Interpreti e ruoli
Leonardo DiCaprio (Bob Ferguson), Sean Penn (Steven J. Lockjaw), Regina Hall (Deandra), Teyana Taylor (Perfidia Berverly Hills), Chase Infiniti (Willa Ferguson), Benicio Del Toro (Sensei Sergio), Alana Haim (Mae West)
Soggetto
Stati Uniti, inizio anni Duemila. Perfidia Beverly Hills e Bob Ferguson sono a capo di un movimento terroristico armato che punta a ribellarsi alle regole sull’immigrazione sul confine Messico e Stati Uniti. Colpo dopo colpo infiammano la tensione politico-sociale, fino a che l’esercito, guidato dal colonnello Steven J. Lockjaw, non interviene a reprimere duramente la banda. A distanza di sedici anni ritroviamo nascosto in Messico Bob e la figlia sedicenne Willa, avuta con Perfidia, di cui si sono perse ormai le tracce dopo un breve periodo di collaborazione con la giustizia. La tranquillità di Bob viene scossa quando si accorge che il colonnello Lockjaw vuole trovare a tutti i costi Willa…
Valutazione Pastorale
Classe 1970, una decina di titoli all’attivo, Paul Thomas Anderson è un regista statunitense amatissimo da critica e pubblico. Tra i suoi film più noti: “Magnolia” (1999), “Il petroliere” (2007), “The Master” (2012) e “Il filo nascosto” (2017). Torna dietro alla macchina da presa a quattro anni dallo splendido e sognante “Licorice Pizza” (2021) per regalarci un ritratto duro e inquieto dell’America contemporanea. È “Una battaglia dopo l’altra” (“One Battle After Another”), sguardo elettrico e amaro tra rivoluzionari, esercito e suprematisti bianchi in conflitto sulla frontiera tra Messico e Stati Uniti. Protagonisti Leonardo DiCaprio, Sean Penn e Benicio Del Toro, Regina Hall, Teyana Taylor e Chase Infiniti. Targato Warner Bros., il film è nelle sale dal 25 settembre 2025.
La storia. Stati Uniti, inizio anni Duemila. Perfidia Beverly Hills e Bob Ferguson sono a capo di un movimento terroristico armato che punta a ribellarsi alle regole sull’immigrazione sul confine Messico e Stati Uniti. Colpo dopo colpo infiammano la tensione politico-sociale, fino a che l’esercito, guidato dal colonnello Steven J. Lockjaw, non interviene a reprimere duramente la banda. A distanza di sedici anni ritroviamo nascosto in Messico Bob e la figlia sedicenne Willa, avuta con Perfidia, di cui si sono perse ormai le tracce dopo un breve periodo di collaborazione con la giustizia. La tranquillità di Bob viene scossa quando si accorge che il colonnello Lockjaw vuole trovare a tutti i costi Willa…
Punto di forza del racconto è di certo la regia di Paul Thomas Anderson, che firma anche la sceneggiatura e la direzione della fotografia: ha un modo vigoroso e magnetico di governare la macchina da presa; tiene incollato lo spettatore alla storia, nonostante il copione appaia un po’ confuso e ondivago, senza una linea chiara e compatta. La regia di Anderson è determinante per la riuscita del film.
Nel complesso, il copione tocca dei nervi scoperti dell’America contemporanea, anche di stringente attualità: le crescenti tensioni sociali e le dure politiche sui flussi migratori, gli allarmanti rigurgiti di lotta armata come pure le altrettanto problematiche posizioni ideologiche dei gruppi di potere che inneggiano alla supremazia bianca. Insomma, una composizione tematica stratificata e incendiaria, che ruota sulla storia di un padre – sconclusionato, schiantato da droghe e dipendenze – che cerca in ogni modo di salvare la propria figlia, di sottrarla dalla vertigine di violenza e odio che lui e la compagna hanno cavalcato senza remore.
Paul Thomas Anderson picchia duro e mette in scena uno specchio deformante – o forse drammaticamente riflettente – del proprio Paese, usando però la formula del thriller-poliziesco condito con umorismo grottesco. Denuncia e insieme deride con amarezza i tempi difficili della terra “a stelle e strisce”. Un film che non gira agile per la materia narrativa, risultando sovraccarico e incerto, che aggancia però nella visione per lo stile grintoso, sofisticato, dell’autore come pure per interpreti incisivi, che si mettono con generosità a disposizione dello spartito diretto da Anderson. Da segnalare, le musiche di Jonny Greenwood (Radiohead), da tempo fidato collaboratore di Paul Thomas Anderson. Film complesso, problematico.
Utilizzazione
Il film richiede un pubblico adulto.
