
Orig.: Stati Uniti (2003) - Sogg. e scenegg.: Jim Jarmush - Fotogr.(Panoramica/B&N): Frederick Elmes, Tom Di Cillo, Ellen Kuras, Robby Muller - Mus.: brani di autori vari - Montagg.: Jay Rabinowitz - Dur.: 96' - Produz.: Joana Vicente, Jason Kliot.
Soggetto
STRANO CONOSCERSI (Roberto Benigni incontra Steven al caffè) - GEMELLI (Due gemelli, ragazzo e ragazza, parlano in un caffé insieme al cameriere ) - DA QUALCHE PARTE IN CALIFORNIA (Tom Waits incontra il cantante Iggy Pop) - QUESTE TI UCCIDERANNO (Vinnie e il fratello parlano di sigarette) - RENEE (una ragazza sola al caffè e il cameriere che cerca di farsi avanti) - NESSUN PROBLEMA (Alex e Isaac si vedono dopo molto tempo ma non sanno di cosa parlare) - CUGINE (Cate e Shelley si rivedono in albergo. Cate é una famosa attrice, Shelley la invidia) - JACK MOSTRA A MEG LA SUA BOBINA DI TESLA (Jack e Meg parlano di risonanze acustiche) - CUGINI? (Alfred Molina incontra Steve Coogan e gli comunica di avere scoperto che loro due sono cugini) - DELIRIO (Due cugini parlano al caffè quando arriva Bill Murray in qualità di cameriere) - CHAMPAGNE (Taylor e Bill, anziani, parlano durante l'intervallo di lavoro. Bill si addormenta, forse é morto).
Valutazione Pastorale
Attraverso undici, brevi episodi il tavolo da caffé diventa il collante di situazioni di vita vissuta. Grande o piccolo, tondeggiante o quadrato, il tavolo é coagulo di presenze variegate che producono emozioni dette quasi sempre a voce bassa. Raccontini come spaccati di esistenze colte in momenti impercettibili, uomini e donne ora soli, ora in compagnia, ora parenti (forse), ora amici di più o meno lunga data. Il copione si snoda come una sorta di operetta morale, e Jim Jarmush guarda quelle situazioni collocate in ambiente pubblico ma assai intime con occhio discreto e delicato, scegliendo una fotografia in B&N che offre ad ogni singolo appuntamento una vitalità lucida e insieme disperata. Tutti i protagonisti vivono una sostanziale infelicità e insieme sono alla ricerca di un cambio di rotta, di un nuovo equilibrio, soprattutto di una rinnovata capacità di comunicare. Introspezione sugli stati d'animo, dialoghi spesso ridotti all'essenziale, qualche parolaccia come sfogo per 'sentirsi' presenti in quel momento: un cinema crepuscolare, specchio di un'America minore, probabilmente sazia di se stessa ma bisognosa di sentimenti autentici. Segnato da pudori e da timori mai gridati, il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come accettabile, problematico e adatto per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da proporre come esempio di prodotto americano denso di molte suggestioni "all'europea".