Festa del cinema: apre “La vita va così” di Riccardo Milani. Inno alla resilienza e al riscatto morale

giovedì 16 Ottobre 2025
Un articolo di: Sergio Perugini

La giusta apertura della 20a Festa del Cinema di Roma (15-26 ottobre 2025). È “La vita va così” di Riccardo Milani, con Virginia Raffaele, Aldo Baglio e Diego Abatantuono, un film che, muovendosi lungo il binario della commedia, offre un acuto e vibrante messaggio di resilienza e riscatto morale. Una storia locale, radicata nel territorio sardo – la vicenda del pastore Ovidio Marras –, ma dai riverberi universali, abitata dall’“indignazione” civile e dalla speranza. Un film che profuma di Sardegna, raccontata in tutta la sua poetica bellezza ma anche nei suoi chiaroscuri. Una terra, afferma Milani, “da cui arrivano ancora segnali di resistenza etica e umana”. Firma il copione il regista con Michele Astori. La produzione è Our Films e Wildside, PiperFilm, Medusa e Netflix. Dopo la prima al festival capitolino, nelle sale dal 23 ottobre.

Dignità non negoziabile
Sud della Sardegna, 1999. Efisio Mulas è un pastore in là con gli anni, che conduce una vita semplice e dolcemente ripetitiva. Ogni giorno porta al pascolo le vacche sulla riva della spiaggia vicino al suo casolare. Così facevano suo padre, suo nonno e il bisnonno. Il suo mondo viene scosso quando un capo-cantiere, con ruspe al seguito, si presenta alla porta con la richiesta di acquisto della sua casa e della sua terra: la proprietà è un “ostacolo” alla realizzazione di un resort di lusso in via di costruzione da una delle più influenti aziende del Paese con sede a Milano. Efisio è fermo nella sua decisione: la terra non si vende, a nessun prezzo. E così rifiuta offerte milionarie, nello stupore dei più. A comprendere le ragioni dell’uomo è solo la figlia Francesca. L’azienda prova ogni strategia per convincere l’anziano pastore, ricorrendo anche a intimidazioni o pressioni sulla comunità locale, desiderosa solo di lavoro e sviluppo per il territorio. Efisio però non cede. E proprio nel momento in cui tutti lo lasciano solo, non arretra anzi denuncia…

La parabola di un popolo
“Non è solo la storia di un uomo che ha avuto il coraggio di dire di no”. Sono le parole di Riccardo Milani, che dà il tracciato del suo film “La vita va così”. “È anche la storia – aggiunge – ispirata ad una vicenda reale, di una comunità del nostro Paese stretta tra la necessità del lavoro e il rispetto del territorio, dove capita da sempre di essere messi uno contro l’altro, dove il conflitto porta spaccature, dolore e sofferenza.Ed è in storie come questa che cerco l’umanità che è rimasta nascosta in ognuno di noi, cercando sempre un punto di incontro possibile tra fronti opposti anche quando l’ostilità, fomentata, sembra prevalere. Forse per ricordarci ogni tanto quello che siamo tutti: esseri umani, con valori universali, dall’onestà al coraggio, dalla dignità alla coerenza, valori che attraversano le mode, il tempo e la Storia”.

“Imperfetto”, ma con l’anima
Riccardo Milani fa ancora una volta centro. Il suo cinema nel segno della commedia brillante, ma dal sottotesto sociale-drammatico, ha trovato larghi consensi negli anni, perché abitato da temi di stringente attualità, di impegno civile, declinati però in maniera accessibile. Tra i titoli più noti: “Benvenuto Presidente!” (2013), “Scusate se esisto!” (2014), “Come un gatto in tangenziale” (2017), “Grazie ragazzi” (2023) e “Un mondo a parte” (2024).
Con “La vita va così” tratteggia un racconto che omaggia il popolo sardo, ma al contempo offre una bella, coinvolgente, parabola di riscatto per il nostro presente.Dà voce al coraggio del singolo, alla sua integrità morale e valoriale, davanti alle seduzioni del dio-denaro e alle pressioni di influenti gruppi economici. Recuperando la storia vera del pastore sardo Ovidio Marras, rimarca la forza morale e fisica di un uomo anziano che respinge gli assalti di imprenditori rampanti e senza scrupoli per difendere la sua terra e il libero accesso al mare. Un uomo cui è stata messa contro anche la sua gente, che chiede più posti di lavoro e sviluppo del territorio, e che finisce col cedere alle sirene di chi viene da lontano e promette il paese dei balocchi. “La vita va così” è un film che all’inizio procede prevedibile, inciampando qua e là in scivolate di banalità e soluzioni comiche stereotipate: e in questo non risparmia neanche la Chiesa, nel ritratto di preti o vescovi; istantanee macchiettistiche datate, che fanno il verso alla commedia di un tempo, non offensive ma senza mordente.
Poi la storia però prende vigore e velocità, eMilani avvolge il film con colori vibranti, tra impegno civile e lampi di poesia. Attraverso la figura di Efisio e di sua figlia Francesca – gli ottimi Giuseppe Ignazio Loi e Virginia Raffaele –, offre un bellissimo ritratto del popolo sardo, della sua fierezza, della sua forza caratteriale e morale, soprattutto nel custodire la terra, il valore delle tradizioni. In questo, una delle scene più emozionanti è l’incontro tra un personaggio “misterioso” interpretato con sentimento da Geppi Cucciari e l’anziano Efisio, che si “riconoscono” e si parlano in dialetto, nella lingua sarda, lasciando andare emozioni di un amore atavico per le proprie origini. “La vita va così” è un film che presenta qualche ingenuità o “imperfezione”, soprattutto tra snodi narrativi o soluzioni di regia, ma è un’opera che conquista, diverte e commuove perché ha un’anima. È un film profondamente attuale, sincero, edificante, che riafferma l’azzardo del coraggio e il sogno della speranza. Il bisogno di saper dire no alla corruzione, sociale e morale. Esiste sempre una possibilità, quella del pastore Davide contro il gigante Golia. Consigliabile, brillante-poetico, per dibattiti.

Forse ti interessa anche:

Sfoglia l'archivo
Ricerca Film - SerieTv
Ricerca Film - SerieTV