Convince il cartoon “Elio”, inno alla pace e all’amicizia sul tracciato di “E.T.”

venerdì 20 Giugno 2025
Un articolo di: Sergio Perugini

Piccoli, grandi, eroi. La Disney racconta il mondo dell’infanzia tra sogni avventurosi e temi-valori che fanno scuola. È così anche per l’ultimo film animato “Elio”, 29° lungometraggio del comparto Pixar. Alla regia Domee Shi, Madeline Sharafian e Adrian Molina. È la storia dell’undicenne Elio, rimasto orfano e affidato alla zia Olga, che sogna di incontrare gli alieni e di fuggire nello Spazio. Un titolo colorato e coinvolgente che omaggia i classici del genere come “E.T. L’extra-terrestre”, ma a ben vedere mette a tema anche topos di stringente attualità come isolamento e solitudine nella società che spesso i bambini (ma non solo) sperimentano; e anche il valore dell’amicizia e della solidarietà, soprattutto in momenti difficili dove sono in gioco dialogo e cultura della pace. Ancora, in sala per gli stomaci più forti il thriller-horror distopico “28 anni dopo” di Danny Boyle, su copione di Alex Garland, che torna sul sentiero del popolare “28 giorni dopo” (2002) per raccontare un mondo deragliato, infestato da un minaccioso virus, con una comunità umana sempre più isolata e sospettosa, ostaggio di una violenza senza tregua.

A COSMIC MISADVENTURE – When Elio (voice of Yonas Kibreab), a space fanatic with an active imagination and a huge alien obsession, is beamed up to the Communiverse, an interplanetary organization with representatives from galaxies far and wide, he must form new bonds with eccentric alien lifeforms, including Glordon (voice of Remy Edgerly), a tender-hearted princeling. Directed by Madeline Sharafian, Domee Shi and Adrian Molina, and produced by Mary Alice Drumm, Disney and Pixar’s “Elio” releases in theaters June 13, 2025. © 2024 Disney/Pixar. All Rights Reserved.

“Elio” (Cinema, 18 giugno)
Il primo giro di note è malinconico, poi decolla un’avventura spaziale colorata e briosa, sintonizzata sui valori dell’amicizia, della pace e della speranza. È “Elio”, nuovo cartoon della Disney-Pixar che mette a tema la vita oltre il pianeta Terra, ma anche i traumi nell’infanzia, l’elaborazione del lutto, la custodia della famiglia e dei legami d’amicizia. A dirigere il film Domee Shi (“Red” del 2022, Premio Oscar per il corto “Bao” del 2019), Madeline Sharafian (il corto “La tana”, 2020) e Adrian Molina (“Coco”, 2017). Tra le voci italiane Alessandra Mastronardi, Adriano Giannini, Lucio Corsi, Neri Marcorè e Andrea Fratoni. Ventinovesimo titolo della Pixar, il cartoon è nelle sale dal 18 giugno 2025.
La storia. Elio Solís è un undicenne orfano affidato alla zia Olga, maggiore dell’Air Force. Elio si sente sempre fuori posto, senza amici e incapace di provare felicità. Convinto che esista una vita nello Spazio, è costantemente attaccato a una radio multifrequenze in cerca di messaggi alieni, lanciando “SOS” per farsi venire a prendere. Alla fine, la sua richiesta viene accolta ed è teletrasporto nel Comuniverso, un’organizzazione interplanetaria guidata da leader provenienti da varie galassie. Per Elio è un sogno che si avvera. In poco tempo stringe amicizia con l’alieno Glordon, una creatura tenera e gentile, figlio però dello spietato conquistatore Grigon. Elio proverà a salvare il suo nuovo amico dal violento destino tracciato per lui dal padre e al contempo a ritrovare un modo per ricongiungersi con la Terra, con la zia Olga…

“È uno strano bambino ossessionato dall’idea di essere rapito dagli alieni. Si sente come molti di noi tendono talvolta a sentirsi: solo, indesiderato, come se nessuno lo capisse. Elio pensa che non ci sia nulla per lui sulla Terra e sogna di andare su un altro mondo dove possa essere accettato per ciò che è”. Così la regista Domee Shi, tratteggiando il profilo del protagonista Elio.  Il personaggio conquista subito lo spettatore perché accosta difficoltà dell’infanzia con la luminosa energia positiva tipica dei bambini, che vedono possibilità anche là dove non sembra essercene traccia. I bambini hanno un coraggio verde brillante, quello dei sogni, degli ideali, che non indietreggia davanti alle paure. Le sfumature caratteriali di Elio ricordano la dolcezza e il trasporto dei personaggi Pixar in “Coco” (2017), “Luca” (2021) o “Red” (2022). Bambini che, seppur solitari o incompresi dagli adulti sono portatori di fiducia; bambini che accedono le loro avventure con i colori brillanti della possibilità.

SPACE FANATIC – Elio (voice of Yonas Kibreab) is a space fanatic with an active imagination who finds himself on a cosmic misadventure where he must form new bonds with eccentric alien lifeforms, navigate a crisis of intergalactic proportions and somehow discover who he is truly meant to be. Directed by Madeline Sharafian, Domee Shi and Adrian Molina, and produced by Mary Alice Drumm, Disney and Pixar’s “Elio” releases in theaters June 20, 2025. © 2025 Disney/Pixar. All Rights Reserved.

