
Interpreti e ruoli
Alfie Williams: (Spike), Jodie Comer (Isla), Aaron Taylor Johnson (Jamie), Ralph Fiennes (Dr. Kelson), Jack O'Connell . (Jimmy Crystal), Edvin Ryding (Erik Sundqvist)
Soggetto
Inghilterra del Nord, nella piccola isola-bunker “Holy Island” vive una comunità di sopravvissuti al letale virus della rabbia. Il preadolescente Spike è chiamato a una prova di coraggio: insieme al padre Jamie deve tornare sulla terra ferma, rischiando di imbattersi in umani infetti. Il ragazzo è segretamente intenzionato a trovare un dottore che possa curare la madre Isla…
Valutazione Pastorale
Uscito nel 2002, “28 giorni dopo” è diventato un titolo in tendenza nel corso del 2020 con l’imperversare del Covid-19. In molti hanno colto delle somiglianze con la cornice distopica del film. Tale interesse ha spinto il regista Danny Boyle – Premio Oscar per “The Millionaire” (2008) – a realizzarne un nuovo capitolo insieme allo sceneggiatore Alex Garland (suo l’incisivo “Civil War” del 2024). È nato così “28 anni dopo” (“28 Years Later”), thriller-horror nelle sale dal 18 giugno 2025 targato Sony. Protagonisti Ralph Fiennes, Jodie Comer e Aaron Taylor-Johnson.
La storia. Inghilterra del Nord, nella piccola isola-bunker “Holy Island” vive una comunità di sopravvissuti al letale virus della rabbia. Il preadolescente Spike è chiamato a una prova di coraggio: insieme al padre Jamie deve tornare sulla terra ferma, rischiando di imbattersi in umani infetti. Il ragazzo è segretamente intenzionato a trovare un dottore che possa curare la madre Isla…
“La scelta di lavorare sul genere horror si lega al fatto che il mondo odierno diventa sempre più incomprensibile e l’horror sembra una risposta adatta a descrivere ed esorcizzare tale sensazione di paura”. Così il regista Boyle, perimetrando il racconto, chiarendone genere e svolgimento. Pur esplorando i sentieri del cinema da brivido, l’autore non perde la sua vis creativa attenta e acuta: attraverso una storia di violenze e zombie ci offre pungenti suggestioni sul nostro presente, sulle paure dell’uomo e le sue incertezze. Un lavoro che ricorda non poco l’efficace serie Hbo “The Last of Us” (dal 2023). “28 anni dopo”, infatti, racconta di un mondo ormai deragliato fuori dagli ancoraggi della democrazia, una società che è ripiombata in un nuovo Medioevo fatto di città fortezza, violenza e sospetto. In questo scenario post-apocalittico, l’adolescente Spike coltiva un desiderio diverso: crede che esista ancora qualcosa di non contaminato, e soprattutto si batte per salvare la madre affetta da una malattia sconosciuta.
“28 anni dopo” mette a tema anche il pericolo per lo smottamento delle istituzioni democratiche (del resto lo sceneggiatore lo ha raccontato in “Civil War”), della violenza sociale deflagrata per il virus detto “rabbia” (nomen omen) come pure del grande rimosso della morte, svuotata della sua componente spirituale. E proprio la religione, la dimensione della fede, appare distorta se non del tutto assente. All’inizio del film, infatti, troviamo un pastore anglicano tratteggiato come folle e fanatico, dal quale si attiverà una pericolosa deriva accennata nei volteggi finali della storia. Nel complesso, “28 anni dopo” è un titolo di genere, fosco e violento, che suggerisce però occasione di riflessione proprio per il duetto creativo Boyle-Garland; una suggestione claustrofobica sul deragliamento sociale che si direziona di certo verso un pubblico adulto. Complesso, problematico.
Utilizzazione
Per il genere thriller-horror e i temi in campo, il film richiede un pubblico adulto.