Aragoste a Manhattan

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Aborto, Amore-Sentimenti, Cibo, Denaro, Emarginazione, Emigrazione, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Lavoro, Matrimonio - coppia, Rapporto tra culture
Genere
Drammatico
Regia
Alonso Ruizpalacios
Durata
140'
Anno di uscita
2025
Nazionalità
Messico, Usa
Titolo Originale
La Cocina
Distribuzione
Teodora Film
Soggetto e Sceneggiatura
Alonso Ruizpalacios. Ispirato alla Pièce "The Kitchen" di Arnold Wesker
Fotografia
Juan Pablo Ramírez
Musiche
Tomás Barreiro
Montaggio
Yibràn Asuad
Produzione
Fifth Season, Filmadora, Astrakan Film AB

Interpreti e ruoli

Raúl Briones (Pedro), Rooney Mara (Julia), Oded Fehr (Rashid), Anna Diaz (Estela), Laura Gomez (Laura), Eduardo Olmos (Luis), James Waterston (Mark), Motell Foster (Nonzo)

Soggetto

New York, Manhattan, nell’ affollato ristorante The Grill, lavora una moltitudine di persone di genere, culture, età e provenienze diverse. Sottoposti a una rigida gerarchia, con turni e ritmi massacranti, tra le cucine e la sala s’intrecciano le vite della giovane Estela, alla sua prima esperienza, della cameriera Julia e del fumantino cuoco Pedro.

Valutazione Pastorale

Ispirato alla pièce teatrale di Arnold Weskerz del 1957, “Aragoste a Manhattan” del regista e sceneggiatore messicano Alonso Ruizpalacios si inserisce, a pieno titolo, nella scia dei “kitchen drama”, genere che sta avendo un discreto successo tra cinema e piattaforme (“The Menu” di Mark Mylod e la serie cult Disney+ “The Bear”).
La storia. New York, Manhattan, nell’ affollato ristorante The Grill, lavora una moltitudine di persone di genere, culture, età e provenienze diverse. Qui, sottoposti a una rigida gerarchia, dove i confini tra sala e cucina, personale e management, americani e stranieri, sono netti, invalicabili. Tra turni e ritmi di lavoro massacranti, s’intrecciano le vite della giovane Estela, alla sua prima esperienza, della cameriera americana Julia e del fumantino cuoco Pedro, spesso in rotta di collisione con colleghi e superiori. Julia e Pedro vivono una complicata, burrascosa e tenera storia d’amore. Quando la donna scopre di essere incinta, l’uomo prova a convincerla a tenere il bambino, sognando per loro un futuro diverso. La scoperta di un ammanco di 800 dollari nella cassa del ristorante scatena una caccia al colpevole che non risparmia nessuno. Pedro vede cadere uno dopo l’altro i suoi sogni: la speranza di essere messo in regola, come il datore di lavoro gli promette da tre anni, e la gioia di diventare padre, perché Julia decide di interrompere la gravidanza. All’ennesimo, futile, diverbio con il suo collega Rashid, la sua ira si scatena incontenibile, una forza (auto)distruttiva che lo lascia a terra senza fiato in mezzo alla cucina devastata: non ci sarà per lui una seconda possibilità.
“Ho iniziato a fantasticare su questo film– spiega Alonso Ruizpalacios – quando lavoravo come lavapiatti e cameriere al Rainforest Café nel centro di Londra durante gli anni dell'università. The Grill è una grande trappola per turisti nel centro di New York, dove gli immigrati cercano lavoro perché vengono accolti senza documenti e le mance sono generose. Volevo mostrare cosa succede realmente in questo tipo di locali… dove si è sottoposti a una grande pressione. La pressione è ciò che spezza Pedro nel finale e la pressione è quello che impedisce a Rashid di comprendere le ragioni di Pedro”. Ed è proprio questa estrema pressione, questo lavorare senza sosta, in una ripetitività nauseante, che il regista riesce a trasmettere pienamente. In un crescendo denso di tensione, con un ritmo trascinante (e un filo troppo trascinato), ma comunque avvincente, Ruizpalacios racconta una storia di anime perse, senza possibilità di riscatto, da troppo tempo lontane dalle proprie comunità di origine, senza la possibilità di costruirsene una nuova o di diventare parte attiva e “riconosciuta” di quella che li ospita o, meglio, li tollera.
Sicuramente vincente la scelta di girare in bianco e nero soprattutto in un luogo, la cucina, dove il cibo suggerisce un’apoteosi di colori. Particolarmente significativa una, se non l’unica, scena “statica”: cuochi e camerieri, in cortile, che, in una pausa, fumano e chiacchierano, raccontandosi nostalgie, sogni, speranze e paure. Pochi minuti, prima che il vorticoso ingranaggio sala-cucina li risucchi di nuovo.
Di alto livello tutto il cast: Rooney Mara è una dolente, innamorata e rassegnata Julia; Anna Diaz, una convincente Estella, giovane messicana appena giunta nella Grande Mela, in tasca solo un indirizzo e un nome; e Raul Briones, con la fisicità e la “maschera” giusta per dare sostanza e credibilità all’impulsivo, irascibile, disperato Pedro. Presentato al Festival di Berlino nel 2024, “Aragoste a Manhattan” è complesso, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Per i temi in campo il film richiede un pubblico adulto.

Le altre valutazioni

Sfoglia l'archivo
Ricerca Film - SerieTv
Ricerca Film - SerieTV