
Sogg. e Scenegg.: Bob Gale, Robert Zemeckis - Fotogr.: (normale/a colori) Lloyd Ahern - Mus.: Ry Cooder - Montagg.: Freeman Davies - Dur.: 101' - Produz.: Neil Canton - Vietato ai minori degli anni quattordici
Interpreti e ruoli
Bill Paxton (Vince), Ice T. (James), William Sadler (Don), Ice Cube (Savon), Art Evans (Bradlee), De' Voreaux White (Lucky), Bruce A. Young (Raymond), Glenn Plummer, Stoney Jackson, John Toles-Bey
Soggetto
Don e Vince, due vigili del fuoco di Fort Smith, nell'Arkansas, venuti a conoscenza, da un uomo moribondo, che un prezioso bottino d'oro giace ancora nascosto dopo moltissimi anni dal furto, spinti dall'ingordigia raggiungono St. Louis, nell'Illinois, dove si trova l'edificio in cui è custodito il frutto del furto sacrilego. Nel fatiscente immobile ormai abbandonato e in rovina li scopre Bradlee, un vecchio barbone di colore, che ne ha fatto il proprio rifugio e che essi legano ed immobilizzano. Picconando pavimenti, pareti e soffitti Don e Vince scoprono un sacco colmo di ricchezze: ma ecco che arriva la banda dei fratelli James e Lucky, portoricani, con il loro seguito di scherani neri, tutti armatissimi e violenti. Sono criminali (droga) e quell'edificio è purtroppo la loro sede. I due intrusi si ritrovano intrappolati all'ultimo piano, ma hanno catturato e tengono in ostaggio il giovane e tossicodipendente Lucky. Comincia così un drammatico assedio: il luogo è isolato, la presenza dell'oro eccita i banditi e si va avanti con gli agguati e le sparatorie finché Bradlee viene slegato e aiuterà i due vigili nella fuga attraverso una canna fumaria. Un terribile incendio devasta tuttavia l'edificio. Salvi saranno solo Vance (la vita gli preme molto più della ricchezza) ed il barbone, nelle mani del quale rimane il prezioso sacco, che assicura a lui sghignazzante mentre si allontana nella notte un domani tranquillo.
Valutazione Pastorale
la vicenda si basa su uno dei temi più abusati da che mondo è mondo: che l'oro, fonte di avidità, sia una maledizione totale e generale. Fatto sta che, scoperti sotto il pavimento a picconate ostensori sacri ed incensieri rutilanti di pietre preziose, i due ricercatori vengono intrappolati e coinvolti con la stessa banda che li assedia, nel gioco dell' avidità, della violenza e della paura. Film, oltre tutto, claustrofobico, spietato e crudo. Del regista Walter Hill si sa che è tra i più prolifici. Non pare, tuttavia, eccezionale la prova che egli dà con questo suo film dal titolo ambizioso, dove la mitraglia domina il campo in mezzo a ferraglie rugginose, travi annerite o monche, vetri infranti o da infrangere, lamiere taglienti. Molto fracasso, molte crudezze e tanti incubi per tutti, fino all'incendio conclusivo, dove di catartico però non c'è niente. Effettacci sì, e in abbondanza, ed una certa tensione, ma di emozioni vere ( e riflessioni sull'oro maledetto) nessuna traccia avvertibile, anche per la inevitabile ripetitività di situazioni ed eventi.