
Interpreti e ruoli
Brad Pitt (Benjamin Button), Cate Blanchett (Daisy), Tilda Swinton (Elizabeth Abbott), Julia Ormond (Caroline), Taraji P. Henson (Queenie), Jason Flemyng (Thomas Button), Elias Koteas (Gateau), Faune A. Chambers (Dorothy Baker), Josh Stewart (Curtis), Ted Manson (Daws), Mahershalalhashbaz Ali . (Tizzy)
Soggetto
Benjamin Button nasce a New Orleans nel 1919, all'indomani della prima guerra mondiale. Ha le fattezze di un uomo anziano e il padre, spaventato, lo abbandona sugli scalini di un palazzo. Accolto da Queenie, Benjamin cresce in una casa ospizio dove il tempo scorre con tranquillità. Passano gli anni e il ragazzo procede nel suo incredibile percorso inverso: a poco a poco ringiovanisce, si innamora di Daisy e vive con lei una grande storia quando i due sono quasi coetanei e nel pieno vigore. Ben partecipa alla seconda guerra mondiale, conosce donne e luoghi, ma poi torna alla casa dove c'è la sua "mamma". Più avanti anche il padre, quello vero, si rifà vedere, chiede scusa, gli lascia in eredità la fabbrica di bottoni Button. Daisy lo informa di aspettare un figlio. Quando nasce, la bambina Carioline gode di ottima salute, ma Ben capisce di non poter mai essere un padre possibile, e parte. Torna anni dopo, vede Diasy, la figlia già grandicella, mentre lui ora sta tornando bambino. Quando ridiventa neonato, Daisy lo stringe teneramente a se. Tutta la storia é stata letta in ospedale oggi da Caroline grande, mentre assiste la mamma ormai in fin di vita.
Valutazione Pastorale
C'è, alla lontana, il richiamo ad un testo di Francis Scott Fitzgerald, mediato dai suoi riferimenti a Mark Twain. Forse i protagonisti, dietro a Benjamin e a Daisy, sono il Tempo e l'America. Il Tempo come unità di misura della crescita e dell'orgoglio di una Nazione, dove spesso qualcosa va storto e sembra far tornare indietro lo sviluppo ma che invece guarda avanti, accetta le sconfitte, reagisce, riparte. Con un copione denso di varie suggestioni e dilatato in maniera eccessiva ma sempre controllata (163'), Fincher ha buon gioco nel comporre i pezzi di un grande affresco, rinunciando alla logica e procedendo per aggiunte successive. Il tono fantastico così si aggiunge e si sovrappone a quello storico-realistico per dettare gli sbalzi sentimentali e affettivi di un forte melodramma: tra passioni, rimorsi, dolori, rinunce e la malinconia dei ricordi. Impreziosito da ambientazioni di eccezionale vigore e rafforzato da slanci di umanitarismo, dove altruimo e sacrificio si coniugano con il rispetto per la libertà dell'altro, il copione batte i rintocchi di un lirismo senza età. Per questi motivi il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come raccomandabile, e nell'insieme poetico.
Utilizzazione
Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e da proporre in successive occasioni per il robusto modo di presentarsi come favola ricca e coinvolgente. Qualche attenzione per i più piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.