Anteprima “I Roses”. Se l’amore fa scintille con Olivia Colman e Benedict Cumberbatch
martedì 26 Agosto 2025
Un articolo di:
Sergio Perugini
Andrebbe visto in lingua originale. Non solo per apprezzarne copione e senso, ma principalmente per la performance di due pilastri della recitazione britannica: la Premio Oscar Olivia Colman e Benedict Cumberbatch. I due condividono per la prima volta il set di un film, “I Roses” (“The Roses”), nuovo adattamento del romanzo di Warren Adler, reso celebre al cinema dal film “La guerra dei Roses” (1989) di e con Danny DeVito, interpretato da una delle coppie artistiche più apprezzate degli anni ’80, Kathleen Turner e Michael Douglas. “I Roses”, diretto da Jay Roach (suoi “Bombshell. La voce dello scandalo”, “Ti presento i miei” e “Mi presenti i tuoi?”) e sceneggiato da Tony McNamara (per Lanthimos ha firmato “Povere Creature!” e “La favorita”), si rinnova e si attualizza per stile, linea di racconto e adattamento. Vero perno del film sono i due protagonisti, Colman e Cumberbatch, talmente bravi e brillanti da dominare su tutto il resto, con il rischio di fagocitarlo. Nei cinema dal 27 agosto distribuito da Searchlight (Disney).
Amore e coltelli
Inghilterra. Theo è un architetto che fatica a conformarsi alla visione dello studio in cui lavora. Un giorno incontra casualmente Ivy, chef in un ristorante, ed è subito amore a prima vista. I due si spostano Oltreoceano in cerca di fortuna. All’inizio è Theo ad affermarsi professionalmente, mentre Ivy mette da parte il suo talento per crescere i figli. Incoraggiata dal marito, però, si rimette ai fornelli aprendo un ristorante specializzato nella cucina dei granchi e in poco tempo il locale si afferma con successo, andando oltre i confini locali. La velocità con cui Ivy si impone nel panorama della cucina e dei media statunitensi è inversamente proporzionale agli insuccessi di Theo che, rimasto senza lavoro, si dedica alla crescita dei figli. La loro armonia inizia progressivamente a scricchiolare e le parole volano come fendenti, coltelli affilatissimi…
Attori maestosi che divorano il copione
“Il mondo di oggi è diverso da quello degli anni Sessanta o Settanta. Dal punto di vista economico, la vita era un po’ più semplice”. Indica così Tony McNamara, che aggiunge: “C’erano meno messaggi che dicevano alle persone che dovevano essere speciali. Si poteva vivere una vita bella e felice e, se il matrimonio e la famiglia funzionavano, questo era sufficiente. Ma per Theo e Ivy, come artisti di oggi, la pressione è diversa. Il sistema capitalista allontana le persone, le separa. Non è la condizione ideale per un matrimonio felice”.
Lo sceneggiatore di fiducia di Lanthimos riesce a discostarsi dall’“ingombrante” confronto con il film cult anni ’80 “La guerra dei Roses”, riprendendo in mano il romanzo di Warren Adler e imprimendogli una decisa attualizzazione, con sfumature ironiche ai confini del grottesco. Il copione è centrale in una guerra verbale tra due coniugi che partono felici ma poi lasciano crescere tra loro silenzi, invidie e distanze, al punto da accendere un furioso falò di incomprensioni e ripicche. La regia di Jay Roach pedina i movimenti della coppia, mantecando il conflitto nel corso dei 110 minuti di narrazione, fino a un valzer finale a colpi di piatti, coltelli e fuochi d’artificio.
Il film, come nell’originale, descrive la parabola di una coppia che parte dai lidi dell’armonia e dell’intesa per navigare nel mare aperto di un amore adulto, esposto al logoramento della vita, con tutte le sue sorprese e tiri mancini. Finché c’è lavoro, i figli sono piccoli, Theo e Ivy sono felici, funzionano come coppia e come genitori. Quando Ivy, su sollecitazione di Theo, si rimette in gioco nel lavoro, dietro ai fornelli, e lui, per uno scherzo del destino, lo perde improvvisamente, la prospettiva si ribalta. L’armonia è raggelata, la fatica incalza e la coppia inizia a muoversi in maniera asincrona. Theo e Ivy si guardano a distanza, perdendo l’abitudine di ascoltarsi, supportarsi e spronarsi. Il punto di rottura arriva quando i figli lasciano casa per una borsa di studio; per ritrovare slancio, Ivy incoraggia Theo a costruire la loro casa dei sogni, ma il progetto diventa un cantiere di tensioni piuttosto che un balsamo ristoratore. E la cena inaugurale della nuova casa – con un sistema di domotica governato da un assistente virtuale di nome Hal, e il riferimento va al computer di “2001: Odissea nello spazio” – diventa il teatro di uno scontro aperto, dove le armi non sono solo le parole di risentimento che i due si scambiano.
Le premesse di un’attualizzazione, dunque, ci sono tutte. Il film, però, sconta tonalità sarcastico-grottesche a volte debordanti e una serie di dispersioni narrative inutili; il vero “problema” del film, a ben vedere, è la presenza imponente dei due interpreti, Olivia Colman e Benedict Cumberbatch, inappuntabili e superlativi per giochi verbali, espressivi e recitazione in generale. Da soli sono il film, da soli divorano il film. Soprattutto perché copione e regia non sono così forti da bilanciare la forza centripeta dei due protagonisti, che sembrano impegnati in un (eccellente!) “esercizio di stile” più che indossare le maschere di due personaggi.
Nell’insieme, “I Roses” è un film godibile per un pubblico adulto; un titolo che sembra “d’evasione”, ma in realtà dissemina amarezza e sconforto. L’elegia di un amore stonato. Complesso, problematico-brillante, per dibattiti.