
Orig.: Stati Uniti (2006) - Sogg. e scenegg.: Sylvester Stallone - Fotogr.(Normale/a colori): J. Clark Mathis - Mus.: Bill Conti - Montagg.: Sean Albertson - Dur.: 102' - Produz.: Kevin King, Charles Winkler, David Winkler, Guy Riedel.
Interpreti e ruoli
Sylvester Stallone (Rocky Balboa), Burt Young (Paulie), Milo Ventimiglia (Rocky Balboa jr.), Antonio Traver (Mason Dixon), Geraldine Hughes (Marie), James Francis Kelly III (Steps), Tony Burton (Duke), Henry G. Sanders (Martin), Tim Curry (Buddy), Angela Boyd . (ragazza ubriaca)
Soggetto
Rocky Balboa, leggendario campione di pugilato, dopo la morte della moglie, gestisce un piccolo ristorante dove su richiesta racconta le proprie gesta di un tempo. La riproposta di un incontro 'virtuale' tra lui e l'attuale campione dei massimi Mason Dixon gli fa scattare la voglia di tornare sul ring e di sfidare 'dal vero' il potente Dixon. Dopo non poche esitazioni, il match viene ufficializzato. Rocky, ormai 50enne, si prepara con passione e grande volontà. Nel giorno della sfida, Rocky si batte con ardore e alla fine i giudici attribuiscono la vittoria a Dixon per 2-1. Rocky esce sconfitto con onore e, soprattutto, ha riconquistato l'affetto e la stima del figlio Rocky jr., che da tempo era in rotta con il padre.
Valutazione Pastorale
Questo sesto appuntamento con Rocky arriva sedici anni dopo il "Rocky 5", e a ben trenta anni di distanza da primo "Rocky" (1976) che ottenne grande successo ma forse non lasciava ipotizzare una bvita tanto lunga del personaggio. Stallone invece lo ha saputo modellare sull'età che é avanzata, e quasi su se stesso, facendone il prototipo di un eroe stanco ma non domo, affaticato ma ancora capace di trovare nella vita gli stimoli sufficienti per andare avanti. Si trattava anche di muoversi contro il declino del genere pugilistico', che al cinema vantava gloriosi precedenti ma oggi é quasi scomparso. Stallone mette insieme con misura i temi della fine del mito e quelli dell'eroismo quotidiano, ossia dell'uomo che diventa eroem perché crede in valori solidi e immutabili, il ricordo della moglie, l'affetto del figlio, lo sport come palestra di lealtà e scontri puliti. Il tono patetico che affiora qua e là non inficia un ritratto che resta abbastanza credibile e sincero. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile, anche se generalmente semplicistico.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e e da proporre nell'ambito di rassegne sul tema del rapporto cinema/sport.