Storie poetiche di sofferenza e riscatto, “Tre ciotole” e “Il professore e il pinguino”
sabato 4 Ottobre 2025
Un articolo di:
Sergio Perugini
Davanti agli strappi della vita, il coraggio di tornare a sperare. È questo che accomuna due storie dolorose e poetiche in uscita nelle sale dal 9 ottobre. Racconti che esplorano fragilità e ferite, irradiati però da un ritrovato desiderio di vita. Anzitutto il dramma esistenziale “Tre ciotole” diretto dalla spagnola Isabel Coixet, tratto dall’omonimo romanzo di Michela Murgia del 2023, interpretato con delicatezza e trasporto da Alba Rohrwacher ed Elio Germano, un viaggio doloroso nella fine di un rapporto e nei tornanti della malattia. Non un percorso disperante, bensì uno sguardo onesto, limpido, su vita e morte. Senza timore. Ancora, la commedia con lampi drammatici “Il professore e il pinguino” del britannico Peter Cattaneo, ispirata a una storia vera, raccontata nel libro autobiografico di Tom Michell. Steve Coogan è un professore di Letteratura inglese in un prestigioso college maschile nell’Argentina degli anni ’70, piegata dal clima di terrore per la dittatura militare; un film giocato sulla direttrice de “L’attimo fuggente”, una storia di salvezza che passa dall’amicizia speciale per un pinguino.
“Tre ciotole” (Cinema, 09.10.25)
“‘Tre ciotole’ pone al pubblico una domanda molto semplice ma incredibilmente complessa: Cosa significa essere veramente vivi?”. Così la regista spagnola Isabel Coixet – suoi “Lezioni d’amore” (2008), “Guida per la felicità” (2014), “La casa dei libri” (2017) –, tratteggiando la linea del film “Tre ciotole”, dall’ultimo romanzo della scrittrice Michela Murgia, uscito poco prima della sua comparsa nel 2023. Il progetto è nato dal produttore Riccardo Tozzi con la sua Cattleya – gruppo ITV Studios, che ne ha acquisito i diritti e poi ha proposto la regia alla Coixet; a trovare poi la chiave per valorizzare l’opera è il lavoro compiuto dalla regista insieme allo sceneggiatore Enrico Audenino. Protagonisti, in una performance intensa e di grande controllo, Alba Rohrwacher ed Elio Germano, validamente affiancati da Silvia D’Amico, Galatea Bellugi, Francesco Carril e Sarita Choudhury. Nelle sale con Vision Distribution dal 9 ottobre 2025.
La storia. Roma, quartiere Trastevere, Marta e Antonio sono una coppia da sette anni. Lei insegna educazione fisica in un liceo di zona, lui è uno chef in ascesa. La loro relazione sembra procedere spedita, tra risate e complicità, finché una sera Antonio non le confessa che qualcosa si è rotto. Marta incassa il duro colpo. Sta male, rifiuta l’abbandono, e ha continue crisi di vomito. Ben presto però scopre che quel malessere è anche altro, una malattia aggressiva. Per lei è l’inizio di un percorso difficile, fatto di fragilità e paure, ma anche di una grintosa risposta di volontà e desiderio di futuro…
“Una protagonista (…) che riesce a trovare il suo modo di vivere proprio quando non ha più nulla da perdere”. La regista Coixet governa con grande delicatezza e luminosità un racconto difficile, complicato, perché apparentemente polarizzato su due traumi, quello dell’abbandono e quello della malattia dove emerge lo spettro della morte. Grazie alle pagine dense di senso della Murgia e a un lavoro elegante, puntuale, dei due sceneggiatori, il film trova una solida identità e traiettoria narrativa. “Tre ciotole” racconta sì la fine di un amore, da accettare e metabolizzare, ma è soprattutto un viaggio alla riscoperta di sé, di un rinnovato amore per la vita, nonostante i tiri mancini e le sterzate. Marta è chiamata a un viaggio di attraversamento prima del dolore, per l’improvvisa assenza di Antonio, e poi della paura, quella determinata da una malattia ingombrante e implacabile; un percorso che procede gradualmente, dalle tonalità più nere, quelle della vertigine di smarrimento in cui è piombata, a quelle più luminose del riscatto, riaffermando un amore ardente per la vita, seppure fragile e temporanea.
