
Orig.: Gran Bretagna/Italia/Spagna (2003) - Sogg.: ispirato al romanzo omonimo di Prosper Merimee - Scenegg.: Joaquim Jordà, Vicente Aranda - Fotogr.(Scope/a colori): Paco Femenia - Mus.: José Nieto - Montagg.: Teresa Font - Dur.: 119' - Produz.: Juan Alexander, Vicente Aranda.
Interpreti e ruoli
Paz Vega (Carmen), Leonardo Sbaraglia (José), Jay Benedict (Prosper Merimee), Antonio Dechent (Tuerto), Joan Crosas (Dancaire), José Linuesa (Lucas), Joe Mackay (il tenente), Ismael Martinez (Antonio), Susi Sanchez (Blanca), Maria Botto . (Fernanda)
Soggetto
Spagna del sud, 1830. Prosper Merimee, scrittore e archeologo, nel corso dei suoi viaggi di studio entra in contatto con il giovane José, oggi bandito e ricercato ma un tempo soldato del Re. José racconta a Merimee la triste storia della sua discesa all'inferno, cominciata quando, incaricato di condurre in carcere la bella sigaraia Carmen, cedette alla sua richiesta di farla scappare. Perdutamante innamorato della ragazza, per lei ha cominciato ad uccidere: prima il tenente suo superiore poi, diventato bandito alla macchia, tutti coloro che si frapponevano alla possibilità che la donna fosse solo sua, e di nessun'altro. Fino al delitto conclusivo, l'uccisione della stessa Carmen, ribelle fino all'ultimo e per niente decisa ad essere di un uomo solo. Finto il racconto, Merimee chiede a José, che sta per essere condotto alla garrota: "Oggi, conoscendo i fatti, rinuncereste a Carmen?". E lui: "Certo no".
Valutazione Pastorale
La "Carmen" di Merimee senza la "Carmen" di Bizet. Svincolarsi dalle famose arie dell'opera lirica per tornare a concentrarsi sul romanzo poteva essere un buon punto di partenza. Peccato che Aranda lo abbia sprecato, sia inventando l'espediente di Merimee che raccoglie la testimonianza diretta del ragazzo sia lasciandosi prendere la mano dal tono delle immagini, mai seccamente drammatiche, anzi da subito melodrammatiche e poi via via affogate nel fumettone, nelle atmosfere del romanzo d'appendice, o del fotoromanzo. Mentre é da sottolineare la felice scelta di costumi, scenografie, ambienti, é proprio il nucleo centrale e unico della vicenda a non convincere. La cronaca di un amore totalizzante che conduce all'abiezione é raccontata con troppa facilità, troppo gusto calligrafico per il torbido, troppo compiacimento per situazioni improbabili che però devono consentire momenti di erotismo gratuito e non richiesto ma solo a scopo commerciale. Aranda si conferma regista dallo stile grasso, ridondante, incapace di controllare gli eccessi ai fini della storia che racconta. Il tema dell'amore solo possessivo e quindi distruttivo è buttato lì senza offrire qualche appiglio per distinguerlo dalla passione vera e dal rispetto reciproco. Per questo il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come inaccettabile e in molti passaggi scabroso.
UTILIZZAZIONE: é da escludere, sia dalla programmazione ordinaria sia da altre circostanze. Molta attenzione é da tenere per i più piccoli in vista di passaggi televisivi e di uso di VHS e DVD.