
Il film è ispirato all’omonimo romanzo ‘Cry Macho’ di N. Richard Nash
Interpreti e ruoli
Clint Eastwood (Mike Milo), Eduardo Minnet (Rafo), Natalia Traven (Marta), Dwight Yoakam (Howard Polk), Fernanda Urrejola (Leta)
Soggetto
Nel 1980 Mike Milo, un tempo campione di rodeo, accetta dal suo ex capo Howard Polk l’incarico di recarsi a Città del Messico e riportare a casa il figlio di lui, il 13enne Rafo…
Valutazione Pastorale
Clint Eastwood nasce a San Francisco il 31 maggio 1930. Compiuti i 91 anni si è voluto rimettere in gioco, affrontando un’opera alla quale da alcuni anni lavoravano vari sceneggiatori e altri attori. Quando ha deciso di occuparsene personalmente, ha scelto un copione di Nick Schenk tratto dall’omonimo romanzo di Richard Nash. L’inizio e la fine della vicenda chiedono una attenzione particolare: il brano composto da Mark Mancina racchiude un mondo, quello del western ‘moderno’, che Eastwood pedina e costeggia con crescente simpatia, sempre seguendo i personaggi, plasmando caratteri, schizzando atmosfere. La storia. Mike Milo, cowboy ormai in disarmo, è il prototipo dell’uomo da vecchia prateria, e il suo accettare l’incarico di recuperare Rafo obbedisce ad una doppia esigenza; non tradire il debito con l’amico e mostrare a se stesso di essere ancora in grado di combinare qualcosa di buono. Mike non è all’inizio particolarmente ben disposto verso il giovane ma il viaggio fa crescere tra i due una simpatia sempre più carica di vicinanza. La struttura narrativa ‘on the road’ forse non è nuova, ma offre al protagonista l’opportunità di attivare un meccanismo giocato tra memoria e nostalgia: memoria di una giovinezza fatta di indipendenza e ribellione (che Milo ritrova in Rafo), nostalgia di un west più solido fatto di valori sicuri e di sapori genuini. Nel personaggio Milo, Eastwood rilegge se stesso, la propria storia attraverso 50 anni di cinema americano, il calore di una timida conquista femminile, la voglia di essere generoso con gli altri, con quelli che dovrebbero essergli “nemici”. La parabola di Milo/Eastwood è quella di chi non si arrende, guarda avanti, aperto verso il futuro e la vita. Comunque, e ancora una volta, un grande Clint Eastwood. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e problematico.
Utilizzazione
Il film è a utilizzare in programmazione ordinaria come occasione per gettare uno sguardo intenso e complessivo sulla figura di Clint Eastwood, sul suo cinema, sulla storia americana.