Fiilm di chiusura Giornate degli Autori - 82a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia (2025)
Interpreti e ruoli
Gianni Di Gregorio (Professore), Greta Scarano (Sofia), Iaia Forte (Giovanna), Tom Wlaschiha (Helmut), Anna Losano (Olga), Pietro Serpi (Tommaso)
Soggetto
Roma oggi, un professore ultrasettantenne trascorre placidamente le sue giornate da pensionato scandite da una certa routine. All’improvviso sua figlia Sofia fa ritorno a casa dalla Germania portando con sé i due figli preadolescenti: ha scoperto che il marito Helmut l’ha tradita e non vuole più saperne di lui. Al professore non rimane che occuparsi dei nipoti, provare a consigliare tanto la figlia quanto il genero, e al contempo a salvare la sua amicizia con Giovanna, messa a dura prova dalla sua indecisione e dalle incombenze familiari…
Valutazione Pastorale
Romano, classe 1949, Gianni Di Gregorio ha debuttato tardi dietro alla macchina da presa. Nel 2008 firma la sua opera prima, la commedia “Pranzo di ferragosto”, raccogliendo consensi di critica e pubblico, vincendo anche il David di Donatello come miglior regista esordiente. Negli anni sono seguiti titoli sullo stesso tracciato che ne hanno confermato abilità, umorismo acuto e respiro poetico: “Gianni e le donne” (2011), “Lontano lontano” (2019) e “Astolfo” (2022). A Venezia82 - Giornate degli Autori ha presentato il nuovo film “Come ti muovi, sbagli”, di cui è regista e sceneggiatore (il copione è firmato con Marco Pettenello), una metafora sulla terza età, colta tra affanni familiari e desiderio di sentimenti. Oltre a Di Gregorio, nel cast anche Greta Scarano, Tom Wlaschiha e Iaia Forte. Prodotto da Bibi Film e Rai Cinema, il film è nelle sale con Fandango.
La storia. Roma oggi, un professore ultrasettantenne trascorre placidamente le sue giornate da pensionato scandite da una certa routine. All’improvviso sua figlia Sofia fa ritorno a casa dalla Germania portando con sé i due figli preadolescenti: ha scoperto che il marito Helmut l’ha tradita e non vuole più saperne di lui. Al professore non rimane che occuparsi dei nipoti, provare a consigliare tanto la figlia quanto il genero, e al contempo a salvare la sua amicizia con Giovanna, messa a dura prova dalla sua indecisione e dalle incombenze familiari…
“C'è una cosa – dichiara il regista – della quale noi umani a quanto pare, non possiamo fare a meno: la famiglia. Infatti, cosa c'è di più bello della famiglia? E cosa c'è di più impegnativo della famiglia, con il suo incommensurabile carico d’amore che schiaccia ogni velleità personale, ogni anelito di libertà e di pace? Questo film è dedicato alla famiglia e dunque all’amore, questa forza che ci fa fare cose che non avremmo mai creduto di poter fare, rendendoci allo stesso tempo formichine al lavoro ma anche eroine ed eroi epici”.
Di Gregorio ci regala un altro puntuale sguardo sulla società odierna, servendosi come sempre della sua consueta cifra dolce e semiseria. Ci racconta ancora una volta l’ultima stagione dell’esistenza, la terza età, tra ripetitività, stanchezze varie ma anche un vibrante desiderio di vita, dove c’è posto ancora per amare ed essere amati. L’autore, con stile accorto e brillante, tratteggia un protagonista ancora una volta vicino alla propria età, esplorandone bene la condizione tra luci e chiaroscuri. Il suo sguardo per lo più è rivolto alle tonalità calde, quelle della fiducia e della speranza. Il professore vive in un guscio, in una comfort zone, da cui è scosso dalla figlia Sofia con figli e problemi al seguito, che lo spingono a cercare soluzioni per tutti, soprattutto a preservare i propri spazi di autonomia e a trovare il coraggio di cogliere le tenerezze dell’amore.
“Come ti muovi, sbagli” è una commedia simpatica e gentile, all’apparenza semplice ma a ben vedere segnata da una chiara densità tematica. Un racconto che scivola via su un copione ben scritto, che coniuga realismo e umorismo garbato, regalando suggestioni acute e divertenti. Un cinema che si apprezza con facilità, per la sua scorrevolezza ma anche per i suoi lampi di poesia quotidiana. Consigliabile, brillante, per dibattiti.
Utilizzazione
Programmazione ordinaria e successive occasioni di dibattito.
