
Interpreti e ruoli
Francesco Di Leva (Antonio Barracano), Roberto De Francesco (Dottor Fabio Della Ragione), Daniela Iola (Arturo Santaniello), Adriano Pantaleo (Catiello), Daniela Iola (Armida)
Soggetto
A Napoli, oggi, in una città dove è ancora profonda la frattura tra la modernità e una malavita che imprigiona la vita del territorio, Antonio Barracano tiene le fila del Rione Sanità. Senza il suo consenso, niente può avvenire…
Valutazione Pastorale
Mario Martone (autore di titolo famosi e importanti, quali “Morte di un matematico napoletano”, 1992; “L’amore molesto”, 1995; “Il giovane favoloso”, 2014), aveva già accostato il famoso testo scritto da Edoardo De Filippo nel 1960 con la messa in scena del 2017. Subito dopo si è fatto largo il desiderio di farne un film sullo sfondo della Napoli contemporanea. Va detto che il ritratto della città si avvicina a quello più volte proposto tra cinema e TV, e sulle prime sembra infatti di assistere ad un versione sottotono di “Gomorra” o de “La paranza dei bambini”. Andando avanti, però, il film decolla verso altri orizzonti, orientandosi verso un dramma shakespeariano giocato tra bene e male, amore/odio con monologhi finale densi di pathos e improntati alla riconciliazione, un invito ad abbandonare la strada del sangue a favore di un orizzonte di pace. Si arriva addirittura a cogliere alcuni rimandi cristologici nella sequenza conclusiva, passaggio forse un po’ insistito da parte del regista. Ci si muove sempre in ambito malavitoso e questo non va dimenticato. Dal punto di vista pastorale, il film è complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, come occasione per riflettere, da parte di un pubblico maturo, sui temi del bene e del male nella metropoli di oggi, su Napoli, sul rapporto cinema/teatro da parte di un autore attento e preparato come Mario Martone.