
Interpreti e ruoli
Edoardo Pesce (Marcello), Sara Serraiocco (Regina), Marco Fiore (Emilio), Gabriel Gougsa (Abraham Imirru), Blu Yoshimi (Gemma), Giulio Forges Davanzati (Brigadiere Panunzio), Elisa Di Eusanio (Ada), Michelangelo Dalisi (Attilio), Patrizio Francioni (Giovannaccio), Lino Musella (Fausto), Gaetano Bruno (Federale Trocca)
Soggetto
Italia, 1936, nell’euforia generale per la conquista dell’Etiopia, Roccasecca, piccolo paese dell’entroterra laziale, vive il suo momento di gloria. Un Ras etiope viene catturato e tenuto prigioniero in una voliera nel giardino della villa del podestà. L’immaginazione di tutti vola. Soprattutto quella del piccolo Emilio, il figlio dell’ambizioso podestà, Marcello, e di sua moglie Regina, artista inquieta, intrappolata in un matrimonio infelice.
Valutazione Pastorale
“Ho visto un re” è il quarto lungometraggio di Giorgia Farina (“Amiche da morire”, “Ho ucciso Napoleone”, “Guida romantica a posti perduti”) che ne ha scritto anche la sceneggiatura con Franco Bernini e Valter Lupo, ispirandosi alla storia vera di Guido Longobardi.
Siamo in Italia, nel 1936, la macchina dell’indottrinamento del regime fascista gira a pieno ritmo. Nell’euforia generale per la conquista dell’Etiopia, Roccasecca, piccolo paese dell’entroterra laziale, vive il suo momento di gloria. Un Ras etiope, Abraham Imirru, viene catturato e tenuto prigioniero in una voliera nel giardino della villa dell’ambizioso, quanto mediocre, podestà Marcello. L’immaginazione di tutti vola. Soprattutto quella del piccolo Emilio, figlio decenne del podestà e di sua moglie Regina, artista inquieta, intrappolata in un matrimonio infelice. Per lui, appassionato lettore dei romanzi di Emilio Salgari, che lo zio Fausto gli porta ogni volta che si reca a Roma, il Ras altri non è che il suo eroe: Sandokan. Incuriositi, spaventati, indottrinati nel vedere nel fiero e mite Abraham solo un nemico sconfitto, un selvaggio da disprezzare, per molti abitanti di Roccasecca l’incontro con l’uomo si rivelerà un’occasione per mettersi in discussione e abbandonare certezze che sembravano granitiche. Primi fra tutti l’insegnante Gemma e il brigadiere Panunzio.
“Ho visto un re” è una commedia brillante dagli evidenti richiami con il sorprendente e innovativo “Jojo Rabbit” (2020) scritto e diretto da Taika Waititi (Premio Oscar miglior sceneggiatura non originale) dove, nella Germania a un passo dalla sconfitta, Jojo è un bambino a cui la fantasia regala quale amico immaginario Hitler in persona. Due film che hanno in comune l’originale punto di vista del racconto, ovvero gli occhi fantasiosi e innocenti di un bambino. Come la regista sottolinea: “Ho scelto di realizzare questo film perché ho trovato lo straordinario nel reale, in una storia vera che sembra quasi impossibile da credere. Raccontarla attraverso gli occhi di un bambino mi ha permesso di trasformare il dramma in avventura e il diverso in meraviglia”.
Ottima, dunque, l’idea ispiratrice: lo sguardo puro e benigno di un bambino che può far cadere ogni preconcetto, ogni atteggiamento di diffidenza, di odio verso lo straniero, “disumanizzato” al punto da poterlo pensare rinchiuso in una voliera, esposto notte e giorno alle intemperie e alla curiosità malevola di chi lo percepisce “inferiore”. Qualche limite, però, lo si riscontra nello svolgimento. Molti dei personaggi sono tratteggiati troppo grossolanamente, al limite della caricatura, come ad esempio i genitori di Emilio, l’inconcludente podestà (Edoardo Pesce), l’aspirante artista Regina (Sara Serraiocco) e il federale Trocca (Gaetano Bruno). Decisamente più ricchi di sfumature l’insegnante fascista (Blu Yoshimi) e il Ras etiope (Gabriel Gougsa). Alcune soluzioni narrative, poi, appaiono un po’ forzate (ad esempio il rimarcare la doppia vita dello zio Fausto), per un film che sembrerebbe volersi rivolgere a un pubblico di giovanissimi. Interessanti, ma un filo datati, gli inserti in animazioni CGI, che accompagnano le fantasie di Emilio sul suo eroe. Da sottolineare l’ottima interpretazione di Marco Fiore nel ruolo del protagonista; validi tutti gli altri attori in campo. “Ho visto un re” è complesso, problematico, per dibattiti.
Utilizzazione
Film è da utilizzare in programmazione ordinaria. In presenza di ragazzi è bene prevedere l’accompagnamento di adulti ed educatori che aiutino a contestualizzare la storia e i temi in campo.