
Orig.: Italia (2012) - Sogg. e scenegg.: Agostino Mellino e Gianfranco Pannone - Fotogr.(Panoramica/a colori): Tarek Ben Abdallah - Mus.: Rudy Gnutti, Evelina Meghnagi - Montagg.: Erika Manoni - Dur.: 56' - Produz.: Bruno Tribbioli, Alessandro Bonifazi in collaborazione con Gianfranco Pannone e Agostino Mellino.
Soggetto
La Comunità Ebraica di Roma, la più antica del mondo occidentale, è raccontata attraverso varie testimonianze, in particolare quelle di tre persone che rappresentano altrettante generazioni.
Ecco David Limentani, già braccio destro dell'ex Rabbino Capo Elio Toaff, commerciante esperto di settima generazione. Seguono Micaela Pavoncello (madre trentenne, guida turistica nel ghetto di Roma) e Giovanni Terracina (quarantenne che ha deciso di investire sull' enogastronomia ebraica e coltiva, come altri suoi coetanei, un forte sentimento religioso in cui il mangiare kosher diventa anche riscoperta identitaria.
Valutazione Pastorale
Da sempre affascinato dalla cultura ebraica, Gianfranco Pannone (Napoli, 1963) ha già dedicato agli ebrei di Roma due cm, uno da allievo del CSC, l'altro per la RAI. "Quello che vi offro oggi -dice- è una fotografia di un piccolo grande mondo miracolosamente vivo". Le tre testimonianze fanno da perno centrale intorno al quale il regista riesce con semplicità e freschezza a tracciare il profilo delle tantissime cose accadute, di gioie, dolori, sofferenze, di una storia costruita passa dopo passo e tramandata fino ad oggi con scrupolo e devozione. La cornice è Roma e della città gli ebrei si sentono parte importante e viva, 'romani' insomma a tutti gli efetti. Essendo la materia trattata di grande ampiezza, serve qui notare che il lavoro di Pannone si segnala per notevole misura, nella scelta dei filmati, degli estratti da archivi storici, in interviste che, accanto alla doverosa serietà, rimandano anche quell'umorismo ebraico acuto, generoso, intelligente. Un buon prodotto che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, realistico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni mirate come avvio ad una riflessione sul rapporto tra Roma e gli ebrei.