Bugonia

Valutazione
Complesso, Problematico
Tematica
Donna, Ecologia, Emarginazione, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Fantascienza, Metafore del nostro tempo, Rapporto tra culture
Genere
Commedia, Dramma psicologico, Fantascienza
Regia
Yorgos Lanthimos
Durata
120'
Anno di uscita
2025
Nazionalità
Regno Unito
Titolo Originale
Bugonia
Distribuzione
Universal Pictures International Italy
Soggetto e Sceneggiatura
Will Tracy
Fotografia
Robbie Rayan
Musiche
Jerskin Fendrix
Montaggio
Yorgos Mavropsaridis
Produzione
Yorgos Lanthimos, Emma Stone Case di produzione: Element Pictures, CJ ENM, Fruit Tree, Square Peg

In Concorso all'82ᵃ Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica la Biennale di Venezia (2025)

Interpreti e ruoli

Emma Stone (Michelle Fuller), Jesse Plemons (Teddy), Aidan Delbis (Don), Stavros Halkias (Casey), Alicia Silverstone (Sandy)

Soggetto

Stati Uniti oggi, Teddy e Don sono due cugini trentenni rimasti senza più familiari. Vivono in una casa isolata, alimentando tra di loro un’imminente fine del mondo e la possibilità di salvarsi grazie all’aiuto degli alieni, infiltrati sotto mentite spoglie nella società. I due pianificano meticolosamente il rapimento di una top manager, Michelle, Ceo di un’influente azienda tecnologica, credendola rea della sventura umana e leader degli alieni. Seppur sconclusionati, i due riescono a portare a termine il loro inquietante piano: rapiscono la donna e la segregano nello scantinato della loro abitazione…

Valutazione Pastorale

Il regista greco (e molto amato a Hollywood) Yorgos Lanthimos ha collezionato solidi successi, da “La favorita” (2018) a “Povere creature!” (2023, Leone d’oro), che l’hanno poi condotto direttamente alla notte degli Oscar. Con il suo nuovo film “Bugonia”, in Concorso a Venezia82 (2025), ritrova la sua attrice di riferimento, Emma Stone (hanno lavorato in quattro film), componendo una nuova suggestione di matrice contemporanea, segnatamente oscura e claustrofobica. Una allegoria grottesca della società americana (occidentale in generale) preda del “dio-denaro”, capitalista, divisiva e ossessionata dalla performanza. Un mondo accelerato che produce però ai margini i suoi mostri, individui asociali esclusi, prede vulnerabili di fake news tra Internet e social media, che non hanno possibilità di emergere, di riscattarsi. Individui che deragliano in azioni di violenza antisistema, come purtroppo la cronaca dà conto sempre più spesso. Su copione messo a punto da Will Tracy, il film poggia non solo sull’efficace e come sempre sbalorditiva prova della Stone, ma anche su un sorprendente Jesse Plemons. Nelle sale dal 23 ottobre 2025 con Universal Pictures.
La storia. Stati Uniti oggi, Teddy e Don sono due cugini trentenni rimasti senza più familiari. Vivono in una casa isolata, alimentando tra di loro un’imminente fine del mondo e la possibilità di salvarsi grazie all’aiuto degli alieni, infiltrati sotto mentite spoglie nella società. I due pianificano meticolosamente il rapimento di una top manager, Michelle, Ceo di un’influente azienda tecnologica, credendola rea della sventura umana e leader degli alieni. Seppur sconclusionati, i due riescono a portare a termine il loro inquietante piano: rapiscono la donna e la segregano nello scantinato della loro abitazione…
Come sempre Lanthimos ci consegna metafore disturbati, oscure e claustrofobiche. In “Bugonia” mette in scena una tragedia dai contorni grotteschi: due individui fragili, infarciti di teorie raccattate online ed alimentate in maniera pericolosamente sovversiva, che riescono a dare corpo a un piano perverso. Rapiscono una manager di successo, verso la quale direzionano le esasperazioni di una vita infelice e senza più colori. Arrivano a pensare che lei possa essere il collegamento con una società aliena e pertanto si lasciano andare a una follia senza controllo pur di ottenere il loro scopo.
Lanthimos orchestra una danza macabra e tragica, che vira tra l’assurdo e il sarcastico. Una danza a colpi di violenza ripetuta e isterie che assumono i contorni di uno specchio deformante e tragico del nostro oggi. Una società del benessere che alimenta ai margini sacche di infelici, arrabbiati, pronti a detonare i loro risentimenti in maniera violenta e destabilizzante. “Bugonia” non è un film per tutti, segnato da stancante violenza e da scariche di (inutile) grottesco. Le intuizioni acute del regista vacillano purtroppo sotto il peso degli eccessi. Complesso, problematico.

Utilizzazione

Per i temi in campo, il film richiede un pubblico adulto.

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