Il primo film della giornata è stato “Monster Hunt” di Raman Hui. Tra fantascienza e fantasy, siamo in un ipotetico futuro nel quale gli umani geurrafondai arrivano in un mondo governato dai mostri, conquistano il Regno e confinano i mostri verso le montagne. Da allora è proibito rimettere piede nel Regno, pena la cattura e l’uccisione. La storia procede nell’incrocio tra avventura, azione, ironia e animazione 3D. Con “Truth” entriamo dentro un cinema decisamente più tradizionale. Alla vigilia delle elezioni presidenziali americane del 2004, la giornalista e produttrice televisiva della CBS Mary Mapes e Dan Rather, notissimo anchorman, mandano in onda un’inchiesta sensazionale: dal servizio emergono le prove in grado di testimoniare che il Presidente USA in carica George W. Bush si è sottratto al suo dovere di soldato durante la guerra del Vietnam sfruttando conoscenze familiari e privilegi politici. Ma a pochi giorni dallo scoppio del caso, l’interesse di posta dall’argomento “servizio militare di Bush” ai giornalisti che hanno messo in dubbio la versione ufficiale della storia. James Vanderbilt, già sceneggiatore di blockbuster hollywoodiani (The Amazing Spiderman), debutta alla regia con questo film che ricostruisce il “Memogate”, lo scandalo che nel 2004 travolse la CBS News e alcuni dei suoi giornalisti di punta, in particolare la battagliera Mary Mapes e Dan Rather, veterano conduttore della trasmissione di inchiesta dal titolo “60 minuti”. Il copione parte con l’intento di seguire le orme del cinema di denuncia alla “All the president’s Men”. Ci riesce per buona parte, salvo in corso d’opere adagiarsi su un tipo di invettiva forta ma convenzionale. Il film ricorda molto il quqsi contemporaneo “Spotlight”, sul rapporto giornalismo/Chiesa cattolica, visto alla recente Mostra di Venezia. Notevole la presenza di Cate Blanchett nel ruolo di Mary Mapes, menter Robert Redford/Dan Rather accusa con evidenza il peso dell’età.

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