
Sogg. e scenegg.: John Patrick Stanley - Fotogr.(Scope/a colori): Stephen Goldblat - Mus.: Georges Delerue - Montagg.: Richard Halsey - Dur.: 103' - Produz.: Amblin Entertainment.
Interpreti e ruoli
Tom Hanks (Joe Banks), Meg Ryan (Patricia), Lloyd Brioges (Graynamore), Robert Stack, Abe Vigoda, Dan Hedana, Barry Mc Govern, Amanda Plummer, Ossie Davis
Soggetto
A New York, il giovane Joe Banks, ossessionato da un lavoro deprimente in una fabbrica di strumenti chirurgici e sonde rettali e succubo di un tirannico capoufficio, credendo di avere una malattia rara ma mortale accetta la proposta di un scaltro industriale, Graynamore, di gettarsi dentro il vulcano dell'isola dei Waponi Woo per placare il loro dio che esige una volontaria vittima umana: Joe avrà in cambio la possibilità di trascorrere da nababbo gli ultimi giorni della sua esistenza e Graynamore otterrà dagli indigeni un prezioso minerale indispensabile per il suo stabilimento. Rassegnato all'idea di dover morire, Joe s'imbarca sulla goletta comandata da Patricia, la figlia dell'industriale, della quale s'innamora. Scampati felicemente ad un naufragio riescono ad approdare sull'isola dove, accolti trionfalmente dai Waponi Woo, vengono uniti in matrimonio dallo stregone. Per non separarsi mai, si gettano entrambi nel vulcano che, tuttavia, per un esplosione li catapulta nel mare dove trovano una provvidenziale zattera di bauli che li salva.
Valutazione Pastorale
Di ameno e di ben realizzato ci sono alcune riuscite trovate (l'ingresso dei lavoratori nella cupa fabbrica; la descrizione dell'alienante lavoro) all'inizio del film. Per il resto, vana è l'attesa di qualcosa di pungente e spiritoso, salvo qualche gradevole invenzione scenografica. Fiacca, anzi fiacchissima, qualche timida incursione nel surreale. Palese l'intenzione di confezionare un prodotto brillante, una commedia di marca favolistica e magari un inno al coraggio e alla fede nella vita: il tutto presentato nello stile holliwoodiano dei tempi andati. Ma la storia è sempliciotta, e i risultati più che deludenti, in un film che, se non fosse per la presenza e la intelligenza interpretativa di Meg Ryan (nei tre ruoli di Patricia, della sorellastra Angelica e di Dedè, la trepidante impiegatuccia collega di Joe), manca di una alacre inventiva.