Die My Love

Valutazione
Complesso, Problematico
Tematica
Amore-Sentimenti, Dolore, Donna, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Matrimonio - coppia, Psicologia
Genere
Drammatico
Regia
Lynne Ramsay
Durata
118'
Anno di uscita
2025
Nazionalità
Canada
Titolo Originale
Die My Love
Soggetto e Sceneggiatura
Edna Walsh, Lynne Ramsay, Alice Birch. Tratto dal romanzo di Ariana Harwicz “Matate, amor”
Fotografia
Seamus Mcgarvey
Musiche
Raife Burchell, Lynne Ramsay, George Vjestica
Montaggio
Toni Froschhammer
Produzione
Martin Scorsese, Andrea Calderwood. Casa di produzione Excellent Cadaver

Interpreti e ruoli

Jennifer Lawrence (Grace), Robert Pattinson (Jackson), Sissy Spacek (Pam), Nick Nolte (Harry), Gabrielle Rose (Jen), Clare Coulter . (Courtney), Kasmere Trice Stanfield (Sasha), Luke Camilleri (Greg)

Soggetto

Stati Uniti, una zona isolata nel Montana. Grace, una giovane aspirante scrittrice in attesa del primo figlio, e suo marito Jackson, si trasferiscono in una vecchia casa che l’uomo ha eredito dallo zio morto suicida. La quiete del luogo e la distanza della città sembrano offrire una promessa di pace e, per la donna, la possibilità di trovare il tempo e l’estro creativo per scrivere. Grace, però, entra in una profonda depressione post partum e la casa si trasforma ben presto in una trappola: un posto sospeso dove il tempo si dilata e realtà e incubi si confondono.

Valutazione Pastorale

Adattamento cinematografico del romanzo “Matate, amor” (“Ammazzati amore mio”, ed. Ponte delle Grazie) di Ariana Harwicz, “Die My Love” diretto dalla regista e sceneggiatrice scozzese Lynne Ramsay (“… e ora parliamo di Kevin”, 2011), in concorso al 78º Festival di Cannes ed è stato presentato alla XX Festa del Cinema di Roma (2025). Un dramma familiare, il logoramento di una relazione, la solitudine e l’insoddisfazione profonda di una donna che perde il contatto con la realtà e con la vita, in un percorso, lento, ma inarrestabile, verso l’autodistruzione.
La storia. Stati Uniti, una zona isolata nel Montana. Grace, una giovane aspirante scrittrice in attesa del primo figlio, e suo marito Jackson, si trasferiscono in una vecchia casa che l’uomo ha eredito dallo zio morto suicida. La quiete del luogo e la distanza della città sembrano offrire una promessa di pace e, per la donna, la possibilità di trovare il tempo e l’estro creativo per scrivere. Grace, però, entra in una profonda depressione post partum e la casa si trasforma ben presto in una trappola: un posto sospeso dove il tempo si dilata e realtà e incubi si confondono.
“Per scoprire i piccoli drammi, traumi e macigni della vita quotidiana. L’inaspettato che ci arriva addosso. La perdita di sé. La paralisi. Ho trovato tutte queste cose in Grace. E nell’amore di Jackson, che non si spegne neanche quando smette di capirla”. Così la regista Lynne Ramsay “spiega” il suo film che ruota indubbiamente intorno alla protagonista (un’ottima Jennifer Lawrence). Grace: il suo corpo che custodisce una nuova vita, i suoi slanci erotici verso il marito Jackson (Robert Pattinson); e poi la passione che, in lui, svanisce presto e lascia il posto ai dubbi di lei che reagisce provocandolo con uno sfacciato, ripetuto, autoerotismo. Jackson, da parte sua, parla poco, e spesso si assenta per lavoro più di quanto sarebbe necessario. Si rende conto che qualcosa non va, ma non fa nulla. Grace resta sola con il bambino in una casa che da luogo degli affetti si trasforma in un deserto, arido e silenzioso. Né suo figlio né le viste alla suocera Pam (Sissy Spacek) bastano a strapparla dalle fantasie che popolano sempre di più la sua mente e la trascinano in una spirale autodistruttiva. La regista segue passo dopo passo la discesa agli inferi di Grace, costruendo, però, un racconto livido che non approfondisce adeguatamente i molti temi in campo e al contempo non riesce a coinvolgere emotivamente lo spettatore. Complesso, problematico.

Utilizzazione

Per i temi in campo il film è indirizzato ad un pubblico adulto.

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