
Sogg.: Fred Braughtom - Scenegg.: John Fasano, Jeb Stuart, Larry Gross - Fotogr. (normale/a colori): Matthew F. Leonetti - Mus.: James Horner - Montagg.: Freeman Davies, Carmel Davies, Donn Agon - Dur.: 95' - Produz.: Laurence Gordon.
Interpreti e ruoli
Eddie Murphy (Reggie Hammond), Nick Nolte (Jack Cates), Brion James (Ben Kenoe), Kevin Tighe (Blake Wilson), Ed O'Ross (Franck Cruise), David Anthony Magshail (Cherry Ganze), Willie Hickok, Andrew Divoff, Bernie Casey
Soggetto
Un ispettore della polizia di S. Francisco, Jack Cates, notoriamente violento e sbrigativo, è da qualche tempo alla caccia ossessiva di un misterioso Iceman, boss della droga locale. Durante un conflitto a fuoco con un gruppo di criminali al soldo di Iceman Jack ne uccide uno. Le prove che il killer era armato e aveva sparato per primo scompaiono non si sa come, e Jack viene sospeso dal servizio. Se non riuscirà a catturare entro 48 ore l'imprendibile e, per qualche ambiguo soggetto della stessa polizia, inesistente Iceman, Jack finirà a sua volta dietro le sbarre per omicidio. A Jack risulta possibile, grazie alla solita "soffiata", un'unica pista. Sa che Iceman è determinato a disfarsi di un noto detenuto, che ne sa di troppo su lui e la sua losca banda di sicari. Si tratta di Reggie Hammond, che sette anni prima aveva aiutato Jack a risolvere un altro caso. L'Ispettore riesce a ottenere la scarcerazione per 48 ore, con la feroce determinazione di pervenire a Iceman, e ucciderlo. Dopo una complicatissima serie di diverbi, e spericolatissime vicende d'inaudita violenza, i due riescono a spuntarla: Reggie è finalmente in libertà, e Jack potrà continuare temuto e stimato nella sua vocazione di giustiziere al di sopra della legge.
Valutazione Pastorale
Il film è la prosecuzione ormai di rito nel cinema americano del precedente dello stesso regista e stesso titolo "48 ore" nè più, nè meno, e per giunta con gli stessi attori, in considerazione dell'enorme successo di cassetta, conseguito soprattutto da Reggie alias Eddie Murphy, un attore di colore, qui insopportabilmente logorroico (parla a raffica, senza respiro) costringendo il doppiatore a un primato verbale. Del già visto e già sopportato ha pure tutte le caratteristiche arcinote del poliziesco americano: l'agente Rambo di turno, temerario, micidiale e invulnerabile, i tonfi dal quarantaduesimo piano del "cattivo" del momento, (dopo aver immancabilmente sfondato vetrate e sbriciolato mobili e suppellettili); gli incendi spettacolari, le corse pazze di macchine attraverso la città, con i soliti scontri turpiloquio, fragore da cima a fondo. E sullo sfondo, sempre l'inedaguatezza o peggio la corruzione della polizia, e il conseguente fatalismo, con l'implicito suggerimento del giustiziere senza tetto né legge, in barba alla giustizia ufficiale, senza contare il titolo nobiliare assegnato ai fuorilegge che popolano le carceri, come agli unici in grado di far giustizia. Forse troppo sopra le righe per riuscire credibile, è comunque da ritenersi inaccettabile dal punto di vista pastorale.