Palma d'oro al 78° Festival di Cannes (2025)
Interpreti e ruoli
Vahid Mobasseri (Vahid), Maryam Afshari (Shiva), Ebrahim Azizi (Eghbal), Hadis Pakbaten (Golrokh), Majid Panahi (Lo sposo), Mohamad Ali (Hamid), Georges Hashemzadeh (Salar), Delmaz Najafi (Bambina), Afssaneh Najmabadi (Moglie di Eghbal)
Soggetto
Iran, oggi. Una famiglia sta tornando verso casa e durante il tragitto la macchina finisce in panne. Nell’officina dove viene portata in riparazione uno dei meccanici si accorge che il guidatore, il padre di famiglia, ha qualcosa di sospetto: il rumore della sua camminata, il cigolio di una protesi agli arti inferiori, gli ricorda il passo di un suo torturatore in carcere. Affiorano così in lui incubi, sofferenze e rabbia verso colui che ha rovinato la sua vita, e quella di tanti altri come lui, arrestati ingiustamente dal regime ed esposti a prolungate violenze. Il meccanico allora pensa a un modo per vendicarsi…
Valutazione Pastorale
Ha trionfato nelle tre cattedrali del cinema del Vecchio continente: Venezia, Berlino e Cannes. È il regista iraniano Jafar Panahi, vincitore del Leone d’oro nel 2000 con “Il cerchio”, dell’Orso d’oro nel 2015 con “Taxi Teheran” e della Palma d’oro nel 2025 con “Un semplice incidente”. E proprio quest’ultimo titolo viene presentato in anteprima per l’Italia alla 20a Festa del Cinema di Roma, in occasione del premio alla carriera a Panahi consegnato da Giuseppe Tornatore. “Un semplice incidente” racconta il trauma della repressione e delle violenze in Iran attraverso una storia di dolore, smarrimento e redenzione. Un viaggio nel desiderio di vendetta di vittime di abusi che si trovano faccia a faccia con il proprio carceriere. Una sfida morale, esistenziale, che apre però alla speranza e non alla corruzione interiore. Nelle sale dal 6 novembre 2025 con Lucky Red.
La storia. Iran, oggi. Una famiglia sta tornando verso casa e durante il tragitto la macchina finisce in panne. Nell’officina dove viene portata in riparazione uno dei meccanici si accorge che il guidatore, il padre di famiglia, ha qualcosa di sospetto: il rumore della sua camminata, il cigolio di una protesi agli arti inferiori, gli ricorda il passo di un suo torturatore in carcere. Affiorano così in lui incubi, sofferenze e rabbia verso colui che ha rovinato la sua vita, e quella di tanti altri come lui, arrestati ingiustamente dal regime ed esposti a prolungate violenze. Il meccanico allora pensa a un modo per vendicarsi…
Con “Un semplice incidente”, Panahi dà ancora una volta prova della sua statura artistica. Una storia minuta, circoscritta, che man mano che si snoda diventa anzitutto un potente racconto-denuncia delle violenze subite da un popolo per mano di un regime che reprime libertà, sogni e futuro. Un film che si fa, inoltre, parabola universale di un’umanità ferita che si trova a un bivio: abbracciare la vendetta oppure rispondere con misericordia al male subito. Un’opera densa e stratificata, che scivola via con passo leggero, come una pièce teatrale.
In particolare, “Un semplice incidente” mette lo spettatore davanti al dilemma della vendetta: una vittima, più vittime, che fronteggiano il proprio carceriere-carnefice spogliato delle proprie vesti e ruolo militare. Che fare? Far finta di nulla, porgere l’altra guancia, oppure abbracciare l’arma dell’odio e martoriare quel corpo ripagandolo con la stessa moneta da lui usata in passato?
Panahi compone un dilemma-dramma morale di respiro shakesperiano, dove i suoi protagonisti, le vittime, sono abitate da dolore, dallo spettro di sofferenze indicibili, ma mai disperse nell’odio. Un film acuto, sfidante, che conquista per la sua costruzione come giallo dell’anima.
Il regista è abile, abilissimo, nel governare la tensione e le svolte del racconto, fino al sorprendente finale aperto, che affida allo spettatore l’ultima parola. Un’opera matura, dolente, che si impasta anche delle sofferenze patite dal regista, più volte imprigionato nel suo Paese perché artista e pensatore libero. Consigliabile, problematico, per dibattiti.
Utilizzazione
Programmazione ordinaria e successive occasioni di dibattito.
