
Interpreti e ruoli
Swami Rotolo (Chiara), Claudio Rotolo (Claudio), Grecia Rotolo (Giulia), Giorgia Rotolo (Giorgia), Rosa Caccamo (Rosa), Salvatore Rotolo (Salvatore), Concetta Grillo (Celeste), Carmelo Rotolo (Melo), Carmela Fumo (Carmela)
Soggetto
Chiara, 15 anni, vive a Gioia Tauro con la sua famiglia. Una ragazza come tante e una famiglia semplice e felice. Finché, una notte, tutto cambia…
Valutazione Pastorale
Ultimo film della trilogia dedicata a Gioia Tauro – “Mediterranea” (2015) e “A Ciambra” (2017) – il 7 ottobre 2021 esce nelle sale italiane “A Chiara”, scritto e diretto da Jonas Carpignano, giovane autore italoamericano che, proprio con “A Ciambra”, si è aggiudicato nel 2018 il David di Donatello come miglior regista. Carpignano torna, dunque, in Calabria per raccontarci la storia della giovanissima Chiara e della sua famiglia. Tutto ha inizio con la grande festa per il 18° compleanno di Giulia, sorella maggiore di Chiara. Claudio e Carmela, i genitori, la sorellina più piccola, Giorgia, nonni, zie e zii, cugini e amici: una famiglia come tante altre, molto unita. Questo, almeno, è quello che crede la ragazza finché il padre non si dà alla macchia. “Cosa sta succedendo?” si chiede e chiede a tutti la giovane, ma in risposta riceve solo false rassicurazioni. Chiara, però, vuole la verità, costi quel che costi: il padre è veramente il trafficante di droga legato alla ‘ndrangheta di cui parla la stampa? Sempre più estraniata, con fatica e determinazione, Chiara si fa strada, letteralmente, nei labirinti di bugie e silenzi omertosi che la circondano fino alla scelta più dolorosa: continuare come sempre facendo finta di nulla o allontanarsi dalla sua comunità, dalla sua amata famiglia, le cui scelte, però, non riesce più a capire e tantomeno a condividere. Carpignano sceglie una prospettiva molto particolare per affrontare il tema della criminalità organizzata: gli occhi della protagonista (un’eccellente Swamy Rotolo) e, attraverso un uso sapiente della macchina da presa, coinvolge lo spettatore in un’esperienza fortemente immersiva ed empatica. “A Chiara” è un racconto di formazione, intimo, molto lontano dai luoghi comuni e dagli semplicistici stereotipi dei buoni e cattivi. Forse qualche passaggio avrebbe potuto essere più incisivo, ma nel complesso il film è valido e offre parecchi spunti di riflessione. Da segnalare che “A Chiara” ha vinto il premio Europa Cinema Label del Festival di Cannes nella sezione Quinzaine des Réalisateurs. Dal punto di vista pastorale il film è consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte altre occasioni, anche in contesti educativi e scolastici, come valido strumento per riflettere su temi quali la famiglia, i giovani, il lavoro e le infiltrazioni criminali nel tessuto sociale ed economico nel nostro Paese.