
Presentato alla 19a Festa del Cinema di Roma (2024)
Interpreti e ruoli
Ralph Fiennes (Card. Lawrence), Stanley Tucci (Card. Bellini), John Lithgow (Card. Tremblay), Sergio Castellitto (Card. Tedesco), Isabella Rossellini (Suor Agnes), Lucian Msamati (Card. Adeyemi), Carlos Diehz (Card. Benitez), Loris Loddi (Card. Villanueva), Brian F.O'Byrne (Mons. O'Malley)
Soggetto
Città del Vaticano, il Pontefice è appena deceduto e al card. Lawrence è affidato il compito di coordinare i lavori del Conclave. Viene attuato un rigido protocollo e le stanze del Vaticano si trasformano quasi in un “bunker” impenetrabile, dove i poco più di cento cardinali da tutto il mondo sono chiamati a indicare il successore al soglio di Pietro. Tra i favoriti gli occidentali Bellini e Tremblay, il sudafricano Adeyemi e l’italiano Tedesco, ma anche l’outsider Benitez, neocardinale di Kabul…
Valutazione Pastorale
Il regista austriaco-tedesco Edward Berger si è fatto conoscere dal grande pubblico nel 2022 per il bellico “Niente di nuovo sul fronte occidentale” (Netflix), adattamento dell’opera di Erich Maria Remarque, che gli ha schiuso le porte di Hollywood: 9 candidature ai Premi Oscar tra cui miglior film e 4 statuette vinte. A distanza di due anni torna con “Conclave”, titolo sempre ad alta tensione, ma di carattere diverso: è un thriller di matrice politico-religiosa che si muove sul terreno della finzione, dal romanzo omonimo di Robert Harris (2016, in Italia con Mondadori). A firmare il copione è Peter Straughan, protagonista un cast di livello composto da Ralph Fiennes, Stanley Tucci, John Lithgow, Sergio Castellitto e Isabella Rossellini. Le riprese del film sono state realizzate tra Cinecittà, Palazzo Barberini e Reggia di Caserta, con una cordata produttiva internazionale targata Regno Unito e Stati Uniti, dove figura anche l’Italia con Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa.
La storia. Città del Vaticano, il Pontefice è appena deceduto e al card. Lawrence è affidato il compito di coordinare i lavori del Conclave. Viene attuato un rigido protocollo e le stanze del Vaticano si trasformano quasi in un “bunker” impenetrabile, dove i poco più di cento cardinali da tutto il mondo sono chiamati a indicare il successore al soglio di Pietro. Tra i favoriti gli occidentali Bellini e Tremblay, il sudafricano Adeyemi e l’italiano Tedesco, ma anche l’outsider Benitez, neocardinale di Kabul…
“Il meccanismo di elezione di un Papa – ha dichiarato il regista – è tra i segreti meglio mantenuti del mondo. Io ero tanto, tanto curioso di guardare dallo spioncino, di arrivare ai più piccoli particolari”. Dalle parole di Edward Berger emerge con chiarezza la linea del racconto del film “Conclave”: soddisfare quella curiosità, a tratti morbosa, di accedere al momento dell’elezione del successore di Pietro, attraverso una prospettiva profondamente umana, centrata in un perimetro narrativo da thriller politico-spionistico. Sia chiaro, non è un film fracassone alla “Angeli e Demoni” (2009), puntellato da delitti, esplosioni e dinamiche da James Bond. Qui, in “Conclave” è tutto più controllato e misurato. Si coglie bene la mano esperta ed elegante di Berger, che orchestra una partita a scacchi tra cardinali addizionata da sfumature psicologiche ben tratteggiate.
Berger è interessato a descrivere il mondo della Chiesa, quella di palazzo, come una piramide di potere, ambizione e corruzione. I cardinali si muovono ponderando le proprie mosse, tra giochi di alleanze, colpi bassi e strategie. Quello cui il regista è maggiormente interessato è un racconto terreno, impastato di pensieri e sentimenti di un’umanità fragile, per lo più interessata al potere e non alla guida pastorale della Chiesa.
Tra le figure significative c’è di certo quella del card. Lawrence, che Ralph Fiennes abita con grande mestiere e compostezza, regalando un’interpretazione incisiva: è il decano e guida il Conclave, schiacciato dal peso di una responsabilità troppo grande, uno dei favoriti per l’elezione, ma del tutto riluttante; apprezzato sempre per la sua efficienza gestionale, in verità vorrebbe solo ritirarsi a vita semplice, essere un pastore. La gran parte dei cardinali rientra invece nelle tessere di un mosaico virato sui toni del chiaroscuro, espressione di una “povertà” morale e spirituale.
Sotto il profilo strettamente formale, “Conclave” è un ottimo film per regia, ritmo e dinamica narrativa, per le musiche eccellenti di Bertelmann, per le ricostruzioni scenografiche accurate e ovviamente per le performance degli attori. A far sbandare il racconto sono i volteggi finali, la detonazione di un colpo di scena che più che spiazzare lo spettatore suscita semplicemente perplessità, se non delusione. Lì si perde compattezza e pathos, a favore di una soluzione narrativa che inciampa nel banale e gratuito. Film complesso, problematico.
Utilizzazione
Per la complessità e delicatezza dei temi, il film richiede un pubblico adulto.