
Presentato alla 19a Festa del Cinema di Roma (2024)
Interpreti e ruoli
Luca Zingaretti (Padre), Gianmarco Franchini (Marcolino), Federico Tocci (Giovanni), Chiara Celotto (Paola), Alessio Moneta (Claudio), Riccardo Lai (Luciano), Marco Felli (Stefano), Christian Di Sante (Carmelo), Filippo Tirabassi . (Davide)
Soggetto
Roma, oggi. Marco è un ventenne che soffre per la perdita della madre e fatica ad avere un dialogo con il padre. Si è chiuso in se stesso, allontanando amici e fidanzata; compone poesie ma non trova il coraggio di condividerle. Riesce solo a bere fino a stordirsi. Un giorno il padre gli procura un posto come addetto alle pulizie in una cooperativa presso l’Ospedale Bambin Gesù. Per Marco sulle prime è una sfida difficile, perché scostante e desideroso di tornare alla bottiglia; piano piano inizierà ad aprirsi con i colleghi e i piccoli pazienti della struttura, che lo faranno sentire di nuovo amato…
Valutazione Pastorale
Una storia di sbandamenti e cadute. Una storia che racconta la fatica di rialzarsi e scommettere ancora nell’idea di domani. È il tracciato del primo film diretto da Luca Zingaretti, “La casa degli sguardi”, adattamento dell’omonimo testo di Daniele Mencarelli: il ritratto di un ventenne inghiottito dalla vertigine della bottiglia, che grazie a un lavoro come addetto alle pulizie presso l’Ospedale Bambin Gesù prova a rimettersi in partita con la vita, cercando di salvare se stesso e il dialogo con il proprio padre. Una vicenda dolente dove nel corso della narrazione si accende una luminosa luce di speranza e salvezza, quella nata da un incontro che cura e salva.
La storia. Roma, oggi. Marco è un ventenne che soffre per la perdita della madre e fatica ad avere un dialogo con il padre. Si è chiuso in se stesso, allontanando amici e fidanzata; compone poesie ma non trova il coraggio di condividerle. Riesce solo a bere fino a stordirsi. Un giorno il padre gli procura un posto come addetto alle pulizie in una cooperativa presso l’Ospedale Bambin Gesù. Per Marco sulle prime è una sfida difficile, perché scostante e desideroso di tornare alla bottiglia; piano piano inizierà ad aprirsi con i colleghi e i piccoli pazienti della struttura, che lo faranno sentire di nuovo amato…
“È un film che parla del dolore – sottolinea Luca Zingaretti – ma non in termini negativi, ma come ingrediente necessario per la felicità, perché dolore e gioia sono fatti della stessa materia. ‘La casa degli sguardi’ è un film sulla poesia, sulla bellezza e sulla loro capacità salvifica. Un film che parla di genitori e figli e della capacità di stare, come atto di amore più puro. È un film sull’amore e l’amicizia, che possono farti ritrovare la strada di casa. È un film sul lavoro, che radica e identifica, e sulle persone che lo nobilitano. Un film sulla vita, dove c’è sempre un motivo per resistere, sulla speranza e sulla capacità dell’uomo di risorgere”.
“La casa degli sguardi”, adattamento dell’omonimo romanzo di Daniele Mencarelli, di cui Zingaretti è autore del copione insieme a Gloria Malatesta e Stefano Rulli, una produzione Bibi Film, Clemart, Rai Cinema, Stand By Me e Zocotoco, nei cinema con Lucky Red dal 10 aprile 2025. Si tratta di un viaggio padre e figlio segnato dallo smarrimento di quest’ultimo tra male di vivere e una dipendenza dalla bottiglia che lo svuota e lo trasforma. Un cammino di riparazione, lento e sofferto, che passa per ripetute cadute, faticosi tentativi di risalite e soprattutto per la presenza di un padre che con amore silenzioso e costante non smette di sperare.
L’autore dirige un film duro e potente. Il diario di bordo di una caduta nelle pieghe della disperazione di un ventenne che non trova stimoli nel futuro, un vinto per troppo dolore, che si nega ogni talento e possibilità. Uno smarrimento che genera sofferenze al giovane e per riflesso anche al genitore, che gli rimane a fianco con ostinazione e resilienza, sfidando spesso lo sconforto. “La casa degli sguardi” descrive lo smarrimento un giovane uomo – un po’ come la serie Netflix “Tutto chiede salvezza” sempre da un romanzo di Mencarelli –, che fatica a rimettersi in partita con la vita. Zingaretti governa il racconto con misura e prudenza, non scivolando mai nel melodramma o nel melenso, ma descrivendo la traiettoria padre-figlio in maniera credibile e composta, toccante. Si veda la scena finale, sussurrata, di grande raffinatezza. Ottimi gli interpreti, da Zingaretti e Gianmarco Franchini, come pure i comprimari Federico Tocci, Chiara Celotto, Alessio Moneta, Riccardo Lai e Filippo Tirabassi.
Un film che si inserisce nel pieno della riflessione sulla speranza, nel cammino giubilare, per il suo scandagliare le fratture e gli affanni della vita, dove è possibile comunque cogliere segnali di fiducia e opportunità di ripartenza. Ancoraggi. Uno sguardo sulla quotidianità, quella fatta di imperfezioni e lacerazioni, che però si oppone alla dispersione. “La casa degli sguardi” è un’opera che invita alla resilienza e alla custodia dei legami. Complesso, problematico, per dibattiti.
Utilizzazione
Programmazione ordinaria.