Dentro la Tv: la miniserie Rai “Belcanto” di Carmine Elia con Vittoria Puccini

martedì 11 Marzo 2025
Un articolo di: Sergio Perugini

“E la nave va”. È il titolo del film del 1983 che Federico Fellini ha dedicato al mondo della lirica. Racconta il viaggio nel 1914 del piroscafo “Gloria N.” per l’ultimo saluto alla celebre cantante Edmea Tetua. Un viaggio allegorico che segnava il tramonto di un’epoca, l’escalation della guerra, ma a ben vedere anche l’arrivo di nuovi media di massa che cambiavano i consumi culturali. Lo sguardo di Fellini, puntellato di ironia, celava pertanto una certa amarezza e nostalgia. L’amore per la lirica rivive tra febbraio e marzo 2025 anche in una miniserie in onda su Rai Uno e RaiPlay: è “Belcanto” per la regia di Carmine Elia, su soggetto di Federico Fava, Antonio Manca e Mariano Di Nardo. Si tratta di una coproduzione internazionale che vede schierati Rai Fiction, Lucky Red, Umedia, Ufunds e Newen Connect. Protagonisti Vittoria Puccini, Carmine Recano, Giacomo Giorgio, Caterina Ferioli, Adriana Savarese, Andrea Bosca, Vincenzo Ferrera e Serena De Ferrari.

La storia. Napoli, 1847, Maria e le sue due figlie, Carolina e Antonia, vivono di espedienti sotto la minaccia del padre-padrone Iginio. Le due ragazze hanno un dono speciale, una voce per la lirica, e sognano di arrivare a esibirsi a Milano. Sfuggite alle violenze dell’uomo, approdano nel capoluogo lombardo che si rivelerà scenario di gloria ma anche di fermento sociale…

Pros&Cons. “Belcanto – racconta Carmine Elia – è un melodramma aspirazionale, una storia ambientata nel XIX secolo, ma dalla sensibilità contemporanea e realista che intende parlare a un pubblico ampio. I temi chiave di questo racconto di formazione sono senza tempo e trasversali: l’amore, la competizione, il coraggio e il desiderio di riscatto. I personaggi sfidano, infatti, ogni ostacolo e se stessi per ottenere la propria rivincita”. Il regista, che per la Rai ha firmato serie popolari come “La dama velata” (2015), “La porta rossa” (2017), “Mare fuori” (2020) e “Sopravvissuti” (2022), si trova alla guida di un racconto in costume ambientato nell’Italia risorgimentale, a ridosso delle Cinque giornate di Milano. La cornice storica è di certo rilevante, ma vero perno narrativo sono la musica e il percorso di riscatto delle due giovani sorelle, Carolina e Antonia, che nate in un ambiente di privazione sognano un futuro diverso grazie al canto. Un racconto che si muove tra il feuilleton e il melodramma, condito di battaglie sociali, amori impossibili, soprusi e sogni di gloria. La narrazione procede con ritmo agile, attenta a mantenere il rispetto delle ascisse e ordinate della Storia, e al contempo a tenere alti tensione e pathos per le vicende delle protagoniste. Al di là di qualche ingenuità o semplificazione di troppo, la miniserie è valida e coinvolgente, sorretta da un buon cast e forte anche di una componente musicale solenne che si prende il centro della scena, come le arie di Wolfgang Amadeus Mozart (“Il flauto magico”) o di Vincenzo Bellini (“Norma”). Miniserie consigliabile, problematico-poetica, per dibattiti.

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