In Concorso all'83a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia (2025), Premio speciale della Giuria
Soggetto
Napoli oggi, sotto al Vesuvio si affolla un’umanità variegata, operosa, spaventata dal continuo agitarsi della terra, tra il vulcano e la zona dei Campi Flegrei. A Pompei un gruppo di archeologi giapponesi è al lavoro in una villa romana, nella centrale dei vigili del fuoco si susseguono chiamate di allarme, mentre si lavora alacremente nella pancia di una nave per scaricare il grano ucraino. E ancora un anziano negoziante apre le porte del suo locale a bambini e preadolescenti del quartiere accompagnandoli nello studio…
Valutazione Pastorale
I suoi documentari hanno conquistato critica e pubblico per realismo, linea di racconto e poesia visiva. Con “Sacro GRA” ha trionfato alla Mostra del Cinema nel 2013, con “Fuocoammare”, il racconto del dramma dei migranti nel Mediterraneo, ha vinto l’Orso d’oro a Berlino nel 2016. Ha offerto anche uno sguardo acuto e dolce sui dieci anni di pontificato di papa Francesco nel film “In viaggio” del 2022. Ora Rosi con “Sotto le nuvole” torna in gara a Venezia (2025) cimentandosi nel ritratto della città di Napoli, cogliendone bellezza culturale, paesaggistica e del tessuto umano. Un documentario realizzando con un elegante bianco e nero, pedinando i vari protagonisti in campo a partire da sua maestà il Vesuvio. Prodotto come sempre da Donatella Palermo e Rai Cinema, il film è nelle sale dal 18 settembre 2025.
La storia. Napoli oggi, sotto al Vesuvio si affolla un’umanità variegata, operosa, spaventata dal continuo agitarsi della terra, tra il vulcano e la zona dei Campi Flegrei. A Pompei un gruppo di archeologi giapponesi è al lavoro in una villa romana, nella centrale dei vigili del fuoco si susseguono chiamate di allarme, mentre si lavora alacremente nella pancia di una nave per scaricare il grano ucraino. E ancora un anziano negoziante apre le porte del suo locale a bambini e preadolescenti del quartiere accompagnandoli nello studio…
“Ho girato e vissuto per tre anni all’orizzonte del Vesuvio cercando le tracce della Storia, lo scavo del tempo, ciò che resta della vita di ogni giorno. Raccolgo le storie nelle voci di chi parla, osservo le nuvole, i fumi dei Campi Flegrei. Quando filmo accolgo la sorpresa di un incontro, di un luogo, la vita di una situazione. La sfida del racconto è assecondare l’inquadratura, mentre le storie prendono vita. Il tempo del film è la fiducia di quell’incontro”.
Rosi recupera il suo format narrativo collaudato, componendo un dolce e dolente affresco di Napoli, con i suoi tanti “colori” e chiaroscuri. Quello che colpisce di più è lo sguardo sul tessuto umano, ripreso nel vivere professionale e quotidiano: su tutti l’ascolto partecipe dei vigili del fuoco nella centrale operativa, assaliti da chiamate disparate e disperate; ancora il negoziante-maestro che toglie i ragazzi dalla strada e squaderna loro la bellezza del sapere, come pure i custodi museali che si prendono cura dei reperti archeologici stipati nei sotterranei che forse non incontreranno mai l’occhio del pubblico.
Rosi fa ancora una volta centro, tra osservazione e contemplazione del reale; in “Sotto le nuvole” tornano le specifiche del suo cinema, la forza del suo racconto, la cui unica pecca è forse quella di rimanere un po’ troppo ancorato al suo binario stilistico-narrativo consolidato. Consigliabile, poetico, per dibattiti.
Utilizzazione
Programmazione ordinaria e successive occasioni di dibattito.
