“Intrigo internazionale”. È il titolo che richiama uno dei capolavori di Alfred Hitchcock firmato nel 1959. Il tracciato di tensione e depistaggi ben si adatta a descrivere la serie contemporanea “Vigil” ideata da Tom Edge e George Aza-Selinger e realizzata a partire dal 2021 dal team produttivo Bbc-Itv e World Productions (gli stessi produttori di successi granitici come “Bodyguard” o “Line of Duty”). La prima stagione di “Vigil” – 6 episodi da 50 minuti, trasmessa in Italia su Sky e Now – ha subito fatto registrare un chiaro interesse per l’originalità del racconto, che si muove nel genere crime-poliziesco di respiro internazionale, con personaggi dalla forte caratterizzazione. “Vigil”, infatti, raccontava la morte sospetta di un sottufficiale della Royal Navy a bordo del sottomarino atomico HMS Vigil; a condurre le indagini l’ispettore capo della polizia scozzese Amy Silva, interpretato con efficacia da Suranne Jones (“Doctor Foster”), affiancato dall’ispettrice Kirsten Longacre (la sempre brava Rose Leslie, dal set del “Trono di Spade” e “Downton Abbey”). Visto l’alto riscontro tra critica e pubblico, i produttori hanno deciso di dare un seguito alle loro avventure investigative. “Vigil 2” è stata messa in onda nel Regno Unito a fine 2023, in Italia sempre su Sky e Now nella primavera-estate 2025.

La storia. Scozia, oggi. Durante una simulazione bellica della Royal Air Force, uno dei droni da combattimento (APR) viene dirottato e utilizzato per attaccare i soldati e le autorità coinvolte nella dimostrazione. A investigare sulla strage viene chiamata l’ispettrice capo della polizia Amy Silva. Accanto a lei la fidata Kirsten Longacre, ispettrice di polizia nonché compagna della Silva, incinta al settimo mese. Il quadro investigativo si fa subito complesso, imponendo ad Amy di partire per il Medio Oriente. A portare avanti le indagini su suolo scozzese Kirsten con il collega dei servizi MI5 Daniel Ramsay…

Pros&Cons. Il crime-poliziesco di matrice britannica senza dubbio ha una marcia in più, per dinamica, linea di racconto e messa in scena. La prima stagione di “Vigil” è riuscita in 6 episodi a mantenere una valida tensione narrativa e compattezza di racconto. Purtroppo, la seconda procede come minore efficacia e intensità. Anzitutto lo specifico della serie era l’investigativo a bordo del sottomarino Vigil, da cui ricavava il nome; per la seconda si smarrisce, perché si è passati dalla Royal Navy alla Royal Air Force, sul tema dei droni da guerra. Di certo la serie centra l’attualità del conflitto in Medio Oriente, con tutte le varie problematiche; a ben vedere, però, si evince una certa forzatura nell’ossatura del racconto, chiamata a garantire a tutti i costi un futuro narrativo a degli ottimi personaggi, in testa la protagonista Amy Silva, che Suranne Jones cesella con grande grinta e precisione. Il rischio è che il magnetismo di un personaggio fagociti tutto il resto, dinamica e struttura del racconto compresi. In più, il copione si sovraccarica di temi nel perimetro del politicamente corretto, al punto da perdere mordente. Serie complessa, problematica, per un pubblico adulto.

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