
Interpreti e ruoli
Małgorzata Hajewska-Krzysztofik: (Aniela Wesoły), Mateusz Więcławek (Andrzej (Aniela da giovane)), Joanna Kulig (Iza), Bogumiła Bajor (Iza da giovane), Franciszek Englert (Jasiek), Jerzy Bończak (Sig. Wesoly), Anna Tomaszewska (Sig.ra Wesoly), Jacek Braciak (Marek Wesoly), Mikołaj Chroboczek (Maliński), Tomasz Schuchardt (Endocrinologo), Mirosław Kropielnicki (Psicologo)
Soggetto
Polonia, anni ’80. Adam è un giovane che si sente diverso, avverte di essere imprigionato nel corpo sbagliato. Vorrebbe vestirsi da donna, ma non trova il coraggio. Così cerca di condurre una vita come tutti: si sposa con un’infermiera, con cui ha un figlio. Gli anni passano, il Paese cambia sotto i colpi della rivoluzione politica e sociale, ma Adam non riesce a reprimere il suo sentire, il desiderio di essere accettato in famiglia e nella società come donna. Avvia così una battaglia legale per essere finalmente chiamato Aniela…
Valutazione Pastorale
I registi polacchi Małgorzata Szumowska e Michał Englert hanno partecipato in gara a Venezia80 con un’opera di forte intensità e problematicità: “Questa sono io” (“Woman of…” / “Kobieta Z…”), il racconto del cammino di accettazione di una donna trans, Aniela Wesoły, in quattro decenni della Polonia, dalla caduta del comunismo al nostro presente. Protagonisti Małgorzata Hajewska, Joanna Kulig e Mateusz Więcławek.
La storia. Polonia, anni ’80. Adam è un giovane che si sente diverso, avverte di essere imprigionato nel corpo sbagliato. Vorrebbe vestirsi da donna, ma non trova il coraggio. Così cerca di condurre una vita come tutti: si sposa con un’infermiera, con cui ha un figlio. Gli anni passano, il Paese cambia sotto i colpi della rivoluzione politica e sociale, ma Adam non riesce a reprimere il suo sentire, il desiderio di essere accettato in famiglia e nella società come donna. Avvia così una battaglia legale per essere finalmente chiamato Aniela…
Małgorzata Szumowska e Michał Englert scrivono e dirigono un film che ha come obiettivo quello di raccontare la difficile e sofferta esistenza delle persone transessuali nella Polonia degli ultimi quattro decenni. Gli autori mostrano il tormento di un giovane che non si riconosce e prova a reprimere se stesso, sottoponendo lui e i propri cari a un’infelicità latente, segnata da imbarazzi e non detti. “Questa sono io” non segue solo la traiettoria del protagonista, il suo faticoso percorso di accettazione, ma allarga il campo anche ai suoi famigliari: in testa la moglie di Adam, che sulle prime si dimostra indignata e ferita, poi capace di perdonare ed essere solidale nella battaglia di Aniela.
Un film di certo complesso e spinoso, che richiede una visione attenta e accorta. L’opera insiste sul senso d’amore e solidarietà che non deve mancare tanto in famiglia quanto nella società. A ben vedere, l’andamento del racconto non sempre risulta bilanciato, a fuoco o pienamente condivisibile, ma di certo se ne coglie lo sforzo per costruire un’opera che favorisca dialogo e comprensione. Complesso, problematico.
Utilizzazione
Il film richiede un pubblico adulto.