Dentro la Tv: Su Netflix la serie noir “Sara. La donna nell’ombra”
lunedì 9 Giugno 2025
Un articolo di:
Sergio Perugini
Eroi di Napoli. Lo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni nell’ultimo decennio è stato “scoperto” dal piccolo schermo e incoronato re del noir italiano. Ma non solo. Le sue creature letterarie sono diventate personaggi iconici, di grande richiamo: il commissario Luigi Ricciardi (Lino Guanciale), il commissario Giuseppe Lojacono (Alessandro Gassmann, “I bastardi di Pizzofalcone”) e l’assistente sociale Mina Settembre (Serena Rossi). Serie di grande fascino, che si snodano tutte nella città di Napoli, ritratta ora con tonalità livide ora con lampi di colore acceso e atmosfere “chiassose”. Su Netflix, dal 3 giugno 2025, c’è una sua nuova creatura, altrettanto splendida e magnetica: è Sara, ex agente dei servizi segreti protagonista del noir-poliziesco “Sara. La donna nell’ombra”. A interpretarla l’ottima Teresa Saponangelo; accanto a lei come comprimari gli altrettanto validi Claudia Gerini (Teresa), Flavio Furno (Pardo), Chiara Celotto (Viola) e Carmine Recano (Massimiliano).
La storia. Napoli oggi, Sara è un ex agente dei servizi che vive nell’anonimato. Non ha più slanci, perché ha perso tutto, in primis l’amore. Nel cuore della notte viene chiamata sul luogo dell’incidente dove è morto suo figlio trentenne. Sara non lo vedeva dai tempi della sua infanzia, quando aveva lasciato casa e famiglia per entrare nei servizi. La morte del ragazzo riapre vecchie ferite, così decide di rimettersi in pista e indagare…
Pros&Cons. A firmare i sei episodi è Carmine Elia, regista esperto in racconti di tensione: tra i suoi lavori “Il sistema” (2016), “La porta rossa” (2017), “Mare fuori” (2020) e “Sopravvissuti” (2022). La sceneggiatura è di Donatella Diamanti, Mario Cristiani e Giovanni Galassi. “Sara. La donna nell’ombra” è una serie che si presenta subito con grande magnetismo. Anzitutto per la linea di racconto, grintosa e intricata, che si dipana bene lungo gli episodi senza perdere in smalto o pathos. Punto di forza, poi, sono i personaggi, le caratterizzazioni, a cominciare da quello di Sara: lei è una donna stratificata, coraggiosa e dolente, che governa emozioni e rimpianti con piglio granitico. Ha sacrificato tutto per la sua professione e per l’amore per il collega Massimiliano, accettando di lasciare marito e figlio piccolo. Un rimorso che l’ha sempre logorata sottotraccia ma mai bloccata nell’azione; quando poi il ragazzo viene investito (incidente o omicidio?) Sara decide di uscire dalla zona grigia in cui si è rintanata e va a caccia della verità, a costo di svegliare anche sofferenze sopite. Si prende cura, inoltre, di Viola, la compagna del figlio, e del bambino che porta in grembo: è un modo per mantenerne viva la memoria e al contempo per espiare le proprie colpe. Battendosi per la verità, Sara torna a vivere. Va precisato, però, che il suo personaggio è sfaccettato, mai scontato o prevedibile: Sara è spigolosamente cinica, non incasellabile nella polarizzazione bene-male. Sa essere trascinante, ironica ma anche tagliente, disposta a muoversi sulla linea di confine tra luce e ombra, senza appartenere all’una o all’altra. Una serie ottima, intricata e sfidante. Complessa, problematica, per dibattiti.