
Orig.: Stati Uniti (2012) - Sogg.: tratto da un romanzo di Neil Gordon - Scenegg.: Lem Dobbs - Fotogr.(Scope/a colori): Adriano Goldman - Mus.: Cliff Martinez - Montagg.: Mark Day - Dur.: 117' - Produz.: Nicolas Chartier, Robert Redford, Bill Holderman.
Interpreti e ruoli
Robert Redford (Jim Grant), Shia Labeouf (Ben Shepard), Julie Christie (Mimi Lurie), Sam Elliott (Mac), Brendan Gleeson (Osborne), Terrence Howard (agente Cornelius), Richard Jenkins (Jed Lewis), Anna Kendrick (Diana), Brit Marling (Rebecca Osbrone), Stanley Tucci (Ray Fuller), Nick Nolte (Donal), Chris Cooper (Daniel), Susan Sarandon (Sharon Solarz)
Soggetto
Oggi Jim Grant vive da solo, vedovo, con la figlia adolescente, e fa l'avvocato nei sobborghi di Albany. La sua vita quotidiana cambia quando un giovane giornalista, Ben Shepard, ritiene di aver scoperto la sua vera identità e comincia ad indagare a fondo. Dopo alcuni riscontri fatti negli archivi, Ben appare sicuro del risultato: sotto il nome di Jim Grant, c'è un pacifista radicale che negli anni '70 manifestava contro la guerra, e con il suo gruppo dei Weather Underground si era reso protagonista di azioni violente e di un omicidio. Grant si è dato alla fuga e, di fatto, è in clandestinità da 30 anni. Ora la polizia torna sulle sue tracce, e l'FBI lo insegue da vicino. Grant ha un'unica via d'uscita: trovare Mimi, una sua compagna di quegli anni e convincerla a dire la verità su quei fatti.
Valutazione Pastorale
Tra la fine dei Sessanta e l'inizio dei Settanta, i Weather Underground rappresentarono un'organizzazione violenta che mise a soqquadro l'ordine pubblico con molte azioni al limite del terrorismo. Sullo sfondo di fatti veri, il copione rimane tuttavia un'opera di finzione. "Mi sembrava -spiega Robert Redford- una vicenda notevole che forniva la possibilità di approfondire un evento che fa parte della storia americana(...)e di osservare il modo in cui queste persone vivono trenta anni dopo, nascoste sotto una falsa identità". Le premesse sono quelle di un thriller, tra psicologia, ricostruzione storica, denuncia sociale. Partendo da un romanzo e da una sceneggiatura ben calibrata, il Redford regista segue con fedeltà il modello del cinema americano anni Settanta (sulla scia di "I tre giorni del condor"), distribuisce con estrema misura meriti e colpe, disegna con sanguigna sincerità il profilo dei vari personaggi, preoccupato di non venire mai meno a quel profilo della verità imposto dalla propria anima liberal. Tra molti passaggi vivacizzati da convincente suspence, trovano spazio momenti più convenzionali, e un finale forse un po' lacrimevole. Un film che il Redford attore cerca di sostenere con l'inossidabile fascino dello sguardo, insieme a tanti valorosi coprotagonisti e caratteristi. Dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile e nell'insieme problematico.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, e in seguito come prodotto di cinema americano dalla tradizionale compattezza narrativa affidabile e coinvolgente.