Spirit World. La Festa delle Lanterne

Valutazione
Consigliabile, poetico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amore-Sentimenti, Anziani, Dialogo, Dolore, Donna, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Media, Metafore del nostro tempo, Morte, Musica, Psicologia
Genere
Drammatico, Psicologico, Sentimentale
Regia
Eric Khoo
Durata
94'
Anno di uscita
2025
Nazionalità
Francia, Giappone, Singapore
Titolo Originale
Spirit World
Distribuzione
Europictures
Soggetto e Sceneggiatura
Edward Khoo
Fotografia
Adrian Tan
Musiche
Jeanne Cherhal
Montaggio
Chong Wu Koh
Produzione
Shin Yamaguchi, Mathilde Incerti, Fong Cheng Tan, Yutaka Tachibana. Casa di produzione: M.I. Movies, Knockonwood, Zhao Wei Films, Fourier Films INC, Wild Orange Artists Inc.

Presentato alla 19a Festa del Cinema di Roma (2024)

Interpreti e ruoli

Catherine Deneuve (Claire Emery), Yutaka Takenouchi (Hayato Nobusawa), Masaaki Sacai (Yuzo Nobusawa)

Soggetto

Giappone, oggi. Claire Emery è una cantante francese molto amata nel “Sol Levante”. Accetta di tornare lì per tenere un concerto e incontrare il suo pubblico. Durante la firma degli autografi si presenta da lei un regista di film d’animazione che le chiede un autografo per onorare la memoria del padre Yuzo morto nei giorni precedenti e suo grande ammiratore. Le esistenze di padre e figlio, insieme a quella della cantante Claire, saranno di lì a breve profondamente intrecciate…

Valutazione Pastorale

Originario di Singapore, classe 1965, il regista Eric Khoo (“12 Stories”, “My Magic”) con “Spirit World. La Festa delle Lanterne” si confronta con la tradizione giapponese e temi di respiro universale. Anzitutto riscopre la festa di Obon, la festa delle lanterne in estate, periodo in cui si dice che i morti tornino a trovare i vivi. In questa cornice suggestiva racconta storie di genitori e figli, di esistenze al capolinea della vita e altre che hanno ancora il diritto-dovere di giocarsi con il tempo a disposizione. Un film raffinato, che esplora gli irrisolti e i non detti dell’umano con uno sguardo di possibilità. Di speranza. Protagonisti Catherine Deneuve, Yutaka Takenouchi e Masaaki Sacai. In sala dal 26 giugno 2025 con Europictures.
La storia. Giappone, oggi. Claire Emery è una cantante francese molto amata nel “Sol Levante”. Accetta di tornare lì per tenere un concerto e incontrare il suo pubblico. Durante la firma degli autografi si presenta da lei un regista di film d’animazione che le chiede un autografo per onorare la memoria del padre Yuzo morto nei giorni precedenti e suo grande ammiratore. Le esistenze di padre e figlio, insieme a quella della cantante Claire, saranno di lì a breve profondamente intrecciate…
“Ho sempre sognato – ha spiegato il regista – di realizzare un film in cui gli spiriti avrebbero assunto ruoli principali e avrebbero creato un raggio di speranza, un’epifania spirituale. La presenza degli spiriti nel nostro mondo è stata un elemento tematico fondamentale dei miei film. Essendo cresciuto con una dieta costante di episodi Tv di ‘Ai confini della realtà’ durante i miei anni di formazione e innamorandomi delle semplici storie d’amore di un tempo, ho pensato: non sarebbe romantico se due anime solitarie potessero trovare l’amore nella morte, nel mondo degli spiriti?”.
Eric Khoo compone un racconto dolce e dolente, che si diffonde come una fiaba sussurrata all’orecchio. Ci parla della vita con tutti i suoi affanni, quella del regista quarantenne in crisi creativa e dedito alla bottiglia; ma anche di morte, di esistenze pronte a valicare il confine tra la vita e l’Altrove, anime invisibili all’occhio umano ma ancora presenti nel vivere quotidiano, come in un limbo in attesa del passaggio successivo. Un tempo di riflessione e grazia, che può essere inteso anche come un’opportunità per aggiustare gli irrisolti, propri o altrui. Ed è ciò che fa la cantante Claire Emery, che colpita da malore in Giappone, scopre di essere passata a una vita Altra, trovandosi faccia a faccia con Yuzo. Due anime alla deriva chiamate a conoscersi, a condividere i propri bagagli emotivi e al contempo attente nel seguire il regista in crisi nel suo viaggio alla ricerca di sé. Eric Khoo dirige con attenzione e delicatezza, confezionando un racconto metaforico che si sfuma tra reale e fantastico. La regia è elegante e misurata, attenta a offrire sguardi introspettivi; il film risente di una certa staticità, che alla lunga – seppur sia di breve durata, 105 minuti – rischia di appesantire la narrazione. Opera acuta, interessante, senza però troppi sussulti di originalità o intensità. Consigliabile, poetico, per dibattiti.

Utilizzazione

Per i temi in campo il film si direzione verso un pubblico adulto.

Le altre valutazioni

Sfoglia l'archivo
Ricerca Film - SerieTv
Ricerca Film - SerieTV