
Sogg. e Scenegg.: José Benazeraf - Fotogr.: (panoramica/a colori) Philippe Theaudiere - Mus: Jack Arel - Montagg.: José Benazeraf Dur.: 83' - Produz.: Chesne Paris - Vietato ai minori degli anni diciotto
Soggetto
in un bordello francese dell'800, tutto damaschi, sete e dorature, gli uomini sono scarsi e frettolosi. Ciò che vi regna sovrano è il culto della donna, del corpo femminile sempre spiato, allisciato e coccolato per portarlo ai vertici della voluttà, o con l'autoerotismo, o con le raffinate invenzioni dell'amore lesbico. A volte viene un sacerdote in cilindro a confessare le ragazze (gli è riservato un confessionale foderato di velluto viola), con ignobili assoluzioni. E a, volte il Maligno fa oggetto delle sue bestiali attenzioni una di esse, automanipolatrice sfrenata, con la quale copula ghignando per averla sua schiava prediletta. Così il tempo passa, fra chiacchiere, racconti lascivi e mollezze varie in un'orgia incessante di nudi e di oscenità. Finchè la prediletta del Diavolo la si vede in una landa desolata, tutta intristita e segnata dal vizio, a rimirarsi in uno specchio, in cui il suo padrone e signore fattala prima affogare in una vasca colma di ninfee la invita ridendo a rimirarsi, assicurandole il fascinoso monopolio di una bellezza eterna.
Valutazione Pastorale
tanto per dare un titolo a questo osceno e farneticante pastrocchio, è stato fatto ricorso a qualche scheggia di pensiero del marchese De Sade e altri scrittori libertini. Pretesto incongruo, a motivare un contenitore di sozzerie e di perversioni, in cui il luogo e la stessa cornice (un lussuoso bordello stile Bella Epoque) appaiono perfino fuori registro. La clientela si riduce a due o tre ometti, quasi dei lémuri frettosoli e ridicoli, più una coppia con un travestito (attratto, pare, dalle tecniche delle ospiti), oggetto tutti di sberleffi. Più il Diavolo che possiede lo spirito e i sensi di una delle ragazze oltre ad una parodia di sacerdote, installato in un confessionale di lusso, ad ascoltare un eccitante repertorio di belle imprese (da assolvere, ovviamente, con altrettante turpitudini). Tutto è centrato sul corpo della donna-denudato, rivestito, carezzato e vezzeggiato allo spasimo da espertissime mani femminili. La donna, che basta a se stessa e che al massimo ricorre ad un'amica per piombare nei vortici della voluttà, è sempre proprietaria e schiava di Mefistofele, che la tiene stretta in pugno, solo perchè le assicura il potere e il fascino della Bellezza. Film non solo lercio, ma anche insano. Una esibizione insistita di lussurie scatenate e in maniera, poi, cinematograficamente così rozza e plateale, che scomodare la filosofia e lo stesso De Sade sembra perfino un alibi gratuito e pretestuoso.