Ancora due film, tra quelli in sala dal 25 settembre 2014, provengono dalla 71. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia: Italy in a Day di Gabriele Salvatores e Pasolini di Abel Ferrara. Da oltre 44 mila filmati, realizzati il 26 ottobre 2013 con ogni supporto tecnologico (smatphone compreso), sono stati selezionati 627 video che il regista Premio Oscar Salvatores ha montato insieme in un film di 75 minuti, Italy in a Day, aderendo al progetto internazionale lanciato da Ridley Scott. Il risultato che emerge è l’immagine di un Paese che vive con affanno (o rabbia) il presente e insieme guarda all’orizzonte con speranza. Una testimonianza di vitalità e desiderio di condivisione. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti. Passato in concorso a Venezia 71, Pasolini di Abel Ferrara racconta la figura del regista e scrittore friulano soffermandosi sugli ultimi giorni di vita, prima dell’assassinio il 2 novembre 1975. È lo sguardo molto personale di un autore, Ferrara (Il cattivo tenente), che ha con Pasolini non pochi punti di contatto: entrambi collocati sui confini dell’azzardo, dell’incoerenza, del gesto artistico estremo. Willem Dafoe offre un ritratto del poeta che appare sofferto, interiore, scavato in una desolata cattiveria esistenziale. L’opera, seppur con diversi limiti, coglie bene i contrasti, le contraddizioni, che hanno segnato nel profondo dell’animo l’esistenza di Pasolini. Dal punto di vista pastorale, è da valutare come complesso, segnato da scabrosità e adatto per dibattiti.
Nel segno della commedia grottesca è La buca di Daniele Ciprì (È stato il figlio), interpretato da Sergio Castellitto, Rocco Papaleo e Valeria Bruni Tedeschi. È la storia di un avvocato senza scrupoli, Oscar (Castellitto), pronto a mettere in atto una truffa ai danni del povero disgraziato Armando (Papaleo), già vittima di un errore giudiziario che lo ha portato a scontare una pena di 27 anni di carcere. Il regista costruisce location all’insegna dell’astrazione, elimina realismo e modernità e consegna l’indubbia maestria di direttore della fotografia al fiabesco, al vintage, a un crepuscolare decadentismo. I due protagonisti dovrebbero essere i prototipi di due “poveri matti” tra Zavattini e Chaplin, ma restano sospesi tra cielo e terra nella zona di nessuno. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e nell’insieme brillante.
Dalla Francia arrivano due ritratti femminili: Lucy di Luc Besson e Party Girl di Marie Amachoukeli, Claire Burger e Samuel Theis. Dopo le eroine action Nikita e Leeloo (Il quinto elemento), Besson porta sullo schermo la figura di Lucy, una giovane donna vittima di un esperimento scientifico che la obbliga ad assumere poteri oltre la soglia del normale. Di certo lo spettacolo regge, appassiona, purché non si pretenda di ragionarci troppo sopra. Altrimenti emergono vistose superficialità. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso e nell’insieme problematico. In concorso nella sezione Un certain regard al 67. Festival di Cannes (2014), dove ha vinto la Caméra d’Or, Party Girl è il racconto dell’addio alla strada delle prostituta Angelique, che accetta la proposta di matrimonio di un suo cliente. Un buon esordio alla regia, per un’idea che presenta però alcuni limiti espressivi e narrativi. Il film è da valutare come complesso e problematico.
Pongo il cane milionario (Pancho, el perro millonario) di Tom Fernández e L’incredibile storia di Winter il delfino 2 (Dolphin Tale 2) di Charles Martin Smith sono due proposte adatte a tutta la famiglia. Pongo il cane milionario è un live action targato Spagna che vede come protagonista il cane Pongo, coinvolto in numerose (dis)avventure. Un umorismo gradevole che accontenterà soprattutto i più piccoli. L’incredibile storia di Winter il delfino 2, invece, riprende la vicenda del delfino Winter, salvato con una protesi dopo aver perso la propria coda. In questo episodio Winter è in cerca di un suo simile. Film da vedere con leggerezza e con attenzione ai particolari. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, semplice e adatto per famiglie.
Non adatti a bambini e famiglie, al contrario, sono Posh di Lone Scherfig e Bastardi in divisa (Let’s Be Cops) di Luke Greenfield: il primo è il racconto di adolescenti inglesi benestanti in cerca di eccessi, mentre il secondo è una commedia condita con gag prevedibili e di scarso umorismo. Film da valutare come complesso e segnato da superficialità.
Allegati