Elio ha perso tutto troppo presto: non ha più genitori, non vive più nella sua casa e ha dovuto ricominciare da capo insieme alla zia Olga, che per quanto si adoperi fatica a essere genitore, sempre assorbita dal lavoro. Elio costruisce così strumenti radio per lanciare messaggi nello Spazio, chiedendo a gran voce che qualcuno da altri pianeti o galassie lo venga a “rapire”, lo porti lontano dall’infelicità che sperimenta sulla Terra. I temi dell’infanzia ferita sono evidenti, ma la Disney-Pixar usa il suo talento creativo per ribaltare la prospettiva nell’orizzonte della possibilità: Elio compie la sua fuga-impresa nello Spazio, ma ben presto comprende che nessun posto è come la sua casa e che l’infelicità non si sconfigge sottraendosi al dolore, bensì affrontandolo e attraversandolo, chiedendo magari aiuto a chi è accanto. Elio impara il valore del Noi, del Noi solidale, e così sconfigge i suoi mostri interiori.
Tanti i riferimenti culturali del cartoon Pixar. In testa, per il legame d’amicizia tra Elio e Glordon “E.T. L’extra-terrestre” (1982) di Steven Spielberg. Ma non solo: qua e là tracce di titoli ancorati alla memoria del cinema hollywoodiano anni ’80 come “I Goonies” (1985) di Richard Donner, “Explorers” (1985) di Joe Dante, “Navigator” (1986) di Randal Kleiser e “La storia infinita” (1984) di Wolfgang Petersen, senza dimenticare la serie cult Netflix “Stranger Things” (2016-25) dei Duffer Brothers. “Elio” è un film animato delicato e divertente, profondo e colorato, capace di mettere d’accordo grandi e piccoli. Consigliabile, semplice-poetico, per dibattiti.

Jamie (Aaron Taylor-Johnson) and his son Spike (Alfie Williams) in Columbia Pictures’ 28 YEARS LATER.

“28 anni dopo” (Cinema, 18 giugno)
Uscito nel 2002, “28 giorni dopo” è diventato un titolo in tendenza nel corso del 2020 con l’imperversare del Covid-19. In molti hanno colto delle somiglianze con la cornice distopica del film. Tale interesse ha spinto il regista Danny Boyle – Premio Oscar per “The Millionaire” (2008) – a realizzarne un nuovo capitolo insieme allo sceneggiatore Alex Garland (suo l’incisivo “Civil War” del 2024). È nato così “28 anni dopo” (“28 Years Later”), thriller-horror nelle sale dal 18 giugno 2025 targato Sony. Protagonisti Ralph Fiennes, Jodie Comer e Aaron Taylor-Johnson.
La storia. Inghilterra del Nord, nella piccola isola-bunker “Holy Island” vive una comunità di sopravvissuti al letale virus della rabbia. Il preadolescente Spike è chiamato a una prova di coraggio: insieme al padre Jamie deve tornare sulla terra ferma, rischiando di imbattersi in umani infetti. Il ragazzo è segretamente intenzionato a trovare un dottore che possa curare la madre Isla…

Spike (Alfie Williams), Isla (Jodie Comer) and Dr. Kelson (Ralph Fiennes) in Columbia Pictures’ 28 YEARS LATER.

“La scelta di lavorare sul genere horror si lega al fatto che il mondo odierno diventa sempre più incomprensibile e l’horror sembra una risposta adatta a descrivere ed esorcizzare tale sensazione di paura”. Così il regista Boyle, perimetrando il racconto, chiarendone genere e svolgimento. Pur esplorando i sentieri del cinema da brivido, l’autore non perde la sua vis creativa attenta e acuta: attraverso una storia di violenze e zombie ci offre pungenti suggestioni sul nostro presente, sulle paure dell’uomo e le sue incertezze. Un lavoro che ricorda non poco l’efficace serie Hbo “The Last of Us” (dal 2023). “28 anni dopo”, infatti, racconta di un mondo ormai deragliato fuori dagli ancoraggi della democrazia, una società che è ripiombata in un nuovo Medioevo fatto di città fortezza, violenza e sospetto. In questo scenario post-apocalittico, l’adolescente Spike coltiva un desiderio diverso: crede che esista ancora qualcosa di non contaminato, e soprattutto si batte per salvare la madre affetta da una malattia sconosciuta.
“28 anni dopo” mette a tema anche il pericolo per lo smottamento delle istituzioni democratiche (del resto lo sceneggiatore lo ha raccontato in “Civil War”), della violenza sociale deflagrata per il virus detto “rabbia” (nomen omen) come pure del grande rimosso della morte, svuotata della sua componente spirituale. E proprio la religione, la dimensione della fede, appare distorta se non del tutto assente. All’inizio del film, infatti, troviamo un pastore anglicano tratteggiato come folle e fanatico, dal quale si attiverà una pericolosa deriva accennata nei volteggi finali della storia. Nel complesso, “28 anni dopo” è un titolo di genere, fosco e violento, che suggerisce però occasione di riflessione proprio per il duetto creativo Boyle-Garland; una suggestione claustrofobica sul deragliamento sociale che si direziona di certo verso un pubblico adulto. Complesso, problematico.

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