In Concorso all'82ᵃ Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica la Biennale di Venezia (2025)
Interpreti e ruoli
Emma Stone (Michelle Fuller), Jesse Plemons (Teddy), Aidan Delbis (Don), Stavros Halkias (Casey), Alicia Silverstone (Sandy)
Soggetto
Stati Uniti oggi, Teddy e Don sono due cugini trentenni rimasti senza più familiari. Vivono in una casa isolata, alimentando tra di loro un’imminente fine del mondo e la possibilità di salvarsi grazie all’aiuto degli alieni, infiltrati sotto mentite spoglie nella società. I due pianificano meticolosamente il rapimento di una top manager, Michelle, Ceo di un’influente azienda tecnologica, credendola rea della sventura umana e leader degli alieni. Seppur sconclusionati, i due riescono a portare a termine il loro inquietante piano: rapiscono la donna e la segregano nello scantinato della loro abitazione…
Valutazione Pastorale
Il regista greco (e molto amato a Hollywood) Yorgos Lanthimos ha collezionato solidi successi, da “La favorita” (2018) a “Povere creature!” (2023, Leone d’oro), che l’hanno poi condotto direttamente alla notte degli Oscar. Con il suo nuovo film “Bugonia”, in Concorso a Venezia82 (2025), ritrova la sua attrice di riferimento, Emma Stone (hanno lavorato in quattro film), componendo una nuova suggestione di matrice contemporanea, segnatamente oscura e claustrofobica. Una allegoria grottesca della società americana (occidentale in generale) preda del “dio-denaro”, capitalista, divisiva e ossessionata dalla performanza. Un mondo accelerato che produce però ai margini i suoi mostri, individui asociali esclusi, prede vulnerabili di fake news tra Internet e social media, che non hanno possibilità di emergere, di riscattarsi. Individui che deragliano in azioni di violenza antisistema, come purtroppo la cronaca dà conto sempre più spesso. Su copione messo a punto da Will Tracy, il film poggia non solo sull’efficace e come sempre sbalorditiva prova della Stone, ma anche su un sorprendente Jesse Plemons. Nelle sale dal 23 ottobre 2025 con Universal Pictures.
La storia. Stati Uniti oggi, Teddy e Don sono due cugini trentenni rimasti senza più familiari. Vivono in una casa isolata, alimentando tra di loro un’imminente fine del mondo e la possibilità di salvarsi grazie all’aiuto degli alieni, infiltrati sotto mentite spoglie nella società. I due pianificano meticolosamente il rapimento di una top manager, Michelle, Ceo di un’influente azienda tecnologica, credendola rea della sventura umana e leader degli alieni. Seppur sconclusionati, i due riescono a portare a termine il loro inquietante piano: rapiscono la donna e la segregano nello scantinato della loro abitazione…
Come sempre Lanthimos ci consegna metafore disturbati, oscure e claustrofobiche. In “Bugonia” mette in scena una tragedia dai contorni grotteschi: due individui fragili, infarciti di teorie raccattate online ed alimentate in maniera pericolosamente sovversiva, che riescono a dare corpo a un piano perverso. Rapiscono una manager di successo, verso la quale direzionano le esasperazioni di una vita infelice e senza più colori. Arrivano a pensare che lei possa essere il collegamento con una società aliena e pertanto si lasciano andare a una follia senza controllo pur di ottenere il loro scopo.
Lanthimos orchestra una danza macabra e tragica, che vira tra l’assurdo e il sarcastico. Una danza a colpi di violenza ripetuta e isterie che assumono i contorni di uno specchio deformante e tragico del nostro oggi. Una società del benessere che alimenta ai margini sacche di infelici, arrabbiati, pronti a detonare i loro risentimenti in maniera violenta e destabilizzante. “Bugonia” non è un film per tutti, segnato da stancante violenza e da scariche di (inutile) grottesco. Le intuizioni acute del regista vacillano purtroppo sotto il peso degli eccessi. Complesso, problematico.
Utilizzazione
Per i temi in campo, il film richiede un pubblico adulto.