Il film “Tre ciotole” non si risolve in un percorso “egoistico”, bensì di riconciliazione con se stessi, con la vita e con gli altri, provando a risanare tutti gli irrisolti. Marta, accesa da nuova consapevolezza, non ha più timore di affrontare Antonio, come pure di parlare a cuore aperto con la sorella Elisa o con le sue studentesse. Si riscopre viva, nonostante l’amara sentenza ricevuta, e assapora ogni istante che le resta in pienezza. Ama ed è riamata. Splendidamente diretto e interpretato, “Tre ciotole” è un film notevole e arioso, nonostante il tema, un’opera che rivela anche riverberi educativi per il modo in cui apre una riflessione su malattia e morte con sguardo maturo ed equilibrato, seppure privo di qualsiasi afflato spirituale. Consigliabile, problematico-poetico, per dibattiti.
“Il professore e il pinguino” (Cinema, 09.10.25)
Basato sul libro autobiografico di Tom Michell, “Il professore e il pinguino” (“The Penguin Lessons”) è un piccolo, sorprendente, film che accosta i traumi politico-sociali di un popolo, quello argentino, con la storia di un incontro che cambia la vita, quello tra un professore inaridito e studenti dal futuro appannato. Diretto da Peter Cattaneo – tra i suoi titoli più conosciuti “Full Monty. Squattrinati organizzati” (1997) e “La sfida delle mogli” (2019) – e scritto da Jeff Pope (suoi i copioni di “Philomena” del 2013 e “The Lost King” del 2022), il film è interpretato con passo brillante dal sempre ottimo Steve Coogan (“Philomena”, “Stanlio & Ollio”), con Jonathan Pryce, Vivian El Jaber e Björn Gustafsson. Distribuito da Eagle Pictures, il film è nelle sale dal 9 ottobre. La storia. Buenos Aires 1976, Tom Michell è un professore britannico chiamato a insegnare Letteratura inglese in un prestigioso collegio maschile. Stanco e rassegnato, Tom fatica a trovare contatto con la classe, con i rampolli della società argentina, mentre fuori dalle mura del collegio infiammano tensioni e repressioni per il colpo di Stato appena scoppiato. Durante un fine-settimana a Punta del Este, in Uruguay, si imbatte in un pinguino spiaggiato ricoperto di petrolio; lo salva, lo ripulisce e poi, dopo qualche esitazione, lo porta con sé a Buenos Aires, nascondendolo agli occhi dei più. In poco tempo però la presenza dell’animale si fa sempre meno segreta, a cominciare dalla classe di studenti. Tom si serve del pinguino per ristabilire relazioni nuove, ritrovando anche lui entusiasmo nella vita proprio grazie a quella straordinaria creatura…
Una commedia deliziosa, che si muove con eleganza e delicatezza su un terreno tematico complicato. “Il professore e il pinguino” approfondisce infatti temi articolati, sofferti, a cominciare dalla dittatura militare argentina, teatro di intimidazioni, sparizioni di giovani (desaparecidos) e proteste delle “abuelas de plaza de mayo”; a questo si aggiungono drammi più intimi, come la perdita di un figlio e il difficile percorso di riconciliazione con la vita. Tom Michell è un uomo che ha perso tutto: figlia, matrimonio, carriera, ed è costretto a girare di collegio in collegio, dall’Inghilterra all’America Latina, pur di sbarcare il lunario e tenere lontane le sofferenze. Fugge via dalle proprie fratture. Sale in cattedra, davanti agli studenti, senza slanci di entusiasmo; semplicemente “porta a casa” la lezione. Quando la vita, però, lo mette davanti a una scelta di responsabilità, tra salvare o meno un pinguino finito in trappola, Tom accetta la chiamata e accoglie quella creatura nella propria casa, nella sua vita.
Il piccolo pinguino si fa così metafora di speranza, di cura e cambiamento, capace di scongelare il cuore raggelato di Tom e di rifargli trovare entusiasmo nell’insegnamento. Attraverso il pinguino, il docente riluttante riscopre come tornare a parlare autenticamente ai ragazzi, con cui mette in condivisione le più belle pagine di Letteratura inglese. Tom e i suoi studenti ritrovano fiducia reciproca e riattivano un percorso formativo, edificante, che salva entrambi.
Richiamando “L’attimo fuggente” (1989) di Peter Weir e ancora più il recente “The Holdovers. Lezioni di vita” (2023) di Alexander Payne, “Il professore e il pinguino” si rivela un’opera acuta e raffinata, una commedia brillante che coinvolge e commuove, con non poche suggestioni di senso. Consigliabile, poetico, per dibattiti.