
Venezia Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica 2024: Coppa Volpi miglior interpretazione femminile a Nicole Kidman
Interpreti e ruoli
Nicole Kidman (Romy), Harris Dickinson (Samuel), Antonio Banderas (Jacob), Sophie Wilde (Esme), Esther McGregor (Isabel), Vaughan Reilly (Nora)
Soggetto
Stati Uniti oggi, Romy è l’amministratrice delegata di un importante gruppo che si occupa di e-commerce e innovazione. La sua vita brilla non solo nel lavoro, ma anche nella dimensione familiare: è sposata da 17 anni con Jacob, un noto drammaturgo, e insieme hanno due figlie adolescenti. Nella vita di Romy non manca nulla. La donna però si sente insoddisfatta, con fantasie e pulsioni sessuali che non riesce a controllare. In azienda si imbatte nel tirocinante Samuel, che da subito le dimostra un chiaro interesse. Tra i due si accede un’immediata complicità che produce però ripercussioni su ogni fronte della vita di Romy…
Valutazione Pastorale
Si muove tra il dramma esistenziale e il thriller dell’anima, con una tensione erotica di fondo, il film “Babygirl” della regista olandese Halina Reijn, autrice anche della sceneggiatura. Targato A24, l’opera deve molto all’interpretazione intensa e sfaccettata di Nicole Kidman (Coppa Volpi all’81a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia), affiancata da validi comprimari come Antonio Banderas, Harris Dickinson e Sophie Wilde. Un racconto che si avvita tra dinamiche di potere, controllo e desiderio, con riflessioni su femminile e maschile nella società.
La storia. Stati Uniti oggi, Romy è l’amministratrice delegata di un importante gruppo che si occupa di e-commerce e innovazione. La sua vita brilla non solo nel lavoro, ma anche nella dimensione familiare: è sposata da 17 anni con Jacob, un noto drammaturgo, e insieme hanno due figlie adolescenti. Nella vita di Romy non manca nulla. La donna però si sente insoddisfatta, con fantasie e pulsioni sessuali che non riesce a controllare. In azienda si imbatte nel tirocinante Samuel, che da subito le dimostra un chiaro interesse. Tra i due si accede un’immediata complicità che produce però ripercussioni su ogni fronte della vita di Romy…
“Abbiamo tutti una piccola scatola nera – indica Halina Reijn – piena di fantasie proibite (…). Sono affascinata dalla dualità della natura umana e questo film è un tentativo di far luce, senza giudicare, sulle forze contrapposte che compongono le nostre personalità. Per me il femminismo è la libertà di studiare la vulnerabilità, l’amore, la vergogna, la rabbia e la bestia interiore di una donna”. Dalle note di regia la traiettoria del film “Babygirl” appare chiara e inequivocabile: un esplorare le zone d’ombra di una cinquantenne che non manca di nulla, tra realizzazione familiare e professionale, ma la condizione di potere e l’adrenalina costante la spingono a cercare sempre di più. L’opera scandaglia le stanze dell’animo della protagonista che sfida se stessa e le proprie insoddisfazioni, mettendo a repentaglio ogni sua certezza. Tutto barcolla ,nel lavoro e in casa e, a ben vedere, le ripercussioni sulla dimensione genitoriale scivolano in secondo piano senza adeguato approfondimento.
Il film e l’interpretazione della Kidman appaiono di certo coraggiosi, ma l’impianto del racconto non è adeguatamente solido e convincente. I dialoghi spesso scivolano nella banalità, al punto da smorzarne il pathos, e le soluzioni che si susseguono non sempre appaiono pertinenti, ben elaborate, risultando spesso gratuite. Qua e là si colgono intuizioni interessanti, che però appaiono nell’insieme troppo slegate; a livello tematico la questione è governata con fin troppa furbizia, con l’obiettivo di “sedurre” lo spettatore adulto piuttosto che affrontare seriamente la complessità della materia. Inoltre, “Babygirl” ha un’esecuzione abbastanza convenzionale e già vista, che toglie forza alla performance degli attori. Film complesso, problematico.
Utilizzazione
Il film richiede un pubblico adulto.