
Interpreti e ruoli
Bobby Cannavale (Max Bernal), Rose Byrne (Jenna), Vera Farmiga (Vera), Whoopi Goldberg (Jayne), Robert De Niro (Stan), William A. Fitzgerald (Ezra), Rainn Wilson (Nick), Tony Goldwyn (Bruce)
Soggetto
Stati Uniti, oggi. Max è un comico o, meglio, uno stand up comedian, che sta attraversando un periodo difficile. Dopo aver distrutto il suo matrimonio, sta ora lavorando tenacemente per compromettere anche la sua carriera. Vive con il padre, Stan, ed è profondamente in disaccordo con la sua (quasi) ex moglie, Jenna, su come crescere il loro figlio undicenne Ezra. Quando il ragazzo, autistico, viene nuovamente espulso da scuola, Max lo “rapisce” nel cuore della notte coinvolgendolo in una sorprendente, divertente e a tratti commovente avventura on the road.
Valutazione Pastorale
“In viaggio con mio figlio” è una commovente e ironica commedia diretta dall’attore e regista statunitense Tony Goldwyn, un viaggio nella mente e nel cuore di un ragazzo, Ezra, con disturbi dello spettro autistico.
La storia. Nell’America di oggi Max (l’ottimo Bobby Cannavale) è un comico o, meglio, uno stand up comedian, che sta attraversando un periodo difficile. Dopo aver distrutto il suo matrimonio, sta ora lavorando tenacemente per compromettere anche la sua carriera. Vive con il padre, Stan (Robert De Niro, una certezza, un nonno burbero, i cui rapporti con il figlio sono da sempre difficili), ed è in disaccordo con la sua (quasi) ex moglie, Jenna (la convincente Rose Byrne), madre amorevole e molto apprensiva del loro figlio Ezra (interpretato da William Fitzgerald, realmente affetto da disturbo dello spettro autistico). L’uomo lo porta spesso con sé nel locale dove si esibisce sotto lo sguardo benevolo della sua agente e amica Jayne (Whoopi Goldberg). Quando Ezra viene espulso da scuola, Max, a differenza della moglie, non vuole accettare di somministrargli gli psicofarmaci suggeriti dai medici e tantomeno mandarlo alla scuola per “ragazzi speciali”. Jenna è una madre presente, ma troppo apprensiva, Max è impulsivo e cova dentro di sé una rabbia che spesso non riesce a trattenere: ama profondamente suo figlio, solo non sa come rapportarsi con lui. Nel cuore della notte, quindi, lo “rapisce” coinvolgendolo in una sorprendente, divertente e a tratti commovente avventura on the road da New York alla California, puntellata da incontri sorprendenti, imprevisti e confessioni.
“Non voglio che sia nel mondo, voglio che sia nel mio” è la frase più significativa nella sceneggiatura di Tony Spiridakis, che ha ispirato la storia alla sua esperienza personale. “Ci è voluto un po' di tempo – scrive lo sceneggiatore – perché io capissi che come padre non dovevo trovare una soluzione, che mio figlio era solo 'diverso' in un modo meraviglioso. E questo ha cambiato tutto. Volevo condividere questa storia e volevo essere onesto, far vivere al pubblico il viaggio di Max quando arriva al punto in cui realizza che probabilmente non smetterà mai di preoccuparsi per Ezra, ma che Ezra starà bene, Ezra lo sorprenderà in modi che non immaginava, e troveranno insieme il loro cammino”.
Delicato e attento, “In viaggio con mio figlio” è un altro tassello nel puzzle che compone il “nuovo” modo di raccontare la disabilità, che ha visto nelle sale tra marzo e aprile del 2025 due altri titoli ispirati a storie vere: l’italiano “La vita da grandi” di Grata Scarano e l’americano “Il bambino di cristallo” di Jon Gunn. Consigliabile, problematico-poetico, adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte altre occasioni di dibattito.