La casa degli sguardi

Valutazione
Complesso, poetico, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Alcolismo, Amicizia, Amore-Sentimenti, Arte, Dialogo, Dolore, Educazione, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Giovani, Lavoro, Malattia, Media, Medicina, Metafore del nostro tempo, Morte, Psicologia, Solidarietà
Genere
Drammatico, Psicologico
Regia
Luca Zingaretti
Durata
109'
Anno di uscita
2025
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
La casa degli sguardi
Distribuzione
Lucky Red
Soggetto e Sceneggiatura
Dal romanzo omonimo di Daniele Mencarelli, sceneggiatura di Luca Zingaretti, Gloria Malatesta, Stefano Rulli
Fotografia
Maurizio Calvesi
Musiche
Michele Braga
Montaggio
Stefano Chierchié
Produzione
Angelo Barbagallo, Gabriella Buontempo, Massimo Martino. Casa di produzione: Bibi Film, Zocotoco, Clemart, Stand by Me, Rai Cinema

Presentato alla 19a Festa del Cinema di Roma (2024)

Interpreti e ruoli

Luca Zingaretti (Padre), Gianmarco Franchini (Marcolino), Federico Tocci (Giovanni), Chiara Celotto (Paola), Alessio Moneta (Claudio), Riccardo Lai (Luciano), Marco Felli (Stefano), Christian Di Sante (Carmelo), Filippo Tirabassi . (Davide)

Soggetto

Roma, oggi. Marco è un ventenne che soffre per la perdita della madre e fatica ad avere un dialogo con il padre. Si è chiuso in se stesso, allontanando amici e fidanzata; compone poesie ma non trova il coraggio di condividerle. Riesce solo a bere fino a stordirsi. Un giorno il padre gli procura un posto come addetto alle pulizie in una cooperativa presso l’Ospedale Bambin Gesù. Per Marco sulle prime è una sfida difficile, perché scostante e desideroso di tornare alla bottiglia; piano piano inizierà ad aprirsi con i colleghi e i piccoli pazienti della struttura, che lo faranno sentire di nuovo amato…

Valutazione Pastorale

Una storia di sbandamenti e cadute. Una storia che racconta la fatica di rialzarsi e scommettere ancora nell’idea di domani. È il tracciato del primo film diretto da Luca Zingaretti, “La casa degli sguardi”, adattamento dell’omonimo testo di Daniele Mencarelli: il ritratto di un ventenne inghiottito dalla vertigine della bottiglia, che grazie a un lavoro come addetto alle pulizie presso l’Ospedale Bambin Gesù prova a rimettersi in partita con la vita, cercando di salvare se stesso e il dialogo con il proprio padre. Una vicenda dolente dove nel corso della narrazione si accende una luminosa luce di speranza e salvezza, quella nata da un incontro che cura e salva.
La storia. Roma, oggi. Marco è un ventenne che soffre per la perdita della madre e fatica ad avere un dialogo con il padre. Si è chiuso in se stesso, allontanando amici e fidanzata; compone poesie ma non trova il coraggio di condividerle. Riesce solo a bere fino a stordirsi. Un giorno il padre gli procura un posto come addetto alle pulizie in una cooperativa presso l’Ospedale Bambin Gesù. Per Marco sulle prime è una sfida difficile, perché scostante e desideroso di tornare alla bottiglia; piano piano inizierà ad aprirsi con i colleghi e i piccoli pazienti della struttura, che lo faranno sentire di nuovo amato…
“È un film che parla del dolore – sottolinea Luca Zingaretti – ma non in termini negativi, ma come ingrediente necessario per la felicità, perché dolore e gioia sono fatti della stessa materia. ‘La casa degli sguardi’ è un film sulla poesia, sulla bellezza e sulla loro capacità salvifica. Un film che parla di genitori e figli e della capacità di stare, come atto di amore più puro. È un film sull’amore e l’amicizia, che possono farti ritrovare la strada di casa. È un film sul lavoro, che radica e identifica, e sulle persone che lo nobilitano. Un film sulla vita, dove c’è sempre un motivo per resistere, sulla speranza e sulla capacità dell’uomo di risorgere”.
“La casa degli sguardi”, adattamento dell’omonimo romanzo di Daniele Mencarelli, di cui Zingaretti è autore del copione insieme a Gloria Malatesta e Stefano Rulli, una produzione Bibi Film, Clemart, Rai Cinema, Stand By Me e Zocotoco, nei cinema con Lucky Red dal 10 aprile 2025. Si tratta di un viaggio padre e figlio segnato dallo smarrimento di quest’ultimo tra male di vivere e una dipendenza dalla bottiglia che lo svuota e lo trasforma. Un cammino di riparazione, lento e sofferto, che passa per ripetute cadute, faticosi tentativi di risalite e soprattutto per la presenza di un padre che con amore silenzioso e costante non smette di sperare.
L’autore dirige un film duro e potente. Il diario di bordo di una caduta nelle pieghe della disperazione di un ventenne che non trova stimoli nel futuro, un vinto per troppo dolore, che si nega ogni talento e possibilità. Uno smarrimento che genera sofferenze al giovane e per riflesso anche al genitore, che gli rimane a fianco con ostinazione e resilienza, sfidando spesso lo sconforto. “La casa degli sguardi” descrive lo smarrimento un giovane uomo – un po’ come la serie Netflix “Tutto chiede salvezza” sempre da un romanzo di Mencarelli –, che fatica a rimettersi in partita con la vita. Zingaretti governa il racconto con misura e prudenza, non scivolando mai nel melodramma o nel melenso, ma descrivendo la traiettoria padre-figlio in maniera credibile e composta, toccante. Si veda la scena finale, sussurrata, di grande raffinatezza. Ottimi gli interpreti, da Zingaretti e Gianmarco Franchini, come pure i comprimari Federico Tocci, Chiara Celotto, Alessio Moneta, Riccardo Lai e Filippo Tirabassi.
Un film che si inserisce nel pieno della riflessione sulla speranza, nel cammino giubilare, per il suo scandagliare le fratture e gli affanni della vita, dove è possibile comunque cogliere segnali di fiducia e opportunità di ripartenza. Ancoraggi. Uno sguardo sulla quotidianità, quella fatta di imperfezioni e lacerazioni, che però si oppone alla dispersione. “La casa degli sguardi” è un’opera che invita alla resilienza e alla custodia dei legami. Complesso, problematico, per dibattiti.

Utilizzazione

Programmazione ordinaria.

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