
Orig.: Svezia (1999) - Sogg. e scenegg.: Malin Lagerlof - Fotogr.(Normale/a colori): Jens Fischer - Mus.: Conny Malmquist, Hans Akerhjelm - Montagg.: Anders Nylander - Dur.: 95' - Produz.: Bjorn Carlstrom, Joakim Hansson, Lars Bjalkeskog.
Interpreti e ruoli
Bjorn Kjellman (Reine), Peter Haber, Thomas Hanzon, Viveka Seldahl, Michael Nyqvis.
Soggetto
Entrato un urto con la direttrice del teatro in cui lavorava da tempo, il giovane attore Reine si ritrova all'improvviso disoccupato. Dopo qualche incertezza, accetta un incarico provvisorio per lui del tutto inatteso: prendersi cura delle attività ricreative di un gruppo di detenuti in un carcere di alta sicurezza. Nello stanzone appositamente riservato, Reine vede un piccolo palcoscenico e comincia a pensare di poter realizzare la vecchia idea di mettere in scena un testo da lui scelto. Nessun carcerato sembra all'inizio interessato all'iniziative, e il capo dei detenuti Ekman minaccia lui e gli altri. Tuttavia alcuni cominciano a guardare la cosa da un'altra prospettiva: Reine ha promesso che loro potrebbero andare a recitare in altre prigioni e forse anche in un teatro vero, e questa sarebbe una ghiotta occasione per tentare di evadere. In cinque allora si fanno avanti, e Reine comincia le 'prove' di lettura del copione. Intorno il clima é tutt'altro che facile: Jakobson, capo delle guardie, vuol far rispettare i regolamenti; Hillevi, la direttrice, deve rispondere al comitato di sicurezza; Ekman vuole riprendere il controllo dei suoi sottoposti. Tra scontri, contrasti, episodi di violenza (Glen, uno dei cinque, viene ucciso da Ekman e sostituito), notizie sulla stampa, Reine porta il gruppo nello stesso teatro dove lui lavorava. Il lunedì sera, giorno di riposo, va in scena lo spettacolo. La sala é piena e il successo convincente. Nella confusione finale, arriva per i detenuti il momento tanto atteso per scappare. Salgono su una macchina e partono. Quando Reine sta per comunicare alla direttrice la loro scomparsa, i cinque riappaiono in teatro. Altri applausi per loro.
Valutazione Pastorale
Si tratta di una produzione svedese. Il regista Lagerlof ha 31 anni ed è alla sua opera prima. Dice: "Le prigioni in Svezia hanno a lungo utilizzato il teatro come terapia criminale, con risultati più o meno buoni...capitava infatti che i prigionieri scappassero una volta coinvolti nella realizzazione(...) Essenzialmente qui viene trattata una questione seria, ma sono convinto che i nostri cuori si aprano meglio al dolore e alla sofferenza se si usa un po' di humour". Frasi che rispecchiano bene il tono e l'andamento del film. La storia oscilla dalla commedia al dramma con punte di ironia e scivoloni in generiche dichiarazioni di buonismo e di ottimismo a buon mercato. Commedia però in prevalenza, e se si parla di dramma é perché drammatico é il nucleo centrale della vicenda: il carcere, i detenuti, la vita dietro le sbarre. Argomento evidentemente serio, sul quale il film ha il merito di richiamare l'attenzione. Proprio per questo l'operazione complessiva é, dal punto di vista pastorale, da valutare come positiva, accettabile quindi, anche se l'evoluzione del racconto resta di taglio un po' leggerino e semplicistico.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e, forse con più pertinenza, in occasioni mirate per affrontare l'argomento 'carcere' nelle sue varie implicazioni.