesa cortina di silenzio, la necessità di avere coraggio per fare memoria. E quindi “Hanna Arendt”, che Margarethe Von Trotta ha girato, ispirandosi agli anni (1961-1963) passati a Gerusalemme per assistere al processo ad Adolf Eichmann. Un evento al quale la Arendt, tornata negli USA, dedicò il saggio “La banalità del male”, testo innovativo e importante, capace di suscitare un dibattito aperto ancora oggi. Ecco inoltre alcuni film utili per una programmazione mirata, a coprire un arco di tempo tra 1994 e 2012: Schindler’s List (1994), La settima stanza (1996), La vita è bella (1997), Il bambino con il pigiama a righe (2008), Il falsario (2008), The Reader – Ad alta voce (2009), La chiave di Sara (2012). Si ricorda che, oltre ai film citati, è possibile ampliare la proposta anche alle annate precedenti, entrando, sul sito CNVF, nel link della “Ricerca avanzata”, selezionando film anche per tematiche particolari, nazionalità e valutazione pastorale.
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