Dracula. L’amore perduto

Valutazione
Complesso, Problematico
Tematica
Amore-Sentimenti, Dolore, Letteratura, Male, Morte, Psicologia, Tematiche religiose, Violenza
Genere
Fantastico, Horror, Sentimentale, Thriller
Regia
Luc Besson
Durata
129'
Anno di uscita
2025
Nazionalità
Francia, Regno Unito
Titolo Originale
Dracula: A Love Tale
Distribuzione
Lucky Red
Soggetto e Sceneggiatura
Dall’opera letteraria di Bram Stoker (1897), copione di Luc Besson
Fotografia
Colin Wandersman
Musiche
Danny Elfman
Montaggio
Lucas “Kub” Fabiani
Produzione
EuropaCorp, LBP Productions

Presentato alla 20a Festa del Cinema di Roma (2025)

Interpreti e ruoli

Caleb Landry Jones (Principe Vladimir ), Christoph Waltz (Sacerdote), Zoë Bleu Sidel (Elisabetta - Mina), Matilda De Angelis (Maria de Montebello), Haymon Maria Buttinger (Cardinale), Ewens Abid (Jonathan Harker), David Shields (Henry Spencer), Guillaume de Tonquédec (Dumont)

Soggetto

Transilvania, XV secolo, il principe Vladimir accetta di andare in battaglia, convinto dal proprio vescovo. In sua assenza la moglie cade in un’imboscata nemica e viene uccisa. L’ira del principe non conosce tregua, al punto da vendicarsi del vescovo e minacciare Dio stesso. Decide di rinnegarlo e vivere abdicando alla sua anima. Diventa così immortale, una figura priva di umanità, un vampiro: si aggira per il mondo con la speranza di ritrovare il suo amore reincarnato…

Valutazione Pastorale

Dall’opera letteraria di Bram Stoker (1897) il cinema ha attinto più volte, soprattutto per percorrere i sentieri del brivido. Capostipite “Nosferatu il vampiro” del 1922 di Friedrich Wilhelm Murnau, tra i più rilevanti la versione del 1992 firmata Francis Ford Coppola (“Dracula di Bram Stoker”). Il geniale regista francese Luc Besson – suoi “Nikita”, “Léon”, “Dogman” – porta la propria versione, dichiarando apertamente di non volersi concentrare sulla dimensione fantastica di matrice horror ma su una storia d’amore struggente. È nato così “Dracula. L’amore perduto” (“Dracula: A Love Tale”), film scritto e diretto da Besson con Caleb Landry Jones, Christoph Waltz, Zoë Bleu e Matilda De Angelis. In anteprima alla 20a Festa del Cinema di Roma, il film è nelle sale dal 29 ottobre con Lucky Red.
La storia. Transilvania, XV secolo, il principe Vladimir accetta di andare in battaglia, convinto dal proprio vescovo. In sua assenza la moglie cade in un’imboscata nemica e viene uccisa. L’ira del principe non conosce tregua, al punto da vendicarsi del vescovo e minacciare Dio stesso. Decide di rinnegarlo e vivere abdicando alla sua anima. Diventa così immortale, una figura priva di umanità, un vampiro: si aggira per il mondo con la speranza di ritrovare il suo amore reincarnato…
“Il libro in sostanza è una storia d’amore” – dichiara il regista – ma all’epoca della sua uscita la gente era affascinata dalla dimensione fantastica e dalla sete di sangue. Nel corso del tempo il personaggio è diventato un mostro mitico. Per me, tuttavia, la narrazione resta in primis una storia d’amore su un uomo in grado di aspettare 400 anni per rivedere l’unica donna che ama e che gli è stata tolta da Dio”.
Luc Besson chiarisce il perimetro del suo racconto, della sua trasposizione dell’opera di Stoker. Non è del tutto interessato alla dimensione fantastica – anche se, a ben vedere, tracce ce ne sono abitando il genere gotico-horror – bensì al dramma personale di un uomo mutilato dall’amore della sua vita, mentre è spinto per motivazioni religiose ad aderire a una campagna bellica.
Al di là della traiettoria sentimentale, tratto portante del racconto, nel “Dracula” di Besson troviamo una seconda pista narrativa degna di rilievo: la parabola religiosa del principe Vladimir. Un uomo che arriva a disconoscere Dio, a rinnegarlo, perché lo ritiene responsabile della morte della moglie, aprendosi così alla corruzione del male e alla dannazione. Una corruzione cui però sembra non aderire nel profondo, e così in dialogo con un prete esorcista accetta di lasciarsi ricondurre a Dio. Una prospettiva narrativa interessante e di certo non banale, che rivela la statura del regista francese, aspetto però che non mette del tutto al riparo il film da inciampi o deragliamenti nell’uso del simbolismo religioso, spesso insistito, esasperato e vacuo, secondo le banalizzazioni ricorrenti del genere horror. Un film che si direziona, per temi e linguaggio, a un pubblico adulto. Complesso, problematico.

Utilizzazione

Per genere, temi e linguaggio, il film richiede un pubblico adulto.

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