A House of Dynamite

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amore-Sentimenti, Dialogo, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Guerra, Internet, Media, Metafore del nostro tempo, Nuove tecnologie, Potere, Psicologia, Terrorismo
Genere
Drammatico, Thriller, Thriller Politico
Regia
Kathryn Bigelow
Durata
112'
Anno di uscita
2025
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
A House of Dynamite
Distribuzione
Netflix
Soggetto e Sceneggiatura
Noah Oppenheim
Fotografia
Barry Ackroyd
Musiche
Volker Bertelmann
Montaggio
Kirk Baxter
Produzione
Kathryn Bigelow, Greg Shapiro, Noah Oppenheim. Casa di produzione: First Light Pictures, Kingsgate Films, Prologue Entertainment, Netflix

In Concorso all'82a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia (2025)

Interpreti e ruoli

Idris Elba (Presidente USA), Rebecca Ferguson (Olivia Walker), Gabriel Basso (Jake Baerington ), Jared Harris (Reid Baker), Tracy Letts (Anthony Brody), Anthony Ramos (Daniel Gonzalez), Moses Ingram (Cathy Rogers), Jonah Hauer-King (Robert Reeves), Greta Lee (Ana Park), Jason Clarke (Mark Miller), Kaitlyn Dever (Caroline Baker)

Soggetto

Washington, Stati Uniti. Nella Situation Room della Casa Bianca la giornata inizia come tutte le altre. A un certo punto i sistemi rilevano un missile dalla velocità anomala partito in una zona non identificata nell’Asia dell’Est diretto su suolo statunitense. Si attivano immediatamente i canali d’emergenza e in collegamento, a gestire la crisi, tutti i vertici del Paese: il presidente USA, il Pentagono, le basi militari in Alaska e nel Pacifico. Il primo obiettivo è capire la natura del missile, che si sospetta di matrice nucleare, poi stabilire come fermarlo o contenere i danni sul territorio. Dall’altro lato si aprono i canali di comunicazione internazionali con le altre super potenze che hanno arsenali nucleari…

Valutazione Pastorale

È stata la prima a vincere un Premio Oscar come miglior regista. È Kathryn Bigelow, autrice statunitense nota per titoli di grande vigore narrativo e capacità di innovazione come “Point Break. Punto di rottura” (1991), “Strange Days (1995), “The Hurt Locker (2008, sei Premi Oscar compresi quelli per miglior film e regia) e “Zero Dark Thirty” (2012). All’82a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia (2025) si presenta in Concorso con un titolo potente e di forte richiamo: “A House of Dynamite”, che ipotizza un attacco nucleare agli Stati Uniti e il rischio di escalation globale. Un ottimo thriller politico di taglio psicologico scritto da Noah Oppenheim insieme alla stessa Bigelow targato Netflix. Protagonista un cast corale di attori eccellenti: Idris Elba, Rebecca Ferguson, Gabriel Basso, Jared Harris, Tracy Letts, Jason Clarke, Greta Lee, Anthony Ramos, Moses Ingram e Jonah Hauer-King. Con una breve uscita in sala dall’8 ottobre, il film è sulla piattaforma Netflix dal 24 ottobre 2025.
La storia. Washington, Stati Uniti. Nella Situation Room della Casa Bianca la giornata inizia come tutte le altre. A un certo punto i sistemi rilevano un missile dalla velocità anomala partito in una zona non identificata nell’Asia dell’Est diretto su suolo statunitense. Si attivano immediatamente i canali d’emergenza e in collegamento, a gestire la crisi, tutti i vertici del Paese: il presidente USA, il Pentagono, le basi militari in Alaska e nel Pacifico. Il primo obiettivo è capire la natura del missile, che si sospetta di matrice nucleare, poi stabilire come fermarlo o contenere i danni sul territorio. Dall’altro lato si aprono i canali di comunicazione internazionali con le altre super potenze che hanno arsenali nucleari…
“Sono cresciuta in un’epoca – indica la regista – in cui nascondersi sotto il banco di scuola era considerato il protocollo di riferimento per sopravvivere a una bomba atomica. Ora sembra assurdo – e lo era – ma all’epoca la minaccia era così immediata che tali misure venivano prese sul serio. Oggi il pericolo non ha fatto che aumentare. Diverse nazioni possiedono armi nucleari sufficienti a porre fine alla civiltà in pochi minuti. Eppure c’è una sorta di intorpidimento collettivo, una silenziosa normalizzazione dell’impensabile”.
Kathryn Bigelow fa di nuovo centro e prenota un posto in prima fila nella cerimonia degli Oscar 2026. Il suo nuovo film “A House of Dynamite” è straordinariamente potente, attuale e allarmante; ha una regia granitica, accurata e spiazzante, un copione che non presenta sbavature e anzi tiene incollati alla poltrona per tutti i 120 minuti di durata. È un film perfetto per forma, contenuto e stile di racconto. Ha tutto, compresa una carica di denuncia e impegno civile. La Bigelow punta il dito contro il livello di pericolosa incoscienza in cui il mondo è piombato in questo secondo decennio del nuovo Millennio, dove sono ripresi la corsa agli armamenti ed il braccio di ferro tra i Paesi dotati di minacciosi arsenali nucleari. “A House of Dynamite” esplora il momento, i pochi minuti, in cui la quotidianità ordinaria degenera in un incubo distopico: un missile probabilmente nucleare che rischia di impattare in meno di venti minuti su una città da milioni di abitanti come Chicago. In più, una risposta militare che può pericolosamente aprire a conseguenze inimmaginabili per il resto del mondo.
Non è però solo un thriller ben governato, spezza-fiato. È anche l’acuto e profondo racconto del dramma umano, psicologico, vissuto dalle figure politico-istituzionali e militari in prima linea nell’attività di difesa, scisse in un duplice condizione: da un lato garantire la massima prestazione come servitori dello Stato, mettendo la sicurezza dei civili, del Paese, al primo posto; dall’altro, il dramma personale, il pensare a familiari (mogli, mariti, figli, genitori, parenti e amici) che si vorrebbe allertare o chiamare anche solo per un ultimo, disperato, saluto. Un dissidio interiore dove le ragioni di Stato spingono a silenziare quelle del cuore, anche se in ballo c’è la fine di tutto.
Con “A House of Dynamite” la Bigelow firma un’opera di grande cinema, per stile e densità tematica, capace di lasciare allo spettatore importanti e allarmanti interrogativi sul nostro presente, sulla nostra casa imbottita di pericoloso e fatale esplosivo. A imprimere ritmo e pathos le incalzanti musiche di Volker Bertelmann (“Niente di nuovo sul fronte occidentale”, Premio Oscar; “Conclave”). Consigliabile, problematico, per dibattiti.

Utilizzazione

Programmazione ordinaria e successive occasioni di dibattito. Il film è direzionato a un pubblico adulto e di adolescenti accompagnati.

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