“Fuori la verità”: famiglia sotto i riflettori nel game show che cannibalizza l’intimità

lunedì 20 Ottobre 2025
Un articolo di: Sergio Perugini

Festa del Cinema di Roma, quarto giorno. Spazio sempre al cinema italiano con il dramma-critica sociale “Fuori la verità” firmato Davide Minnella, uno sguardo impietoso sulle derive narrative-rappresentative della televisione contemporanea, quando cannibalizza sentimenti e valori. Un film che si snoda come le fasi di un game show emozionale di prima serata, dove una famiglia finisce nel tritacarne di domande e curiosità pruriginose pur di conquistare un montepremi che cambia la vita. Con Claudio Amendola, Claudia Gerini, Claudia Pandolfi, Leo Gassmann, Eleonora Gaggero, Alice Lupparelli, Sara Drago, Lorenzo Richelmy e Massimo Wertmüller. La produzione è targata Italian International Film della famiglia Lucisano insieme a PiperFilm e a Netflix. Il film è nelle sale italiane dal 6 novembre 2025.

Format sulla “pornografia” del dolore
Scritto dallo stesso regista Minnella con Elena Giogli, Michele Furfari e Gaia Marianna Musacchio, “Fuori la verità” è ambientato a Roma, oggi. La famiglia Moretti, composta dai genitori cinquantenni Carolina ed Edoardo insieme ai figli Flavio, Prisca e Micol, è stata scelta come primo concorrente di un game show di un’importante network televisivo nazionale. Un gioco che mette a tema verità e menzogne nel terreno degli affetti, attraverso una innovativa macchina della verità. Basta una risposta corretta e si avanza nel game show, fino alla possibilità di vincere 1 milione di euro; ma in caso di risposte false si è fuori dalla gara. A condurlo la popolare Marina Roch, determinata a difendere la sua reputazione erosa da recenti cali di ascolto; il nuovo format, ‘Fuori la verità’, è l’occasione per non farsi estromettere. I Moretti partecipano al programma perché, al di là del tenore di vita alto borghese, nascondono problemi sottaciuti nel dialogo familiare: ognuno di loro cela un segreto, più segreti, e l’idea della macchina della verità li getta nel panico…

Davanti e dietro alle telecamere
Davide Minnella, alla sua terza regia dopo “La cena perfetta” (2021) e “Cattiva coscienza” (2023), nello scrivere e dirigere questo nuovo film ha attino al suo background come autore di noti programmi della Tv lineare: “Affari tuoi”, “I soliti ignoti”, “La vita in diretta”, “Caduta libera”, “Grande Fratello VIP” e “L’isola dei famosi”. Un mondo televisivo, dunque, conosciuto in maniera puntuale, tra scena e retroscena.
“‘Fuori la Verità’ – ha dichiarato – nasce dal desiderio di capire cosa accade quando il confine tra intimità e spettacolo si spezza.
Ho immaginato una famiglia comune, all’apparenza perfetta, trascinata in un format televisivo che trasforma la verità in un gioco spietato: un’arma, una condanna”. E ancora sempre Minnella: “La televisione illumina e seduce, promette ricompense sempre più alte, ma ogni domanda lanciata in diretta è una miccia che accende la memoria (…) frammenti di vita che ci trascinano nelle stanze e nei silenzi dei Moretti (…) [che] sono lo specchio delle nostre contraddizioni”.

Sguardo tragicomico su Tv, famiglia e società
Nulla di nuovo. Di film, ma anche di serie Tv, che affrontano il dietro le quinte del mondo televisivo, tra finzione e verità, ne sono stati realizzati molti. Tra i principali: “Quinto potere” (1976) di Sidney Lumet, “Ginger e Fred” (1986) di Federico Fellini, “The Truman Show” (1998) di Peter Weir o la recente serie Apple TV+ “The Morning Show” (dal 2019).
Eppure, Davide Minnella con “Fuori la verità” trova una chiave interessante, attuale, corroborato da una valida gestione di ritmo e tensione narrativa. Il suo film si muove su due linee di racconto: da un lato la macchina serrata e implacabile del game show e dall’altro le dinamiche tra tenerezza, disperazione e segreti della famiglia Moretti.Il regista anzitutto compone uno specchio deformante (o riflettente?) del mondo televisivo, sempre più ossessionato da numeri e risultati piuttosto che dal rispetto dello spettatore. Marina Roch, che Claudia Pandolfi sagoma con incisività e carattere, è disposta a tutto per far funzionare il nuovo programma. Sa benissimo che i suoi successi passati non contano: o fa centro con questo nuovo format oppure finisce nel dimenticatoio, nel giro delle teche. E così schiaccia sull’acceleratore emotivo, mettendo i concorrenti in una condizione potenzialmente umiliante e degradante: li adesca in una arena e aspetta che si azzannino a vicenda, tra lacrime e rabbia repressa.
Un racconto live del dolore, dello scandalo familiare, cui assistere con voyeurismo, generando la cosiddetta “pornografia” del dolore. E Marina Roch è solo il capofila di una struttura dove nessuno si pone scrupoli di coscienza o remore. The show must go on… Dall’altro lato, c’è il racconto di una famiglia come tante, i Moretti, una coppia sposata da 25 anni e tre figli adulti. Tutti apparentemente felici che invece nascondono bugie bianche, nere, tradimenti e gesti problematici. Ognuno di loro condivide mezze-verità, non si lascia vedere nella sua interezza dai propri cari. Tutti celano infelicità sottopelle, ma non hanno il coraggio di rompere il silenzio. Però, per disperazione, accettano di mettere tutto in mostra in Tv. E la televisione diventa allora il grande confessionale che li umilia e forse li riabilita. Il regista Minnella tiene bene in equilibrio queste due linee, amalgamandole e rilasciando con efficacia colpi di scena che garantiscono la tenuta di pathos e tensione narrativa. Il problema, però, risiede nel modo in cui approfondisce le vite dei Moretti, i loro segreti, fagocitando eventi, temi e problematiche anche estremamente delicati che meriterebbero ben altra trattazione e non banalizzazione.
“Fuori la verità” punta a criticare gli eccessi di una società (mediatica) sempre più disumana e corrotta;
uno sguardo acuto e sferzante, interessante e furbo, che combina suggestioni di senso con soluzioni sbrigative e patinate, perdendo vigore nei volteggi finali con una soluzione tirata via in maniera frettolosa e senza mordente. Buone le intenzioni, ma non del tutto il risultato. Complesso, problematico, per dibattiti.

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