Dentro la Tv: Su Canale 5 “Tutto quello che ho” con Vanessa Incontrada

martedì 15 Aprile 2025
Un articolo di: Sergio Perugini

“Adolescence”. Strane coincidenze di programmazione tra cinema e televisione. Dall’uscita della miniserie britannica “Adolescence” su Netflix a marzo 2025 – di cui ci siamo già occupati – si è acceso un diffuso dibattito su adolescenti deragliati e dinamiche educative-familiari, uno sguardo in profondità sul rapporto genitori-figli. Oltre alla proposta del colosso streaming, in sala ad aprile troviamo il dramma “Una figlia” di Ivano De Matteo con Stefano Accorsi, che affronta uno sfidante caso simile (lo spaesamento di un genitore dinanzi all’accusa di reato che coinvolge la figlia adolescente), e in Tv, su Canale 5, la miniserie crime-psicologica “Tutto quello che ho” con Vanessa Incontrada e Marco Bonini. Nel cast anche Margherita Attorre, Edoardo Miulli, Ibrahima Gueye, Alessia Giuliani, Alex Lorenzin e Antonella Attili. La serie ha debuttato sull’ammiraglia Mediaset mercoledì 9 aprile, per un totale di quattro puntate, disponibili anche su Mediaset Infinity. La produzione è targata RTI e 7 Verticale.

 

La storia. Livorno oggi, Lavinia e Matteo sono una coppia di genitori quarantenni con due figli adolescenti: la maggiore Camilla, diciottenne, e Roberto, di quattordici anni. Lavinia è una avvocata di successo, Matteo è uno stimato poliziotto. La loro vita viene stravolta dall’improvvisa scomparsa di Camilla, non rincasa dopo un’uscita per un appuntamento. Il corpo della ragazza viene trovato in campo di granturco. Si apre così una serrata indagine per individuare il colpevole – i sospetti cadono subito sul giovane nigeriano Kevin –, ma soprattutto si apre una riflessione tra i genitori su responsabilità e dialogo in casa…

 

Pros&Cons. La prima puntata ha fatto registrare 2.765.000 spettatori con oltre il 16% di share. Esordio discreto per una miniserie che dimostra carattere, con un chiaro stile narrativo e una tematica di racconto di stringente attualità. Anzitutto, il binario su cui si muove è quello del crime-poliziesco: l’elemento investigativo, infatti, domina nella logica del racconto, tra i progressi condotti dal commissariato dove presta servizio Matteo (Bonini) e le “indagini” private portate avanti da Lavinia (Incontrada), mossa da disperazione e incredulità. A questo si aggiunge anche il dramma familiare, ovvero lo sconcerto da parte dei genitori per la scoperta di una porzione di vita nascosta della figlia Camilla; rivelazioni che li conducono a interrogarsi su quanto conoscessero veramente la ragazza, affliggendosi anche sulla loro incapacità di cogliere cambiamenti in casa, per la mancanza di un dialogo autentico. Crepe incidono anche nella relazione di coppia. L’equilibrio tra dimensione investigativa e psicologica funziona, mantenendo alta la tensione. La serie marcia spedita forte anche di una compattezza narrativa, grazie alla regia esperta e incisiva di Monica Vullo e Riccardo Mosca, che insieme hanno firmato “I bastardi di Pizzofalcone 4” (2023) e “Màkari 3” (2024). Dal punto di vista interpretativo, il peso del racconto poggia prevedibilmente sulla coppia Incontrada-Bonini, che abitano i genitori con credibilità e pathos, andando a lavorare con efficacia sulle zone d’ombra della disperazione e dei sensi di colpa. Nell’insieme “Tutto quello che ho” si configura come una valida proposta di genere dalla vocazione mainstream, con un’ampia forbice di target (anziani, adulti e adolescenti). Serie complessa, problematica, per dibattiti.

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