
Orig.: Italia/Gran Bretagna/Repubblica Ceca (2005) - Sogg.: tratto dal romanzo "Mine Ha Ha" di Frank Wedekind - Scenegg.: Alberto Lattuada e Ottavio Jemma (revisione di James Carrington) - Fotogr.(Scope/a colori): Fabio Zamarion - Mus.: Paul Grabowsky - Montagg.: Roberto Perpignani - Dur.: 107' - Produz.: Ida Di Benedetto e Stefania Bifano, André Djaoui, Ian Balzer in collaborazione con BOX Film e RAI Cinema.
Interpreti e ruoli
Jacqueline Bisset (direttrice), Hannah Taylor Gordon (Irene), Mary Nighy (Hidalla), Anna Maguire (Melusine), Emily Pimm (Blanka), Natalia Tena (Vera), Anya Lahiri (Rain), Galatea Ranzi (Helena), Silvia De Santis (Gertrude), Enrico Lo Verso (ispettore), Urbano Barberini (principe), Eva Grimaldi . (Simba)
Soggetto
Tra fine Ottocento e primi Novecento in un lussuoso collegio in Turingia sei fanciulle sedicenni vengono avviate all'apprendimento di danza, musica e buone maniere sotto la guida di severe istitutrici. Ogni contatto con l'esterno é vietato, ma il premio finale che aspetta la più brava é prendere parte al più prestigioso balletto del Paese, diventare l'etoile del gruppo e ottenere i favori di importanti esponenti di corte. Inevitabilmente le ragazze entrano in competizione tra loro e qualcuna, per di più, si mette in urto anche con la direttrice. Vera in particolare pensa che il collegio nasconda segreti inconfessabili ma indagare porta solo a conseguenze peggiori. Seguono incidenti, tentativi di fuga, morti sospette di qualche ragazza. Le indagini di un ispettore coraggioso vengono subito smontate e si va verso la scelta finale. Ma anche qui l'affacciarsi fuori diventa per Vera occasione per subire violenze e abusi. La maledizione del collegio non la lascia più.
Valutazione Pastorale
All'origine c'é il romanzo "Mine Ha-Ha" scritto da Frank Wedekind all'inizio del Novecento, dal quale Alberto Lattuada, insieme a Ottavio Jemma, aveva tratto una sceneggiatura che non é riuscito a portare sullo schermo. L'operazione é passata nelle mani dell' inglese John Irvin, ma era meglio se fosse rimasta sulla pagina scritta. La trasposizione del regista affoga quasi subito in un oceano di stereotipi e di irritanti banalità. La cura messa nel riscostruire ambienti, luoghi, costumi svanisce a fronte dell'insulsaggine della vicenda, dell'improponibile ovvietà dei dialoghi, dell'imbarazzante prestazione di quasi tutti gi interpreti. Un campionario unico di inutilità con l'aggravante di voler suscitare qualche prurigine, anche qui con toni affrettati, gratuiti, insignificanti. Un'operazione da dimenticare per un film che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come inconsistente e segnato da scabrosità.
UTILIZZAZIONE: visto il suo modestissimo livello, il film può anche essere trascurato, sia in programmazione ordinaria sia in altre occasioni. Attenzione é comunque da tenere per i minori in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS o DVD.