
Orig.: Stati Uniti (2010) - Sogg.: John Lasseter, Andrew Stanton, Lee Unkrich - Scenegg.: Michael Arndt - Fotogr.(Panoramica/a colori): Jeremy Lasky - Mus.: Randy Newman - Montagg.: Ken Schretzmann - Dur.: 109' - Produz.: Pixar Animation Studios. Il film, in 3D, é preceduto dal corto d'animazione "Quando il giorno incontra la notte" (5').
Interpreti e ruoli
Woody (voce italiana: Fabrizio Frizzi), Buzz (v.i.: Massimo Dapporto), Barbie (v.i.: Claudia Gerini), Ken (v.i.: Fabio De Luigi), Lotso (v.i.: Riccardo Garrone), Telefono (v.i.: Gerry Scotti), Chuckles (v.i.: Giorgio Faletti), e gli altri protagonisti della storia d'animazione.
Soggetto
Ormai 17enne, Andy si prepara a partire per il college. I giocattoli che lo hanno accompagnato per tanti anni sono in ansia. La mamma lo sollecita: deve scegliere quali tenere, quali buttare via, quali regalare ai bambini dell'asilo. Andy sembra volere conservare solo il cowboy Woody. Gli altri, di fronte al rischio di finire nella pattumiera, pensano di adattarsi all'asilo. Ma qui hanno l'amara sorpresa di vedersi maltrattati come in una prigione. Grazie al coraggio di Woody, tutti tornano insieme. E, proprio al momento della partenza, Andy capisce di non poterli dividere e li lascia ad una piccola vicina di casa, che assicura di amarli e di conservarli.
Valutazione Pastorale
Dopo l'originale nel 1995 e il sequel nel 1999, il ritorno, a dieci anni di distanza, di Toy Story 3 si presenta come l'appuntamento più bello, intenso, coinvolgente. Se per la cronaca va segnalata come novità la presenza del 3D, la constatazione che ne segue non è nuova ma merita di essere ripetuta. La tecnologia può migliorare o peggiorare un prodotto (ed è importante saperla usare con misura e nei momenti opportuni senza esserne schiacciati), ma il punto prezioso, quello che determina lo scarto in alto o in basso, resta il copione, la storia, l'idea. Si vuol dire che lo spunto d'avvio sembra facile: il ragazzo è cresciuto, i giocattoli sono soli, vediamo cosa fanno. E' così, ma non c'è solo questo. E' che l'umanizzazione dei giocattoli e le loro paure diventano paradigma della capacità o meno di far restare vivi il gioco, la favola, il racconto. E' che la partenza di Andy non è solo un allontanarsi fisico ma segna la fine dell'adolescenza, il distacco da una parte fondamentale della vita. E lungo il passaggio tra una stagione e l'altra dell'esistenza corrono fremiti, emozioni, incertezze. Andy crescerà e si costruirà un futuro, i giocattoli resteranno indifesi testimoni di un bene prezioso e imperdibile nello sviluppo della persona: la fantasia. Tante suggestioni attraversano questo struggente diario dell'infanzia, un ritorno all'animazione autentica per un film che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come raccomandabile, e decisamente poetico.
Utilizzazione
Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito in molte occasioni per bambini, adolescenti e per la famiglia.