
Presentato alla 20a Festa del Cinema di Roma
Interpreti e ruoli
Edoardo Leo (Paolo), Teresa Saponangelo (Michela), Javier Francesco Leoni (Mattia), Giorgio Montanini (Nicola), Eleonora Giovanardi (Rosa), Giulia Jelo (Rosalia), Daniele Parisi (Dr. Giorgi)
Soggetto
Paolo ha poco più di quarant’anni, è sposato con Michela ed è papà di Mattia, undicenne acuto e brillante. La loro quotidianità è spensierata, fatta di sorrisi e complicità. All’improvviso una crepa, che minaccia di inghiottire tutto. Paolo ha avuto una diagnosi implacabile: Alzheimer precoce, aggressivo. Così fa di tutto per vivere al meglio il tempo in cui i ricordi non vacillano, prendendosi un congedo dal lavoro per seguire il figlio Mattia, dandogli insegnamenti utili per quando sarà grande: farsi la barba, il nodo alla cravatta o imparare a guidare la macchina. Michela e Mattia sono sempre al suo fianco, pronti a sorreggere i suoi sorrisi anche quando Paolo non ne sente più motivo…
Valutazione Pastorale
“È giusto trattare un argomento così terribile provando a usare toni più leggeri?”. Così il regista-sceneggiatore Alessandro Aronadio (“Era ora”, 2022) nel presentare il suo nuovo film “Per te”, ispirato alla famiglia Piccoli segnata da una rara forma di Alzheimer precoce che ha colpito il papà Paolo poco più che quarantenne, e la risposta di forza e luminosità del figlio undicenne Mattia e della moglie Michela. In particolare, la resilienza e l’amore di Mattia per suo padre sono diventati un caso nazionale nel 2021 quando il presidente Sergio Mattarella ha nominato il ragazzo Alfiere della Repubblica. Scritta da Aronadio con Ivano Fachin e Renato Sannio, la loro storia è diventata un film interpretato con grande intensità e prudenza da Edoardo Leo, Teresa Saponangelo, Javier Francesco Leoni e Giorgio Montanini. Prodotto da Piper Film, Lungta, Alea e Netflix, “Per te” è nei cinema dal 17 ottobre.
La storia. Paolo ha poco più di quarant’anni, è sposato con Michela ed è papà di Mattia, undicenne acuto e brillante. La loro quotidianità è spensierata, fatta di sorrisi e complicità. All’improvviso una crepa, che minaccia di inghiottire tutto. Paolo ha avuto una diagnosi implacabile: Alzheimer precoce, aggressivo. Così fa di tutto per vivere al meglio il tempo in cui i ricordi non vacillano, prendendosi un congedo dal lavoro per seguire il figlio Mattia, dandogli insegnamenti utili per quando sarà grande: farsi la barba, il nodo alla cravatta o imparare a guidare la macchina. Michela e Mattia sono sempre al suo fianco, pronti a sorreggere i suoi sorrisi anche quando Paolo non ne sente più motivo…
“In questo film – ha affermato il regista – la diagnosi doveva essere raccontata come un tragico scherzo, una dichiarazione d’intenti, nostra e della vita (...). Perché ‘Per te’ racconta anche questo: due approcci diversi alla tragedia. Il primo, più leggero, di chi vive la commedia come modo per esorcizzare il dolore. L’altro, più concreto e pragmatico, ricorda che la risata è una medicina ma non può essere un’eterna via di fuga, e che a un certo punto le cose vanno attraversate (…). Paolo e Michela nel film incarnano questi due approcci e durante l’arco della storia ognuno, credo, finisce per imparare qualcosa dall’altro”.
“Per te” è un’opera che danza con passo leggero su un tema-vertigine che schianta, da cui si vorrebbe fuggire. Rispetto al recente, e altrettanto delicato, “Familiar Touch” (2025), il film italiano si serve dell’umorismo gentile per governare una materia incandescente, senza mancare di rispetto a chi abita la malattia, alle famiglie coinvolte nella tempesta dello smarrimento e del dolore. “Per te” è una bellissima storia d’amore, tra un marito e una moglie, tra un padre e un figlio. Il viaggio di un uomo nelle terre della paura – è la sfida più grande per Paolo, arrivare a dire al figlio undicenne “ho paura” – e dell’ignoto, senza però sentirsi mai solo, senza appigli o tenerezza. Un’opera che non ristagna nella malattia e nel dolore, bensì nella vita che brilla nella quotidianità familiare. E laddove Paolo non riesce più a trattenere i ricordi, sono Mattia e Michela a farlo per lui, a colorare i dettagli mancanti dalle sue giornate.
Edoardo Leo regala ancora una volta un’interpretazione misurata e vibrante, come pure Teresa Saponangelo; sorprende poi la spontaneità gentile di Javier Francesco Leoni, che sagoma Mattia. “Per te” non è un film ricattatorio, al contrario. Ha un respiro, per quanto possibile, arioso e lieve, che regala una dolce commozione. Consigliabile, poetico, per dibattiti.
Utilizzazione
Programmazione ordinaria e successive occasioni di dibattito.