
Interpreti e ruoli
Michele Riondino (Valerio), Hadas Yaron (Miryam), Pablo Pierobon (Cristian), Orlando Forte (Carlo), Alessandro Haber
Soggetto
A Torino, oggi, Valerio, un uomo sui quaranta anni vive con suo figlio Carlo, sei anni, nel sottotetto della casa da cui sono stati sfrattati. All’arrivo dei nuovi inquilini padre e figlio si inventano “qualcosa” per far credere che la casa sia abitata da fantasmi…
Valutazione Pastorale
La vicenda si muove all’inizio tra il thriller e il metafisico: sequenza notturna, ombre che scivolano nel buio, grande paura per la giovane coppia che vive nell’appartamento, fuga precipitosa degli ignari proprietari sotto una pioggia battente. Ben presto, però, il mistero si svela: Valerio ha inventato un gioco per proteggere il figlio da una vita precaria. Lui infatti è vedovo, disoccupato e fa credere a Carlo che la mamma sia partita per un lungo viaggio e che sia possibile raggiungerla solo via telescopio. Ma con i nuovi inquilini la favola va verso il punto di rottura. Arriva infatti Miriam, una ragazza in fuga da Israele con al seguito la figlia piccola Emma. Siamo così calati in una storia con tante storie dentro. A lungo il regista costeggia molte ipotesi narrative senza riuscire a decidere da quale parte accompagnare lo spettatore: società, lavoro, famiglia, volenza sulle donne (Miriam scappa da un marito violento), rapporto genitori-figli. Alessandro Capitani, nato a Orbetello nel 1980, dopo molti TV movie e un primo film (“In viaggio con Adele” del 2018, vivace ritratto di una ragazza con difficoltà cognitive) torna con questo secondo film in cui prova a mettere a fuoco molte problematiche contemporanee. E si affida a Michele Riondino (Valerio), all’israeliana Hadas Yaron (Miriam) e ad Alessandro Haber: volti precisi e credibili per rafforzare una storia a lieto fine. Conclusione forse vecchio stile ma non sgradevole. Dal punto di vista pastorale, il film “I nostri fantasmi” è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria per avviare riflessioni sulle difficoltà di giovani e famiglie nell’Italia di oggi.