
Interpreti e ruoli
Enric Auquer (Antoni Benaiges), Laia Costa (Arianna), Luisa Gavasa (Charo), Ramón Agirre (Emilio adulto), Gael Aparicio (Carlos bambino), Alba Hermoso (Josefina bambino), Nicolás Calvo (Emilio bambino), Antonio Mora (Jaime, il sindaco), Milo Taboada (Padre Primitivo), Jorge de Rocha (Camilo), Alba Guilera (Laura)
Soggetto
Spagna, 1935. Il maestro Antoni Benaiges accetta l’incarico come insegnante in un piccolo villaggio nella provincia di Burgos, Bañuelos de Bureba. Dopo qualche incomprensione iniziale dovuta ai suoi metodi innovativi, il maestro riesce a instaurare un buon rapporto con i suoi allievi, bambini tra i 6 e i 12 anni, ai quali fa una promessa: alla fine dell’anno li porterà a vedere il mare.
Valutazione Pastorale
“Il maestro che promise il mare” è un film di Patricia Font, tratto dalla storia vera di Antoni Benaiges (Enric Auquer) il cui innovativo metodo d’insegnamento, mutuato dal pedagogista francese Célestin Freinet, incontra non poche perplessità nel piccolo paese della provincia di Burgos, Bañuelos de Bureba, al quale viene destinato nel 1935. Gli alunni, tra i 6 e i 12 anni, sono sorpresi, le famiglie scettiche se non del tutto contrarie, soprattutto quando in uno slancio di laicità (laicismo?) stacca il crocifisso dalla parete dell’aula “perché la scuola è di tutti”. A poco a poco, però, Antoni conquista la fiducia dei suoi alunni, che si appassionano allo studio e si sentono liberi di esprimere le proprie energie, i propri talenti e anche le famiglie vedendo i risultati raggiunti dai ragazzi cominciano ad apprezzarlo. E poi il maestro fa loro una promessa: li porterà tutti a vedere il mare. Ma, nel luglio del 1936, allo scoppio della guerra civile, Antoni viene sequestrato, fucilato a Briviesca e presumibilmente sepolto nella fossa comune di La Pedraja. Questa storia vera s’intreccia, nel film, con quella di Ariana (Laia Costa), personaggio d’invenzione, discendente di uno degli allievi di Benaiges, che, attraverso i ricordi di coloro che lo hanno conosciuto, prova a ricostruire la storia nascosta dietro la promessa del maestro, salvando dall’oblio una vicenda di coraggio e passione per l’insegnamento.
Tratto dall’omonimo libro di Francesc Escribano, che ne firma anche la sceneggiatura, “Il maestro che promise il mare” si sviluppa in una continua alternanza tra passato e presente, tra storia vera e finzione. “Questa storia – sottolinea la regista – ruota attorno alla memoria, alla sua perdita e all’importanza di mantenerla”. Il film, infatti, apre uno squarcio su una pagina dolorosa della storia spagnola del secolo scorso non ancora pienamente affrontata né tantomeno risolta, un dolore che ricorda e accomuna i familiari delle vittime dei regimi totalitari in Argentina e in Brasile, i “desaparecidos”. Ed è giusto ricordare che in quegli anni anche la Chiesa cattolica è stata bersaglio di violenze e soprusi: 13 vescovi uccisi, circa 4.000 sacerdoti, 2.300 religiosi e 283 suore; senza dimenticare le oltre 100 mila vittime della dittatura franchista, instauratasi alla fine della guerra civile e durata fino al 1975. Ma il film lascia anche un messaggio di speranza: la scuola, l’educazione, l’esercizio del pensiero critico, la memoria, sono l’antidoto più potente alla violenza e a tutte le dittature. Da sottolineare l’interpretazione di Enric Auquer e dei bambini, l’intesa che si crea fra loro è qualcosa di magico e commovente. “Il maestro che promise il mare” è consigliabile, problematico, per dibattiti.
Utilizzazione
Da utilizzare in programmazione ordinaria e per dibattiti. In presenza di minori è bene prevedere l’accompagnamento di adulti ed educatori che aiutino a contestualizzare la vicenda e ad approfondire i molti temi in campo.