Baby Girl

Valutazione
Complesso, Problematico
Tematica
Donna, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Lavoro, LGBTQ+, Matrimonio - coppia, Potere, Psicologia, Sessualità
Genere
Thriller erotico
Regia
Halina Reijn
Durata
114'
Anno di uscita
2025
Nazionalità
Usa
Titolo Originale
Baby Girl
Distribuzione
Eagle Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Halina Reijn
Fotografia
Jasper Wolf
Musiche
Cristobal Tapia de Veer
Montaggio
Matthew Hannam
Produzione
Halina Reijn, David Hinojosa, Julia Oh, 2AM, Man Up Films

Venezia Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica 2024: Coppa Volpi miglior interpretazione femminile a Nicole Kidman

Interpreti e ruoli

Nicole Kidman (Romy), Harris Dickinson (Samuel), Antonio Banderas (Jacob), Sophie Wilde (Esme), Esther McGregor (Isabel), Vaughan Reilly (Nora)

Soggetto

Stati Uniti oggi, Romy è l’amministratrice delegata di un importante gruppo che si occupa di e-commerce e innovazione. La sua vita brilla non solo nel lavoro, ma anche nella dimensione familiare: è sposata da 17 anni con Jacob, un noto drammaturgo, e insieme hanno due figlie adolescenti. Nella vita di Romy non manca nulla. La donna però si sente insoddisfatta, con fantasie e pulsioni sessuali che non riesce a controllare. In azienda si imbatte nel tirocinante Samuel, che da subito le dimostra un chiaro interesse. Tra i due si accede un’immediata complicità che produce però ripercussioni su ogni fronte della vita di Romy…

Valutazione Pastorale

Si muove tra il dramma esistenziale e il thriller dell’anima, con una tensione erotica di fondo, il film “Babygirl” della regista olandese Halina Reijn, autrice anche della sceneggiatura. Targato A24, l’opera deve molto all’interpretazione intensa e sfaccettata di Nicole Kidman (Coppa Volpi all’81a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia), affiancata da validi comprimari come Antonio Banderas, Harris Dickinson e Sophie Wilde. Un racconto che si avvita tra dinamiche di potere, controllo e desiderio, con riflessioni su femminile e maschile nella società.
La storia. Stati Uniti oggi, Romy è l’amministratrice delegata di un importante gruppo che si occupa di e-commerce e innovazione. La sua vita brilla non solo nel lavoro, ma anche nella dimensione familiare: è sposata da 17 anni con Jacob, un noto drammaturgo, e insieme hanno due figlie adolescenti. Nella vita di Romy non manca nulla. La donna però si sente insoddisfatta, con fantasie e pulsioni sessuali che non riesce a controllare. In azienda si imbatte nel tirocinante Samuel, che da subito le dimostra un chiaro interesse. Tra i due si accede un’immediata complicità che produce però ripercussioni su ogni fronte della vita di Romy…

“Abbiamo tutti una piccola scatola nera – indica Halina Reijn – piena di fantasie proibite (…). Sono affascinata dalla dualità della natura umana e questo film è un tentativo di far luce, senza giudicare, sulle forze contrapposte che compongono le nostre personalità. Per me il femminismo è la libertà di studiare la vulnerabilità, l’amore, la vergogna, la rabbia e la bestia interiore di una donna”. Dalle note di regia la traiettoria del film “Babygirl” appare chiara e inequivocabile: un esplorare le zone d’ombra di una cinquantenne che non manca di nulla, tra realizzazione familiare e professionale, ma la condizione di potere e l’adrenalina costante la spingono a cercare sempre di più. L’opera scandaglia le stanze dell’animo della protagonista che sfida se stessa e le proprie insoddisfazioni, mettendo a repentaglio ogni sua certezza. Tutto barcolla ,nel lavoro e in casa e, a ben vedere, le ripercussioni sulla dimensione genitoriale scivolano in secondo piano senza adeguato approfondimento.

Il film e l’interpretazione della Kidman appaiono di certo coraggiosi, ma l’impianto del racconto non è adeguatamente solido e convincente. I dialoghi spesso scivolano nella banalità, al punto da smorzarne il pathos, e le soluzioni che si susseguono non sempre appaiono pertinenti, ben elaborate, risultando spesso gratuite. Qua e là si colgono intuizioni interessanti, che però appaiono nell’insieme troppo slegate; a livello tematico la questione è governata con fin troppa furbizia, con l’obiettivo di “sedurre” lo spettatore adulto piuttosto che affrontare seriamente la complessità della materia. Inoltre, “Babygirl” ha un’esecuzione abbastanza convenzionale e già vista, che toglie forza alla performance degli attori. Film complesso, problematico.

Utilizzazione

Il film richiede un pubblico adulto.

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