Giovedì 20 novembre è stato presentato al Pontificio Consiglio della Cultura il programma della XVIII edizione del Tertio Millennio Film Fest (9-14 dicembre, Cinema Trevi di Roma), rassegna cinematografica della Fondazione Ente dello Spettacolo in collaborazione con i Pontifici Consigli della Cultura e delle Comunicazioni Sociali e del Progetto Culturale della CEI. Frontiere. Cercando un’immagine tra due mondi è il tema scelto per questa edizione. «Le frontiere che attraverso i film della rassegna abbiamo scelto di raccontare – dice don Ivan Maffeis, Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo e del Tertio Millennio Film Fest – sono frontiere chiuse, come quelle imposte dalla dittatura; frontiere smarrite negli ingranaggi della burocrazia che, dopo aver illuso, inibisce ogni desiderio d’incontro; frontiere problematiche quanto la crisi finanziaria; frontiere violente che calpestano gli affetti più sacri e costringono alla fuga chi cerca soltanto un luogo in cui sentirsi finalmente a casa. E le frontiere che condannano intere minoranze all’emarginazione o quelle del potere giudiziario che, a prescindere da torti e ragioni, rende tutti vittime; frontiere ferite, che alzano rughe e cicatrici e isolano nell’amarezza e nel risentimento. L’intento con cui le proponiamo è quello di chi non s’arrende a considerarle barriere insormontabili».
Tra i molti titoli in cartellone di questa rassegna – a ingresso gratuito – si segnalano: l’anteprima di The President del regista iraniano Mohsen Makhmalbaf, l’anteprima Le dernier coup de marteau di Alix Delaporte, La teoria del tutto di James Marsh sulla vita dell’astrofisico Stephen Hawking, e l’anteprima internazionale del documentario l’Archivio Segreto Vaticano. Un viaggio nella storia di Lucas Duran prodotto dal Centro Televisivo Vaticano.
Tra i film in uscita nelle sale, a partire da giovedì 20 novembre, troviamo anzitutto il blockbuster fantasy Hunger Games. Il canto della rivolta – Parte 1 (The Hunger Games: Mockingjay – Part 1), terzo episodio della saga firmata da Francis Lawrence e tratta dalla trilogia scritta da Suzanne Collins (edita in Italia da Mondadori). La giovane Premio Oscar Jennifer Lawrence torna a vestire i panni dell’eroina Katniss Everdeen, impegnata nella complessa operazione di riscatto sociale contro l’oppressione politico-tirannica del Presidente Snow. Un felice ritorno per i giovani appassionati, che non rimarranno delusi dall’impianto narrativo, nonostante si registrino maggiori debolezze e incertezza in questo episodio.
Da Hollywood alla Francia, con My Old Lay di Israel Horovitz e Adieu au langage – Addio al linguaggio del maestro della nouvelle vague francese Jean-Luc Godard. La commedia anglo-francese My Old Lay di Horovitz, tratta dall’omonima pièce teatrale è interpretata da un trittico di attori di notevole bravura come Kevin Kline, Maggie Smith, Kristin Scott Thomas. Convince la prima regia del non più giovane Horovitz, gradita maggiormente da un pubblico amante del dramedy di derivazione teatrale. Il meglio è però nella performance degli attori. L’opera di Godard, Premio della Giuria al 67. Festival di Cannes (2014), è l’ultima provocazione (o testamento artistico?) del decano del cinema francese. Per appassionati.
Paola Cortellesi e Raoul Bova si ritrovano dopo il successo di Nessuno mi può giudicare in un’altra commedia, Scusate se esisto di Riccardo Milani, che affronta sia il tema della discriminazione femminile nel mondo del lavoro sia quello della complessità delle relazioni contemporanee. Resta l’impressione di qualche forzatura. Come se dentro il copione qualche passaggio sia stato caricato di un peso eccessivo: per dichiarare la lezioncina, per denunciare, per appesantire troppo alcuni protagonisti e da maschere farli diventare macchiette, oltre la misura necessaria. Così i temi importanti (donna, lavoro, famiglia, rapporto genitori/figli) restano evidenti ma trattati in modo qua e là confuso, e il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come complesso e caratterizzato da superficialità.
Complesso e problematico è inoltre il melodramma I toni dell’amore (Love Is Strange) di Ira Sachs, che affronta le difficoltà di una coppia omosessuale in età avanzata con interpreti John Lithgow e Alfred Molina. L’impianto narrativo presenta incertezze e alcune forzature.
Chiudiamo con un ricordo del regista europeo-statunitense Mike Nichols, morto a New York il 19 novembre 2014 all’età 83 anni, e autore di titoli di grande importanza per il cinema mondiale: Chi ha paura di Virginia Woolf? (1966), Il laureato (1976), Silkwood (1983), Una donna in carriera (1988), La guerra di Charlie Wilson (2007).
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