Presentato a Roma il biopic su Bruce Springsteen con Jeremy Allen White

venerdì 10 Ottobre 2025
Un articolo di: Sergio Perugini

Sir. “Conoscere Bruce Springsteen, parlargli, vederlo sul palco con quella passione. E poi la gentilezza innata con cui parla e si rivolge alle persone. Sono cose che ho fatto mie a livello interpretativo”. Così Jeremy Allen White, attore statunitense in ascesa, star della pluripremiata serie “The Bear” (Disney+), presentando a Roma il film “Springsteen: Liberami dal nulla”, ritratto del Boss nel periodo della lavorazione del suo album più personale, “Nebraska” del 1982. Diretto da Scott Cooper e tratto dall’omonimo libro di Warren Zanes, il film vede nel cast anche Jeremy Strong, Odessa Young e Stephen Graham. Nelle sale dal 23 ottobre con 20th Century Studios – Walt Disney.

(L-R) Jeremy Allen White as Bruce Springsteen in 20th Century Studios’ SPRINGSTEEN: DELIVER ME FROM NOWHERE. Photo by Macall Polay. © 2025 20th Century Studios. All Rights Reserved

“Quando ascolto l’album ‘Nebraska’ – ha dichiarato Jeremy Allen White – mi sento capito. Si avverte nel disco tanta confusione, disorientamento, ma anche speranza”. E ancora: “Oggi si può registrare un disco dove e come si voglia, ma quello che Bruce ha fatto negli anni ’80 è stato una rottura, dirompente e radicale. Questo è il suo disco più ‘punk’, non in termini di suoni ma di spirito”.

Richiamando poi il processo lavorativo dell’album del Boss, segnato da depressione e da un difficile rapporto con la figura paterna, l’attore ha aggiunto: “Bruce ha parlato molto apertamente di suo padre, una figura imprevedibile, che gli ha reso difficile fidarsi del prossimo. C’è tanta rabbia e delusione nel disco, ma anche amore e desiderio di comprensione. E tutto questo emerge anche nel film”. L’attore ha poi messo in parallelo la figura del Boss con quella dello chef Carmy Berzatto, protagonista della serie “The Bear”, dichiarando: “I film importanti per me parlano di appartenenza, scopo, del fare famiglia. Sono le storie che mi attraggono di più. Il personaggio di Bruce Springsteen, come quello di Carmy Berzatto, hanno in comune una mancanza iniziale, una sorta di ‘disabilità affettiva’, cui però hanno risposto con la loro arte”.

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